La fuga degli italiani dai seggi: per Sgrelli causata anche dall´insufficiente galateo istituzionale degli eletti

06-12-2017 17:50 -

GD - Roma, 6 dic. 17 - «La crescente preoccupante ondata di astensione degli elettori dalle urne testimonia un allarmante distacco dei cittadini dalla politica anche per il discredito determinato dai discutibili comportamenti istituzionali di molti suoi esponenti». A denunciarlo è il prof. Massimo Sgrelli, per quasi vent´anni a capo del Cerimoniale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e ora presidente del Comitato scientifico dell´Accademia del Cerimoniale, nonché autore del manuale "Galateo istituzionale".
«Da troppo tempo assistiamo basiti ad atteggiamenti stonati rispetto alle buone regole dell´etica e del galateo istituzionale, amplificati dai media fino quasi a farli diventare modelli ed esempi, ma pessimi, che vengono poi emulati senza ritegno, come se le istituzioni fossero una zona franca della legalità e dell´etica, dove la maleducazione, la furbizia e la prevaricazione sono divenute prassi», ha detto l´esperto ricordando che, «invece, la forma è ancora un fermo caposaldo determinante della sostanza. Dovunque nei Paesi a noi omologhi le buone prassi dettate dalle regole comportamentali a livello istituzionale continuano, infatti, a vivere solide e inossidabili, a dispetto della modernità e dell´evoluzione digitale, perché esse assicurano certezze e democrazia, efficienza e armonia di funzionamento, leali relazioni».
Sgrelli, che con il manuale "Galateo istituzionale" ha voluto richiamare l´attenzione sull´esigenza di rispettare le regole e le buone maniere, ha poi annotato che «da un lato la responsabilità finale del fenomeno viene attribuita prevalentemente ad una politica non degna ma, dall´altro, anche il cittadino con i suoi comportamenti e le sue scelte non è esente da responsabilità per il generale degrado».
«Il galateo istituzionale, infatti, richiede comportamenti corretti ed etici a tutti, compreso il popolo. In questo caso, si chiede ad esso di esercitare il proprio diritto-dovere di voto, magari votando scheda bianca o annullando la scheda, mentre la mera astensione non è istituzionale. L´astensione è manifestazione palese di scarsa virtù civica e non di illibatezza. Il cittadino non può, quindi, pensare di uscire ´pulito´ con il suo comportamento astensivo, che appare, invece, un mancato rispetto di un dovere civico. Il voto può essere di appartenenza, di scambio o di opinione. Può anche essere di protesta, ma mai astensivo», ha proseguito Sgrelli auspicando che «in Italia si torni presto a re-insegnare l´educazione civica nelle scuole, a tutti i livelli, per formare cittadini coscienti dei propri diritti e doveri».
Infine l´esperto ha annotato che «l´assenza di questa fondamentale formazione civica sta determinando un Paese in cui i cittadini non conoscono i fondamentali delle regole del buon comportamento civico, degli obblighi verso la collettività. Insomma, si è creato uno Stato in cui ci sono regole che nessuno insegna e fa conoscere causando una nazione caotica come se nelle strade non ci fosse il Codice della Strada a regolare la mobilità e ognuno procedesse come gli pare».


Fonte: Redazione