Inaugurata in Giordania diga finanziata dalla Cooperazione italiana

10-03-2018 09:00 -

GD - Amman, 10 mar. 18 - Alla presenza del Ministro giordano dell´Acqua e dell´irrigazione, Ali Al- Ghezawi, e di Giovanni Brauzzi, ambasciatore Italiano in Giordania, è stata inaugurata la diga di Al Lajjoun, nel governatorato di Kerak, al sud della Giordania, realizzata anche con il contributo italiano.
Il progetto ha l´obiettivo di sfruttare e le risorse idriche a beneficio delle attività agricole e di allevamento nell´area di Kerak. La portata della diga è un milione di metri cubi; l´altezza del manufatto è di 27,7 metri.
Il progetto si colloca nell´ambito dell´impegno dell´Italia a sostenere gli sforzi della Giordania per migliorare la situazione idrico-sanitaria del Paese ed è stato finanziato nel quadro dell´Accordo per la conversione del debito (debt swap), dal valore di 16 milioni di euro, firmato dai due Governi il 22 maggio 2011. L´accordo punta a favorire il trasferimento di competenze e tecnologie in settori-chiave come quelli della gestione delle acque e della salute pubblica.
In questo contesto, il 14 marzo 2016 il comitato di gestione congiunto del programma di Conversione del debito ha approvato il finanziamento di due progetti: quello per la diga di Al Lajjoun, nel Governatorato di Kerak, di un valore complessivo di 6,2 milioni di dinari giordani (corrispondenti a circa 7,2 milioni di euro); e il secondo consistente nell´utilizzo di residui fondi per circa 7,5 milioni di dinari giordani (corrispondenti a circa 8,7 milioni di euro), per cofinanziare l´ampliamento di una diga esistente ad Al Waleh, nel Governatorato di Madaba, da 9 a 25 milioni di metri cubi d´acqua.
La realizzazione dei due progetti è la premessa per una seconda fase del programma, volta a dare seguito agli impegni assunti dall´Italia alla Conferenza dei donatori di Londra del 4 febbraio 2016, che prevedevano anche 50 milioni di euro da impegnare per ulteriori programmi di conversione del debito da negoziare a livello bilaterale tra Italia, da una parte, e Giordania e Libano dall´altra.

di Carlo Rebecchi



Fonte: Carlo Rebecchi