Italia-Libia: amb. Tarhuni, "non dobbiamo aspettare la soluzioni da fuori", valore della ricostruzione per imprese estere e italiane

21-10-2019 16:43 -

GD - Roma, 21 ott. 19 - "Vogliamo fermare la guerra subito. Non ci sono attacchi esterni. Ma non dobbiamo aspettare la solzuione della crisi libica da fuori, ma dall'interno del Paese". Non ha avuto esitazioni l'amb. Omar Tarhumi, rappresentante diplomatico della Libia in Italia, intervenendo alla conferenza "Libia: un Paese da ricostruire", organizzato nello studio legale BonelliErede nell'ambito del X Festival della Diplomazia.
L'ambasciatore non ha nascosto le difficoltà e le complessità della situazione interna ma con fermezza ha ribadito che "dopo 60 anni crediamo di essere un Paese libero. Oggi siamo in attesa di una conferenza internazionale che dia speranza alla Libia".
Introdotta da Carla Tomasetti, legale dello studio BonelliErede, che ha confermato l'interesse a seguire in loco la ricostruzione del Paese del Nord Africa, la conferenza ha visto la presenza dell'amb. Maurizio Melani, docente di relazioni internazionali all'Università Link Campus; l'ex ministro Angelino Alfanoa ora in BonelliErede; Mario Sabato, direttore generale della banca UBAE, nonché di numerosi operatori e imprenditori interessati allo scacchiere.
Dalla Confindustria sono giunte alcune significative valutazioni soprattutto per quanto riguarda i potenziali benefici che dalla ricostruzione della Libia deriverebbero anche alle imprese italiane. Il primo dato è che le aziende internazionali impegnate nella ricostruzione otterrebbero un giro d'affari complessivo di 150 miliardi di uero in 10 anni. In particolare il sistema Italia potrebbe ottenere nei due lustri almeno 30 miliardi di euro. E i primi interventi dovrebbero riguardare la ricostrzione dell'apparato produttivo petrolifero che poi farà da volano per il resto del Paese.


Fonte: Redazione