A tale proposito l'amb. Cospito scrive «Purtroppo, come già fatto in altra occasione, questa Ambasciata si trova costretta a contestare la veridicità di tali affermazioni sulla base non di generiche affermazioni, ma di dati statistici confermati dalle più importanti Organizzazioni Internazionali nella materia, come l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’OCSE. Secondo l’OMS, il Sistema sanitario nazionale italiano si colloca al secondo posto al mondo come efficienza e funzionalità, dopo la Francia: la Svezia, in tale classifica, si colloca al 23mo posto.
L’aspettativa di vita alla nascita per l’Italia (83,4 anni) è la seconda al mondo dopo la Spagna; per la Svezia è 82,2 anni.
Il numero di letti ospedalieri ogni mille abitanti in Italia è di 3,4, mentre in Svezia è di 2,2. Il numero di Unità di Terapia Intensiva in Italia è di 5.100, ma la recente pandemia ha dimostrato che si possono raddoppiare. In Svezia, considerando la popolazione, i posti sono la metà rispetto a quelli italiani.
La spesa per la salute in Italia, pur con le difficoltà di bilancio del Paese, raggiunge il 6,5% del PIL, in linea con la media OCSE del 6,6% ed è stata pari a 115 miliardi di euro nel 2019 (circa 1200 miliardi di SEK).
L’Italia ha dovuto per prima affrontare l’emergenza COVID-19, senza avere alcun punto di riferimento e con scarsa se non nulla solidarietà da parte di altri Paesi. Il Sistema sanitario è stato posto di fronte ad una sfida epocale e con grandi sacrifici, anche in termini di vite perse tra medici ed infermieri, il Paese è riuscito a dare le risposte richieste e si avvia al contenimento dell’epidemia: ieri, 26 maggio, i nuovi contagi sono stati 397 ed i decessi 78, mentre in terapia intensiva i numeri sono oggi inferiori a quelli dell’inizio dell’epidemia.
I lutti sono stati tanti, troppi, così come il dolore e la sofferenza della Nazione italiana. Ma l’impegno dei medici, degli infermieri e di tutto il personale sanitario è stato encomiabile, così come pronte sono state le risposte delle Autorità nazionali e locali e della popolazione. Oggi, come ieri, siamo fieri di essere italiani per aver saputo reagire ad una sfida epocale con la forza del nostro sapere e con le armi della nostra pietà. E tutti, fuori dall’Italia, dovrebbero avere solo parole di elogio e di solidarietà per il nostro Paese, per la nostra gente: anche perché, abbiamo concesso agli altri, anche alla Svezia, quel tempo che a noi è stato negato da un beffardo destino», conclude la replica dell'ambasciatore italiano in Svezia.