USA: "falco" Pompeo al Dipartimento di Stato, per ISPI scenario fosco per accordo su nucleare iraniano

14-03-2018 08:05 -

GD - Roma, 14 mar. 18 - Con la nomina di Mike Pompeo al ruolo di segretario di Stato USA, al posto di Rex Tillerson, rischia di venire meno uno degli ultimi argini che vincolavano Trump al rispetto dell´accordo sul nucleare iraniano (Joint Comprehensive Plan of Action, JCPOA). Questa la valutazione di Paolo Magri, direttore dell´Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI).
Pompeo è noto da anni per le sue posizioni da "falco" nei confronti di Teheran e già prima della firma dell´accordo, nella sua veste di membro del comitato intelligence della Camera, si era espresso contro l´ipotesi della sospensione delle sanzioni.
Dopo la firma dell´accordo, Pompeo ha accusato Obama di aver premiato "un regime fanatico" e, nel suo ruolo di capo della CIA, ha più volte messo in guardia dagli intenti iraniani di "distruzione dell´America", arrivando a paragonare la Repubblica islamica iraniana al gruppo terroristico dello Stato islamico (Isis).
Con Pompeo nel ruolo di segretario di Stato si apre dunque, secondo il "focus" dell´Ispi, uno scenario alquanto fosco per la tenuta dell´accordo sul nucleare. La prossima scadenza a cui guardare è il 12 maggio, termine entro il quale Trump deve rinnovare la sospensione (waiver) delle sanzioni a Teheran. Lo scorso gennaio, in occasione dell´ultimo rinnovo della sospensione, Trump aveva lanciato un ultimatum agli alleati europei, invitandoli a coinvolgere Teheran in un ulteriore negoziato che ha per oggetto il ruolo dell´Iran nella regione mediorientale e la questione dei missili balistici. Se Teheran non acconsentirà a un comportamento più costruttivo in Medio oriente e all´interruzione del proprio programma di sviluppo dei missili balistici, Washington non rinnoverà le esenzioni alle sanzioni, violando di fatto gli obblighi assunti con l´accordo.
Benché le diplomazie europee (Francia, Germania, Regno Unito e – da un mese – Italia) stiano effettivamente dialogando con Teheran per trovare un compromesso che possa tranquillizzare l´amministrazione americana e salvaguardare così la tenuta dell´accordo, l´avvicendamento ai vertici del dipartimento di Stato USA priva l´Europa - afferma Paolo Magri - di un interlocutore in grado di garantire loro che effettivamente gli Usa terranno fede al proprio impegno. In questo senso, la decisione di Trump di sostituire Tillerson con un noto falco anti-iraniano può essere interpretata come una mossa volta a imporre ulteriore pressione sugli europei.

di Carlo Rebecchi


Fonte: Carlo Rebecchi