Conferenza sulle Città d´Africa, per Uneca, "Africa opportunità, non una minaccia"

16-11-2017 14:27 -

GD - Roma, 16 nov. 17 - Alla Farnesina si affronta la questione dell´Africa. "La crescita economica dell´Africa registrata negli ultimi anni non ha generato uguaglianza, indipendenza economica dei suoi abitanti grazie alla creazione di posti di lavoro. La stessa situazione si verifica anche in Europa": è questa la contraddizione e a tempo stessa la sfida comune posta in evidenza da Vera Songwe, segretaria esecutiva dell´Uneca, la Commissione economica per l´Africa delle Nazioni Unite, nel corso della Conferenza sulle Città d´Africa, alla Farnesina. Per la responsabile Onu, quelli dell´urbanizzazione, dello sviluppo, della pace, della sicurezza e della stabilità sono tutti temi collegati e globali.
Nel fenomeno molto rapido dell´urbanizzazione in Africa, verificatosi in soli 15 anni, "non è stato creato alcun collegamento diretto fra l´ambiente rurale e l´ambiente urbano, non è stata creata un´economia di servizi, e questa è una vera sfida perché nel 2050 vi saranno 450 milioni di giovani africani - rispetto a 72 milioni in Europa - un numero gigantesco di giovani che dovranno essere formati e dovranno trovare lavoro", ha sottolineato l´economista del Camerun. Pertanto l´urbanizzazione rappresenta una forza enorme, ma per trasformare questa risorsa in opportunità servono soluzioni condivise, frutto di partnership tra Africa, Italia e Europa. Numeri alla mano, ha proseguito Songwe, "l´Africa diventerà il mercato del mondo intero poiché avremo sempre più bisogno di infrastrutture, abitazioni, servizi, cibo".
Per costruire città efficienti, smart cities, e rispondere a tutte le necessità dei residenti urbani, la segretaria esecutiva dell´Uneca ha chiamato in causa l´esperienza italiana per le conoscenze e competenze delle sue piccole e medie imprese, per il suo modello di sviluppo delle piccole città e dello sviluppo delle tecnologie dell´informazione e delle comunicazioni (Ict).
Altro nodo da sciogliere, secondo Songwe, è la percezione che si ha dell´Africa all´estero. "Molte imprese italiane lavorano in Africa, e se sentirete le loro testimonianze, vi racconteranno una storie ben diversa, quella di un´Africa piena di risorse. È in questa ottica", ha aggiunto la rappresentante dell´Uneca, "che dobbiamo guardare all´Africa e alla sua popolazione". Per questo motivo, i giovani africani "non devono essere considerati un fattore di rischio ma un fattore di crescita, un bene, un asset" ha insistito l´economista camerunense.
In Africa un´altra ricchezza da tutelare e valorizzare è il retaggio culturale, il patrimonio storico-architettonico. "Siamo qui per trovare soluzioni concrete e collettive a problemi universali. Davanti a noi si apre una finestra di opportunità importante, con grandi prospettive di investimento, ma dobbiamo rispondere velocemente, in modo corretto ed efficace. Non abbiamo molte possibilità di sbagliare" ha concluso la dirigente Onu.
Un riconoscimento per il Governo di Roma è venuto dal Congo. "Da molti anni l´Italia collabora in modo proficuo con il mio Paese, accompagnandolo e contribuendo al suo sviluppo economico. Lo sta facendo con le piccole e medie imprese, in particolare quelle della Lombardia". ha infatti detto Martin Coussoud-Mavoungou, ministro della Ricerca scientifica e dell´Innovazione della Repubblica del Congo.
Nel suo discorso alla Conferenza sulle Città d´Africa alla Farnesina, il ministro congolese ha poi proposto di "incoraggiare ulteriormente l´iniziativa privata italiana e di incrementare la collaborazione tra città italiane e congolesi per rispondere alla sfida dell´urbanizzazione".
Tornando indietro nel passato, il ministro Coussoud-Mavoungou ha ricordato le affinità storiche e culturali tra i due Paesi. Nel 1880, è stato l´esploratore friulano Pietro Savorgnan di Brazzà ad aver fondato Brazzaville, odierna capitale della Repubblica del Congo, durante una sua spedizione sul fiume Congo.



Fonte: Redazione