Nigeria: l’ambasciatore sollecita connazionali alla partecipazione per maggior integrazione a Ferrara

13-10-2019 18:53 -

GD – Ferrara, 13 ott. 19 – Prosegue la visita a Ferrara di Yusuf Jonga Hinna, ambasciatore della Nigeria. “Sono sorpreso di vedere che oggi siamo in un numero poco significativo, ma se quelli che sono qui sono davvero determinati può essere un nuovo inizio”, ha detto il diplomatico africano tirando un po’ le orecchie alla comunità nigeriana ferrarese, nel suo lodevole tentativo di favorire l’integrazione e la lotta all’illegalità, spesso al centro di fatti di cronaca nera nella città estense.
Alla festa, organizzata dalla comunità nigeriana nei giardini del Grattacielo per il 59° anniversario dell’indipendenza del paese africano, le presenze non raggiungono il centinaio nemmeno nel momento di massimo affollamento e il dato balza subito all’occhio anche al diplomatico, al suo ultimo giorno di visita a Ferrara, dopo gli incontri avuti in questi giorni con l’amministrazione Municpale. Tuttavia per un pomeriggio il parco si è animato con musica, discorsi e balli tra persone di tutte le età, compresi diversi italiani, e il vicesindaco Nicola Lodi si è detto disponibile a organizzare e partecipare a nuove attività con la comunità nigeriana per favorire il “nuovo inizio” auspicato dall’ambasciatore.
L’ambasciatore insomma ha fatto una ‘lavata di capo’ ai connazionali per il numero esiguo, lasciando subito capire che il suo obiettivo è quello di stimolare il senso di responsabilità e partecipazione nei propri connazionali. “In questa città siamo 800, 1.300 in tutta la provincia, e se anche solo il 10% di noi fosse qui saremmo stati di più. Molti di noi dovrebbero essere qui perché la nostra presenza in questo momento dimostrerebbe che siamo determinati nel nostro desiderio di integrarci in questo paese. Dovete spiegare questo messaggio a tutti quelli che vi sono vicini e che conoscete e ricordare che dobbiamo raggiungere insieme questo obiettivo. Ai rappresentanti della nostra comunità chiedo di guardare internamente per capire le cause dei problemi e le soluzioni pratiche”, ha detto senza timore.
Parole che trovano il completo appoggio del vicesindaco Nicola Lodi in un incontro politico e istituzionale su cui forse pochi qualche anno fa avrebbero scommesso: “Vedo tra voi anche persone che in passato hanno contrastato le nostre attività”, ha detto, “ma quello che volevamo e vogliamo è integrare la comunità nigeriana, anche se questo comporta dell’impegno da parte di tutti. Sono realista e so che oggi non vedo tutta la comunità nigeriana, che dovrebbe essere qui a stringere la mano all’ambasciatore che sta girando per l’Italia per favorire l’integrazione. È un messaggio importante e tutti dobbiamo iniziare a riconoscere la comunità nigeriana come buona e desiderosa di integrarsi, ma senza dimenticare che c’è anche chi non lo vuole affatto. Noi siamo qui per aiutare tutta la comunità nigeriana che vuole mettersi in gioco e aiutarci a risolvere i problemi e a riportare la legalità. Dovete aiutarci a coinvolgere tutti i cittadini nigeriani e dire di non aver più paura, perché so che tanti di loro hanno anche paura a denunciare e segnalare le situazioni sbagliate o di illegalità”.
Tra danze etniche e musica, con un gruppo di bambini impegnati ad intonare sia l’inno italiano che quello nigeriano, un residente nigeriano del Grattacielo ha commentato positivamente l’iniziativa: “Non siamo molti, ma è la prima volta che ci troviamo qui per una festa ed è bello che ci siano anche degli italiani e il vicesindaco. La prossima volta sono sicuro che verrà più gente, vedrete”.
All’evento erano presenti insieme alla portavoce della comunità nigeriana locale Evelyn Aghom anche tre rappresentanti di quella di Genova, Benson Leke, Bernard Henriso e Ajoh Eyitemi, che parlano di come favorire anche a Ferrara una serie di percorsi di integrazione che nel capoluogo ligure stanno dando buoni frutti. “A Genova la nostra comunità si è impegnata tantissimo per organizzare corsi di italiano e farli frequentare a tutti, affinché la lingua ci separa non potremo mai vivere insieme e rispettarci davvero. Se più gente parla italiano, allora ci sarà più gente che trova lavoro e i criminali resteranno isolati. Alle istituzioni italiane chiediamo che favoriscano corsi di formazione professionale per chi è nelle nostre comunità, per far imparare dei mestieri e dare fiducia a chi ancora non ha un lavoro. Anche gli albanesi che arrivavano negli anni ‘9o facevano i muratori, e oggi alcuni di loro hanno le imprese edili. Anche noi nigeriani vogliamo metterci in gioco, ma dovete aiutarci ad avere gli strumenti per farcela”.


Fonte: Redazione