Per Anna Lindh Foundation e New Med Research Network non c´è scontro di civiltà

23-06-2017 15:49 -

Roma, 23 giugno 2017 - Per l´Anna Lindh Foundation e New Med Research Network non c´è scontro di civiltà nel bacino Mediterraneo.
Gli ultimi sondaggi, infatti, rivelano che la regione Euro-Med, inclusa gran parte degli italiani, non crede nel mito dello scontro di civiltà
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Il sondaggio, su oltre 13.000 persone provenienti da 13 Paesi Euro-Mediterranei mostra inoltre come l´investimento in iniziative giovanile e nell´istruzione siano la migliore risposta alla radicalizzazione
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Secondo quanto emerso nel corso di una conferenza promossa dallo IAI, in Italia una grande maggioranza è d´accordo sul fatto che le minoranze culturali e religiose dovrebbero avere gli stessi diritti del resto della popolazione e che la diversità culturale rappresenta una ricchezza per la società italiana (ad affermarlo sono il 78% degli italiani contro il 71% che rappresenta la media europea)
Gli italiani hanno un alto livello di interesse per "l´altro". Il 35% degli intervistati italiani (contro la media europea che si ferma al 28 %) dichiara di avere interesse in notizie ed informazioni riguardanti la cultura e lo stile di vita nei paesi del Mediterraneo meridionale ed orientale; il 31% è interessato alla situazione politiche in quei Paesi (la media europea è del 28 %); il 26% esprime un interessa sulle condizioni economiche (la media europea è del 21 %)
L´indagine promossa dalla Anna Lindh Foundation e da New Med Research Networkun fornisce un quadro positivo della propensione degli italiani nell´accettazione della diversità, sia nella sfera sociale che in quella personale. Il valore principale che i genitori italiani si augurano di passare ai propri figli è proprio il "rispetto per le persone di cultura diversa" (69 % degli intervistati italiani, contro la media europea del 63%); Il dato è aumentato di 4 punti percentuali rispetto all´indagine del 2012.
Il 64 % degli intervistati italiani considera l´istruzione e le iniziative giovanili come una via efficiente per la prevenzione del fenomeno di radicalizzazione,
Gli intervistati italiani associano la regione Mediterranea innanzitutto alle questioni migratorie.
Il risultato della recente indagine sui Trend Interculturali nella regione Euro-Mediterranea, condotta da Ipsos-Mori in 13 Paesi, presentata oggi dalla fondazione Anna Lindh a Roma, alla Camera dei Deputati, mostra che la regione non è vittima dello scontro di civiltà come viene spesso fatto intendere, quanto piuttosto da uno "scontro di ignoranze", basato su stereotipi storici e dalla culturizzazione dei conflitti promossa da alcuni media e di una parte della politica. I risultati mostrano come l´Italia, uno dei 13 paesi analizzati, possa giocare un ruolo costruttivo nella riforma delle politiche relative al mediterraneo contribuendo al superamento delle paure causate dalla grandi pressioni, come il fenomeno migratorio, la crisi dei rifugiati e la radicalizzazione, che stanno colpendo la regione.
L´indagine della Fondazione Anna Lindh risalta come ci sia un riconoscimento crescente in Europa di come le relazioni culturali debbano essere rafforzate per affrontare le sfide odierne. La cooperazione al livello Euro-Med, cercando di fornire prospettive positive soprattutto ai giovani e monitorando come i media riportino i fatti relativi alle relazioni interculturali, è centrale in quest´ottica. In questo contesto, l´indagine mostra la centralità dell´Italia e il rinnovato valore della Fondazione Anna Lindh riguardante il dialogo interculturale, che ha recentemente ricevuto l´appoggio dall´Alto Rappresentante dell´UE Federica Mogherini.
In questa cornice la Farnesina ha confermato che ospiterà il prossimo Consiglio Consultivo della Fondazione Anna Lindh che si terrà a settembre. Il consiglio si concentrerà sul completamento degli obiettivi operativi della Fondazione dal 2018 in poi, costruiti per la prima volta sulla base del report appena presentato, e che prevedono, fra l´altro la nascita di "Osservatorio dei Media" collegata alla Fondazione Euro-Mediterranea, il quale avrà il compito di osservare come i media danno copertura delle relazioni interculturali e fornirà materiale scientifico a giornalisti e media.


Fonte: IAI