Prosegue incessante il lavoro dei soccorritori, ancora impegnati a scavare tra le macerie nel tentativo di trovare dei sopravvissuti. Il Libano cerca ancora un motivo e le responsabilità all'inferno di morte che sulla sua capitale. L'ultimo bilancio parla anche di 5 mila feriti e 300 mila sfollati. Secondo la televisione Mtv, la Banca centrale libanese ha congelato i conti bancari dei sette dirigenti e funzionari del porto, posti agli arresti domiciliari nell'ambito dell'inchiesta.
Il presidente francese Emmanuel Macron è giunto a Beirut. “Vogliamo sapere le cause dell'esplosione”, ha detto il capo dell'Eliseo. Il quale ha assicurato che proporrà ai dirigenti libanesi un “nuovo patto” politico, per far fronte alla rabbia della popolazione, già stremata dalla crisi economica. E' necessario “un cambio di sistema”, ha ribadito Macron, che si è recato nel quartiere cristiano di Gemmayzeh, dove è stato accolto da una folla che inneggiava ad una “caduta di regime”.
Intanto tre aerei C-17 americani sono in viaggio verso Beirut dove consegneranno cibo, acqua e medicine ai libanesi colpiti dalle violente esplosioni di martedì. Lo riferisce in una nota il portavoce del Pentagono, il capitano Bill Urban, aggiungendo che gli Stati Uniti intendono continuare ad assistere la popolazione libanese durante questa crisi.