La Svizzera non si è più il "paradiso delle spie"

05-02-2018 11:57 -

GD - Berna, 5 feb. 18 - I film sono uno specchio della realtà e non è un caso se ci hanno abituato ad una Svizzera punto di incontro per i servizi segreti stranieri e intrighi internazionali politico-diplomatici di ogni tipo. Ma stiano in guardia le spie e - perché no? - i diplomatici: le cose stanno cambiando.
Una legge federale sulle attività informative (LAIn) varata da poco in Svizzera consente infatti ai Servizi della Confederazione (SIC) di "disturbare" queste attività. Lo ha detto al giornale domenicale "NZZ am Sonntag" la portavoce del SIC, Isabelle Graber.
Gli incontri in terra svizzera - oggi favoriti dalla forte crescita del flusso dei viaggi aerei - sono stati facilitati, sopratutto negli anni di "guerra fredda" dopo l´ultimo conflitto, dalla posizione al centro dell´Europa, dalle buone infrastrutture, dalla poca presenza della polizia e dalla bassa densità dei controlli.
Inoltre finora, secondo il rapporto 2014 sulla situazione della sicurezza del SIC, la Svizzera offriva ai servizi segreti stranieri un quadro migliore rispetto ad altri Paesi, in cui vigono in maggiori conseguenze penali e politiche per i loro "affari". Durante i cosiddetti "incontri in un Paese terzo", scrive la "NZZ am Sonntag", gli ufficiali dei servizi segreti assegnano incarichi agli agenti, ricevono informazioni politiche, economiche e militari e saldano infine il lavoro svolto.
La nuova legge introdotta lo scorso settembre attribuisce al SIC margini di manovra più ampi e, in determinati casi gli agenti del Servizio delle attività informative, possono accedere a computer, intercettare telefonate, sorvegliare e-mail e localizzare persone. "Cerchiamo di far luce su questi incontri" ha affermato ha detto Graber, precisando che l´obiettivo è di "impedirli o almeno disturbarli".


Fonte: Carlo Rebecchi