Dopo il voto in Tirolo i Verdi perdono anche i soldi del Bundesrat

28-02-2018 14:56 -

GD - Innsburck, 28 feb. 18 - Dal Blog Austria Vicina - I Verdi in Austria stanno vivendo una stagione drammatica, sia sul piano politico, sia anche su quello finanziario, che non è di poco conto. Sul piano politico il movimento ambientalista appare dilaniato da lotte intestine, con scissioni e nascita di movimenti paralleli e concorrenti che, ovviamente, si ripercuotono sui risultati elettorali.
Era accaduto lo scorso anno a livello nazionale, con l´uscita dal partito di un esponente di spicco come Peter Pilz, che aveva formato una propria lista. La conseguenza è stata che la Lista Pilz ha ora 4 rappresentanti in Parlamento, mentre i Verdi ne sono rimasti esclusi, non avendo superato la soglia del 4%.
Il fenomeno scissionistico si è ripetuto in Tirolo, dove si è votato domenica scorsa, e in Carinzia, dove si voterà domenica prossima. Per la Carinzia staremo a vedere. Per il Land Tirolo, invece, possiamo già dire che i Verdi hanno perso voti, ma molto meno di quanto ci si aspettava. Il calo è stato dell´1,92% e il risultato è stato del 10,67%, che dà ai Verdi la speranza di poter continuare a far parte della giunta del Land, assieme all´Övp, come era avvenuto nei cinque anni precedenti. Insomma, tutto sommato il risultato tirolese può essere considerato dal movimento ambientalista un successo, perché segna un arresto del crollo di consensi che si era registrato in precedenza (alle politiche dello scorso anno i Verdi avevano ottenuto qui solo il 4,46%).
Il voto del Tirolo, tuttavia, avrà delle ripercussioni finanziarie non di poco conto, per un partito senza soldi e ancora con i debiti da pagare per le spese elettorali sostenute lo scorso anno. Ne spieghiamo la ragione.
Esclusi dal Nationalrat (il Parlamento), i Verdi hanno perso il diritto a qualsiasi contributo pubblico legato a questo organo dello Stato (indennità di carica, rimborso delle spese elettorali, finanziamento al gruppo parlamentare, finanziamento all´"accademia" del partito). Sono tuttavia ancora presenti nel Bundesrat, la seconda camera, rappresentativa dei Länder, che funziona come avrebbe funzionato il Senato in Italia, se il referendum non avesse bocciato la riforma costituzionale del governo Renzi.
Anche il Bundesrat – come il Senato di Renzi – non viene eletto dai cittadini, ma dai consigli regionali di ciascuno dei nove Länder. Si tratta, dunque, di un´elezione di secondo grado, che in Italia era stata vista come una minaccia alla democrazia e una lesione dei diritti dei cittadini-elettori, mentre in Austria è accettata serenamente e sembra non abbia comportato alcun nocumento alla democrazia.
Un´altra analogia con la riforma bocciata in Italia riguarda la durata in carica del Bundesrat: i suoi membri non vengono eletti tutti insieme, ma in tempi diversi, che coincidono con l´elezione dei consigli regionali che li esprimono. Il voto espresso domenica in Tirolo avrà delle ripercussioni nel Bundesrat, dove il Land ha 5 rappresentanti (il loro numero non è fisso, ma varia in rapporto al numero dei residenti risultante dal censimento).
Dei 5 membri tirolesi del Bundesrat, finora 3 erano designati dall´Övp (Partito popolare), uno dall´Spö (Partito socialdemocratico) e uno dai Verdi. Dopo il voto di domenica, però, i Verdi perderanno il loro seggio a favore dell´Fpö, il partito della destra populista. E proprio da qui nasce l´emergenza finanziaria per il movimento ambientalista.
Il regolamento del Bundesrat, infatti, prevede il finanziamento pubblico soltanto per i gruppi politici che ne fanno parte e per costituire un gruppo servono almeno 5 membri. Quello dei Verdi nel 2015, dopo le elezioni a Vienna, era sceso da 5 a 4 e aveva perso così lo status di gruppo. Per evitare che rimanesse senza soldi, il Bundesrat a quel tempo aveva deliberato all´unanimità una modifica del regolamento, che consentiva il finanziamento anche se il gruppo fosse formato da soli quattro consiglieri.
Ma dopo il voto di domenica, in Tirolo, i membri verdi del Bundesrat scenderanno a 3 e lo status di gruppo non potrà più essere mantenuto. E, senza quello status, se ne andranno anche i finanziamenti pubblici, che consistono in 91.912 euro al trimestre: 44.585 euro come contributo base per il gruppo più altri 47.343 euro calcolati in base al numero di 4 consiglieri nel Bundesrat e di 3 europarlamentari.
In futuro i Verdi non potranno più contare su alcun sovvenzionamento pubblico. Sono preoccupati, ma non alla disperazione. Intervistato al telegiornale della sera, il loro leader interinale Werner Kogler ha assicurato che il partito sopravvivrà, autofinanziandosi con offerte raccolte dagli iscritti e da simpatizzanti.

di Marco Di Blas

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Nella foto: Ingrid Felipe, candidata capolista dei Verdi alle recenti elezioni in Tirolo


Fonte: Blog "Austria Vicina"