L´evoluzione del linguaggio e strumenti della Diplomazia nell´era digitale e dei social media

16-03-2018 12:27 -

GD - Roma, 16 mar. 18 - La dinamica evoluzione del linguaggio e degli strumenti della Diplomazia nell´era digitale e dei social media è stata al centro di un´approfondita tavola rotonda, promossa dall´Università Cattolica e dal Centro Studi Americani sulle sfide digitali nelle relazioni internazionali. Una interessante fotografia che ha proposto le nuove metodologie digitali ma che, al contempo, non ha sgombrato il campo dai rischi di una comunicazione diretta (talvolta troppo) e priva di mediazioni ponderate, quali sono quelle dei comunicatori professionali. In un contesto globale in cui la bulimia dell´apparire ha generato il pericoloso e preoccupante fenomeno delle notizie false (le bufale o fake news), prive di quella verifica delle fonti che è alla base della comunicazione ufficiale professionale e del giornalismo.
L´utile appuntamento promosso dall´Alta Scuola in Media, Comunicazione e Spettacolo dell´Università Cattolica (ALMED) nell´ambito del Program in Cultural Diplomacy e moderato da Gerardo Greco, direttore di Radio1 Rai, ha avuto come tema principale l´incontro tra il mondo della diplomazia, quello accademico e il web analizzando queste nuove dinamiche, gli sviluppi e le tendenze grazie alla presenza di esperti, accademici, attori chiave del mondo dei social media e professionisti della Diplomazia Digitale.
La tavola rotonda è cominciata con il saluto di Paolo Messa, direttore del Centro Studi Americani, moderno ed efficace maestro di comunicazione, che ha esemplificato il panorama ricordando il recente twitter del presidente Donald Trump con cui annunciava al mondo, ma anche agli interessati, le dimissioni e la sostituzione del Segretario di Stato. Il tema è stato poi ben introdotto da Federica Olivares, direttore del Programma in Cultural Diplomacy dell´ALMED - Università Cattolica del Sacro Cuore, che ha concentrato il suo intervento sul rapporto tra il mondo della diplomazia, quello accademico e il mondo del web. A tale proposito ha ricordato che nella sede di Roma dell´Università Cattolica da quest´ anno accademico è attivo il Master di I livello in Cultural Diplomacy - Arts and Media for International Relations and Global Communication, che affronta in modo interdisciplinare i temi legati alla public diplomacy, alla diplomazia culturale, ai nuovi sviluppi della diplomazia digitale e della comunicazione globale, per permettere agli studenti di acquisire competenze strategiche per operare nel settore pubblico e privato a livello internazionale.
Ospite del master e relatore nell´appuntamento al Centro Studi Americani anche il prof. Corneliu Bjola, direttore del primo Centro Ricerche della Digital Diplomacy alla Oxford University, fiore all´occhiello negli atenei mondiali., che ha tratteggiato lo scenario e l´evoluzione internazionale del fenomeno degli strumenti digitali applicati anche alla democrazia.
La diffusione di strategie e pratiche digitali nei Ministeri degli affari Esteri, negli ultimi dieci anni in tutto il mondo ha rappresentato una vera rivoluzione nella pratica della diplomazia. Interessanti a tale proposito sono state le parole di Pierluigi Puglia, portavoce dell´Ambasciata Britannica in Italia, che ha focalizzato il suo intervento sul coinvolgimento attivo del pubblico grazie all´utilizzo dello strumento dei social network da parte del consolato e del Governo britannico, che ha consentito di interagire in maniera diretta con i cittadini e coinvolgerli maggiormente e senza filtri dei media tradizionali nell´evoluzione della Brexit, che rischiava di isolare totalmente il Governo britannico dal resto dell´Europa e del mondo. Ed ha approfondito l´interessante esperienza avviata con una piattaforma podcast "My Great Britain", contenente interviste ad italiani che lavorano in Inghilterra
Benché ormai da anni il digitale abbia trasformato radicalmente il modo in cui gli individui interagiscono nelle loro relazioni sociali è da poco tempo che il digitale sta realizzando il proprio potenziale nel trasformare le relazioni internazionali.
Andreas Sandre, press and public affairs dell´Ambasciata d´Italia a Washington DC, collegato in diretta skype dagli Stati Uniti, ha sottolineato come l´adozione di piattaforme di social media da parte dei Ministeri degli Esteri abbia notevolmente cambiato il modo in cui la Diplomazia gestisce le informazioni, la gestione delle crisi e dei negoziati e complessivamente le strategie di Public Diplomacy in un quadro globale in cui i nuovi soggetti non governativi svolgono un crescente ruolo di influenza. Interessante il dialogo diretto tra pubblico e privato grazie ai social media e la grande sfida di politica estera legata al combattere il terrorismo on line.
In ultimo l´intervento di Laura Bononcini, head of public policy di Facebook Italia-Grecia-Malta, che ha sottolineato come in tutta Europa l´utilizzo dei social media nella politica e nelle istituzioni è sempre più in crescita e permette di avvicinare sempre di più i politici ai cittadini per esempio in fase di campagna elettorale permettendo agli stessi di interagire a livello attivo con domande, commenti e argomentazioni sulle piattaforme social grazie allo strumento dei live e delle dirette che rendono più umanizzabili rispetto ai media tradizionali i personaggi della politica e delle istituzioni.


Fonte: Redazione