Italia-Inghilterra: legame sempre più forte, oltre metà degli italiani ha un parente o amico nel Regno Unito

27-09-2019 15:23 -

GD – Roma, 27 set. 19 - La Brexit non sta mettendo a dura prova solo il Regno Unito, ma anche il resto dell’Europa. Tutti gli altri 27 gli Stati membri dell’UE sono coinvolti, anche se indirettamente, dall’esito delle trattative tra Londra e Bruxelles. Ma è proprio dall’Italia che giunge un segnale forte che attraversa la Manica per essere indirizzato non solo agli espatriati che vivono in UK, circa 700 mila persone, ma agli stessi britannici che, per ragioni economiche, culturali o semplicemente affettive, sono legati al Belpaese. La conferma giunge da uno studio condotto su un campione di 1000 italiani, rappresentativo della popolazione, dalla SWG di Trieste, società di analisi e ricerche di mercato, per conto dell’Ambasciata Britannica a Roma.
La ricerca fornisce un quadro incoraggiante per Londra rispetto al modo in cui gli italiani continuano a guardare al Regno Unito, anche in questa fase delicata della sua storia nell’imminenza dell’uscita dall’Unione Europea.
Passando ai dati, 8 italiani su 10 auspicano che il futuro tra i due Paesi non venga intaccato dalla Brexit, bensì si rafforzi ancora di più, perché ritengono fondamentale continuare a lavorare su tematiche come ricerca e innovazione, commercio e investimenti, clima ed energia.
Sei italiani su 10 (57%) sono stati almeno una volta nel Regno Unito nel corso degli ultimi 5 anni. Di questi, la quasi totalità (93%) ci tornerebbe (+7% rispetto all’anno scorso), mentre l’80% di coloro che vi hanno trascorso almeno un anno parlano positivamente della propria esperienza (solo il 3% pensano il contrario).
Oltre un italiano su due dichiara di avere almeno un parente, un amico o un conoscente che risiede attualmente nel Regno Unito. E proprio gli amici e parenti in UK si confermano essere per oltre 1 italiano su 3 una fonte fondamentale di informazione e conoscenza su quando sta accadendo oltre Manica.
Rispetto all’anno scorso, un numero sensibilmente maggiore di italiani (57%, rispetto al 47% dello scorso anno) pensa che i cittadini britannici abbiano fatto una scelta sbagliata, motivata più dalla “pancia” (66%) che dalla “testa” (24%). In generale e a prescindere dalle valutazioni sull’esito del referendum nel 2016, la maggior parte degli italiani continua ad affermare che il voto sulla Brexit non ha influenzato la loro propensione a recarsi nel Regno Unito per turismo (72%), studio (72%) o lavoro/affari (68%).
Il 74% degli intervistati è favorevole al mantenimento di una stretta collaborazione UK-UE in materia di difesa e sicurezza, mentre il 75% (+6% dal 2018) si dice d’accordo con l’idea di un’area di libero scambio dopo l’uscita del Regno Unito dal Mercato Unico. Il 65% degli italiani (+3% dal 2018) concorda con il principio di una gestione controllata dei flussi migratori dei cittadini comunitari tra UE e Regno Unito.
Inoltre, 4 italiani su 5 ritengono che un mancato accordo tra Regno Unito e UE alla fine dei negoziati sulla Brexit sarebbe dannoso. Meno di un italiano su dieci (7%) ritiene il contrario.
Uno spostamento sensibile (+6% dal 2018) si registra nel numero di quanti ritengono che i danni di un no-deal sarebbero equamente ripartiti tra Regno Unito e UE (43%), a fronte del 26% che paventa conseguenze negative soprattutto per il Regno Unito e l’11% che immagina peggiori conseguenze di questo scenario soprattutto per l’UE.
A stare a cuore agli italiani è soprattutto il mantenimento di una relazione speciale tra l’Italia e il Regno Unito, anche dopo la Brexit. Se è vero che 2 italiani su 3 (66%) dichiarano auspicabile garantire continuità a un legame stretto tra i due Paesi, la percentuale di quanti ritengono importante il proseguimento della collaborazione anglo-italiana cresce significativamente in riferimento a settori specifici.
Tra questi, si ritiene strategico mantenere forte la collaborazione bilaterale in ambiti come la ricerca scientifica e l’innovazione (82%), gli scambi commerciali e gli investimenti (81%), l’arte e la cultura (78%) e il settore della lotta ai cambiamenti climatici, dello sviluppo sostenibile e dell’energia (77%).
“La partnership tra Regno Unito e Italia continua a crescere”, ha detto Jill Morris, ambasciatore britannico a Roma, “e mi piace sottolineare l’auspicio che gli italiani hanno espresso per il futuro, che la nostra collaborazione bilaterale continui ad essere forte, soprattutto in alcuni tra i settori più strategici per il nostro futuro: ricerca e innovazione, commercio e investimenti, cultura e arte, cambiamenti climatici e sviluppo sostenibile. Si tratta di aree in cui i nostri due governi sono impegnati a collaborare intensamente, come testimoniato dagli ultimi dati a disposizione e dalla partnership vincente tra Regno Unito e Italia in vista del summit della COP26 del prossimo anno”, ha concluso la diplomatica britannica.


Fonte: Redazione