IFAD: le popolazioni rurali e i giovani al centro dell´appello dei Governatori

17-02-2018 23:03 -

GD - Roma, 17 feb. - Un appello dei leader mondiali a rafforzare le istituzioni e la capacità delle popolazioni rurali di superare situazioni di vulnerabilità è stato lanciato alla chiusura del 41° Consiglio dei Governatori del Fondo Internazionale per lo sviluppo agricolo-IFAD. Durante il Consiglio dei governatori i rappresentanti degli Stati membri dell´IFAD si sono confrontati sulle sfide che una popolazione sempre più numerosa deve affrontare in tutte le regioni del pianeta: cambiamenti climatici, conflitti, istituzioni deboli, limitate risorse naturali, sono solo alcune di queste.
Chi è costretto a dover affrontare tali problematiche si trova in situazioni di grande vulnerabilità: un miliardo e seicento milioni persone vive in tali condizioni. Olusegun Obasanjo, presidente della Nigeria tra il 1999 e il 2007, nel suo intervento di apertura dei lavori ha posto l´accento sulla minaccia dei cambiamenti climatici: "Per noi in Africa i cambiamenti climatici non sono un concetto astratto, sono la nostra realtà", ha detto.
E ha poi portato ad esempio l´emergenza idrica in Sudafrica. Città del Capo, con i suoi quattro milioni di abitanti, potrebbe diventare infatti la prima grande città al mondo a restare senza acqua: a causa della siccità dal giugno scorso i rubinetti delle case potrebbero rimanere asciutti.
"Se la siccità può colpire una città come quella, si può solo immaginare l´impatto che essa possa avere sulle aree rurali. Gli eventi atmosferici avversi che si ripetono nel tempo continuano ad avere effetti negativi sui mezzi di sussistenza, soprattutto in Africa, dove l´agricoltura è il pilastro dell´economia rurale".
Secondo Obasanjo è fondamentale investire di più per rafforzare le istituzioni dando loro la possibilità di operare in maniera autonoma, soprattutto nelle aree rurali. "Non possiamo discutere di un passaggio da situazioni di vulnerabilità alla costruzione di capacità di resilienza se a lavorare sono istituzioni deboli", ha spiegato.
Obasanjo ha inoltre sottolineato che le nuove generazioni devono restare il cuore dell´agenda dello sviluppo. "Se mi chiedeste ora quale sia la mia più grande speranza per l´Africa, non posso che rispondere che ad esserlo sono le nuove generazioni", ha concluso.
Tema centrale delle discussioni del Consiglio dei Governatori di quest´anno sono stati infatti i giovani, quali agenti di cambiamento: i rappresentanti degli Stati membri si sono confrontati sulle modalità da implementare per rafforzare la loro capacità di resilienza.
Durante la conferenza stampa con i media internazionali, il presidente dell´IFAD, Gilbert F. Houngbo ha posto in evidenza le trasformazioni che "possono avvenire nelle aree rurali quando le nuove generazioni hanno accesso alla terra, ai mercati, alle tecnologie ai finanziamenti e alla formazione".
Nel mondo un miliardo e duecento milioni persone ha un´età compresa tra i 15 e i 24 anni, si tratta del più alto numero di giovani mai registrato nella storia. Tra di loro, più di seicento milioni vivono in condizioni di vulnerabilità. Questi giovani rischiano di restare disoccupati o di trovare lavori poco qualificati. Si stima che tale rischio sia due o tre volte più alto rispetto a quello che corre il resto della popolazione: più di 200 milioni di giovani guadagnano meno di 2 dollari al giorno. Per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile è quindi importante investire nelle nuove generazioni: sulle modalità di investimento, soprattutto nei contesti difficili, i delegati internazionali hanno discusso anche in un incontro con giovani rappresentanti di Myanmar, Colombia e Kenya.
Rita Kimani, cofondatrice e amministratore delegato di FarmDrive, realtà che concede prestiti ai giovani agricoltori in Kenya, ha sottolineato che permettere alle nuove generazioni di avere accesso ai capitali è importante quanto dare loro la possibilità di accedere alle nuove tecnologie.
"I giovani che vogliono lavorare la terra per poter permettersi macchinari moderni hanno bisogno di poter accedere a finanziamenti, soprattutto quando devono affrontare cambiamenti climatici", ha spiegato Kimani. E ha portato ad esempio i giovani agricoltori che hanno avuto accesso a prestiti grazie a FarmDrive: hanno utilizzato quei soldi per acquistare sistemi di irrigazione che hanno permesso loro di guadagnare ben cinque volte di più di prima. Ha posto l´accento sulla questione della fiducia Sebastia´n Pedraza, della Rete Nazionale dei giovani agricoltori della Colombia, per il quale bisogna educare le nuove generazioni al valore della terra e al valore del loro lavoro in quanto agricoltori, così da infondere loro fiducia sul potere che hanno in quanto agenti di cambiamento. "Dobbiamo educare i giovani a capire quanto siano importanti per il mondo", ha detto. E ha aggiunto: "Un giorno potreste forse avere bisogno di un avvocato o di un medico, ma di sicuro avrete sempre bisogno di un agricoltore".
"Se non prendiamo seriamente l´Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile, deludiamo le future generazioni", ha detto David Navarro, direttore di 4SD (Skills, Systems and Synergies for Sustainable Development) ed ex consigliere speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite.
Inoltre la discussione si è concentrata sul sistema multilaterale. In un mondo che cambia anche tale sistema deve aggiornarsi, in particolare ci deve essere maggiore coordinamento tra livello locale, nazionale e internazionale: L´IFAD, ha spiegato Houngbo, già si sta adeguando. "Il Fondo sta cambiando in maniera proattiva cosi´ da rispondere ai bisogni di un mondo che muta", ha detto Houngbo. E ha aggiunto: "Siamo determinati nel fare la nostra parte per aiutare i paesi in modo che si raggiungano gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell´Agenda 2030. So che con il sostegno e la partecipazione di tutti gli Stati membri riusciremo a fare di più e meglio".


Fonte: Redazione