Caravaggio ancora superstar, il Doppio e la Copia in mostra a palazzo Barberini

22-06-2017 10:46 -

Roma, 22 giugno 2017 - Caravaggio ancora superstar. E protagonista dell´estate artistica romana. Nel molto ricco e variegato panorama dei maggiori pittori italiani, invidiatoci in tutto il mondo per l´eccelsa qualità degli artisti e delle loro opere, Michelangelo Merisi, meglio noto come Caravaggio, continua ad essere il più citato, il più apprezzato e ammirato. Quasi inflazionato e spesso usurpato della sua stupenda e consistente produzione. Insomma, è un vero protagonista, ormai da tempo, della scena artistica internazionale. E ora le Gallerie Nazionali di Arte Antica e il F.E.C. Fondo Edifici di Culto nella sontuosa sede di Palazzo Barberini hanno allestito dal 21 giugno al 16 luglio 2017 la mostra "Caravaggio nel patrimonio del F.E.C. Il Doppio e la Copia", a cura di Giulia Silvia Ghia.
Il Fondo Edifici di Culto, che ha sede al Ministero dell´Interno, amministra un patrimonio diffuso su tutto il territorio nazionale, costituito da oltre 800 chiese e unità immobiliari di varia natura. Le origini storiche del F.E.C. risalgono alle cosiddette "leggi eversive", emanate dopo la proclamazione del Regno d´Italia, con le quali furono soppressi molti enti ecclesiastici ed incamerati i loro beni che venivano utilizzati per le esigenze del neo Stato Unitario. Le innumerevoli opere d´arte custodite dal FEC sono spesso sconosciute al pubblico e costituiscono un patrimonio straordinario e di grande interesse scientifico.
La mostra a Palazzo Barberini celebra i 30 anni del F.E.C. e presenta quattro dipinti, o meglio due coppie di dipinti messi a confronto, due di certa mano caravaggesca e gli altri copie antiche che ritraggono rispettivamente San Francesco in meditazione e La Flagellazione di Cristo. Il confronto tra due versioni della medesima composizione - sia nel caso di due versioni pressoché identiche, sia nel caso di un originale con la sua copia antica - costituisce un terreno insidioso e appassionante per gli studiosi, in cui gli aspetti storico-artistici e documentari si intrecciano a quelli tecnico-esecutivi e conservativi.
I due San Francesco in meditazione – l´uno proveniente dalla chiesa di San Pietro a Carpineto Romano e in deposito alle Gallerie Nazionali di Arte Antica e l´altro proveniente dalla chiesa romana di Santa Maria della Concezione (nota come Chiesa dei Cappuccini) – sono stati per anni al centro di una complessa vicenda attributiva: il quadro della chiesa dei Cappuccini era stato infatti attribuito a Caravaggio nel 1908. L´attribuzione, accolta dalla maggior parte della critica, rimase immutata fino al 1968, quando venne reso noto il ritrovamento di un´altra versione del San Francesco in meditazione, nella chiesa di San Pietro a Carpineto e del tutto identica a quella già nota. Le operazioni di restauro e le ricerche tecniche, eseguite - contestuali e parallele - su entrambi i dipinti, hanno reindirizzato gli studi d´archivio e storico-artistici, riconoscendo l´originale nella tela proveniente dalla chiesa di San Pietro a Carpineto, oggi in deposito a Palazzo Barberini.
La pala con la Flagellazione di Cristo, proveniente dal Museo di Capodimonte di Napoli, venne commissionata dalla famiglia De Franchis, e collocata nella loro cappella nella chiesa di San Domenico. Agli esiti del restauro del 1928 si deve il moderno recupero dell´opera agli studi caravaggeschi. Un contributo fondamentale è stato offerto dalle indagini diagnostiche che hanno messo in luce il consistente numero di ripensamenti e di modifiche tra cui una figura estranea alla redazione finale. La sua copia, Flagellazione di Cristo, oggi collocata nella cappella del Rosario di San Domenico, venne attribuita, a seguito di un intervento di restauro nei primi anni Trenta del Novecento, ad Andrea Vaccaro, noto copista di Caravaggio. In realtà, è arduo riconoscere nella copia in esame i caratteri personali necessari per un´attribuzione. La campagna di indagini diagnostiche effettuata in occasione della mostra ha permesso di valutare la qualità e il suo rapporto non del tutto fedele con il modello, offrendo nuovi elementi di riflessione per comprendere il contesto e le finalità della sua produzione.
Il F.E.C. Fondo Edifici di Culto custodisce cinque dipinti certi di mano di Caravaggio: Crocifissione di San Pietro, Conversione di San Paolo, nella chiesa di Santa Maria del Popolo a Roma, San Francesco in meditazione nella chiesa di San Pietro a Carpineto Romano in deposito a Palazzo Barberini; Seppellimento di Santa Lucia, nella chiesa di Santa Lucia alla Badia di Siracusa; Flagellazione di Cristo, conservato nel Museo di Capodimonte.
La mostra appena organizzata a Palazzo Barberini per il trentennale del F.E.C., ha lo scopo di far emergere i molteplici aspetti di cui il Fondo da sempre si occupa, tra cui anche il restauro e la conservazione. Tre dei dipinti esposti sono già stati restaurati di recente, il quarto, la copia della Flagellazione attribuita tradizionalmente ad Andrea Vaccaro, affronterà l´intervento di restauro al termine della mostra.
Il F.E.C annualmente finanzia anche progetti di conoscenza e di valorizzazione del proprio patrimonio.
In occasione della mostra è stato pubblicato un catalogo (Gangemi Editore) con testi critici di Marco Cardinali, Michele Cuppone, Maria Beatrice De Ruggieri, Giulia Silvia Ghia e Claudio Strinati.
L´interesse per la mostra è stato testimoniato dall´eccezionale affluenza di persone alla cerimonia di inaugurazione, con qualificati esperti e docenti di storia dell´arte, tra i quali alcuni dei principali studiosi di Caravaggio, la prof. Stefania Macioce e il prof. Pietro Di Loreto, e molti appassionati e cultori.



Fonte: Redazione