Un libro di Eugenio Ambrosi svela come da Lenin a Lennon il jazz, rock, beat & pop contribuirono alla caduta della Cortina di Ferro

06-12-2017 19:24 -

GD – Trieste, 6 dic. 17 – Può la musica concorrere a cambiare il corso della storia? Il libro "Lenin a Lennon il jazz, rock, beat & pop contribuirono alla caduta della Cortina, di Eugenio Ambrosi (UTET, Trieste 201), tratta con dovizia di dati, elementi, fonti scientifiche la condizione, nei Paesi del Patto di Varsavia, di quei giovani che negli anni sessanta amavano i Beatles e i Rolling Stones, ascoltavano nottetempo Radio Luxembourg, volevano farsi crescere i capelli ed indossare jeans, ballare il rock, mettere su un complessino e suonare canzoni beat. Solo che, a differenza dei coetanei occidentali, quei giovani non potevano farlo. Unica eccezione, per lo scontro tra Tito ed il Cremlino, fu la Jugoslavia, inondata di dischi, riviste, strumenti musicali dal mercato nero fiorito a cavallo del confine con l´Italia, mentre negli altri paesi comunisti la radio e la televisione, controllati dal Partito come pure la casa discografica di stato, i quotidiani e le riviste per giovani, non trattavano musica rock. Pure governative erano le Commissioni che rilasciavano le autorizzazioni a costituire un "gruppo di chitarre elettriche" o aprire una sala da ballo, ove ovviamente vigeva il divieto di ballare il twist. Non a caso le autorità proposero balli di regime tipo il Lipsi, poi esportato dalla DDR all´URSS, dove il coreografo del Bolshoi Moiseev ne inventò almeno una decina.
Il libro è stato presentato con grande interesse agli studenti del Dipartimento di Scienze diplomatiche dell´Università di Trieste a cura del MSOI di Gorizia.
Senza entrare nei manuali di storia contemporanea e sociologia, basta sfogliare una qualsiasi storia della musica rock per rendersi conto di come ad occidente nessuno pareva accorgersi di quanto accadeva ai giovani al di là della Cortina di Ferro. Per i quali era oltremodo rischioso scambiarsi le foto dei Beatles, le registrazioni pirata di vinili di contrabbando, gli spartiti, riunirsi in gruppi d´ascolto segreti, fare della musica, ballare. E, soprattutto, ascoltare di notte le emittenti occidentali, Radio Luxembourg ma anche la BBC, Radio Freedom e Voice of Europe, queste ultime finanziate dalla CIA con i fondi della Crusade for Freedom gestita da un giovane Ronald Reagan, per inoculare il germe della musica rock ma anche notizie, commenti, cultura capitalista decadente. Imponente fu l´attività di jamming orchestrata dalle autorità comuniste per disturbare elettronicamente le trasmissioni radio, tanto costosa quanto inutile.
Significativo il fatto che personaggi come Gorbaciov (URSS) e Giesy (DDR), Walesa (PL) e Havel (CS), l´ambasciatore ungherese ad Ottawa Simonyi abbiano ammesso che il loro primo gesto di ribellione verso il Partito fu l´ascolto della musica rock trasmessa da Radio Luxembourg!
In quegli anni però la musica rock non fu utilizzata dai giovani come espressione di dissenso politico: solo nel 1977 a Praga il movimento Charta 77 si formò per reagire all´arresto ed alla condanna al carcere per evasione fiscale dei membri del gruppo Plastic People of the Universe.
In generale le punizioni in cui i giovani rischiavano di incappare per le loro trasgressioni rock erano le più varie: fermi di polizia e botte, taglio di capelli immediato, cacciata dalle sale da ballo, ritiro del permesso di suonare in pubblico, sequestro degli strumenti, espulsione dall´università e dall´organizzazione giovanile del partito senza le quali non si faceva carriera, soggiorni forzati nei campi di lavoro minerario ed agricolo, arruolamento anticipato nelle caserme più lontane.
A prescindere dal ruolo delle autorità di governo politico ed amministrativo, era il Partito il motore di questa attività di contrasto ideologico e repressione ambientale ed il suo braccio armato tra i giovani era la sua longa manus giovanile, il Komsomol, la Lega delle federazioni giovanili comuniste in URSS ed i suoi omologhi in tutti i paesi comunisti. Il Komsomol era stato fondato all´indomani della Rivoluzione d´Ottobre, Lenin ne era stato acclamato presidente onorario e nel tempo si era distinto per la sua efficienza organizzativa nel supporto alla programmazione economica, nella lotta partigiana, nella formazione ideologica dei giovani, che solo attraverso il Komsomol potevano ambire ad entrare e fare carriera all´università, nell´esercito, nell´amministrazione pubblica, nel Partito.


Fonte: Redazione