Premio Nobel per la Pace Muhammad Yunus, per affrontare fame e conflitti serve nuovo approccio

21-05-2019 19:01 -

GD - Roma, 21 mag. 19 - Serve un cambiamento radicale nel modo di affrontare la fame e i conflitti, questioni spesso interconnesse, ha affermato Mohammad Yunus, Premio Nobel per la Pace, intervenendo ad un evento alla FAO per fare il punto sui progressi fatti dall'Alleanza FAO - Premi Nobel per la Pace per la Sicurezza alimentare e la Pace.
"Se continuerai a fare le stesse cose che hai fatto finora, finirai con ottenere sempre gli stessi risultati... soprattutto su temi come la sicurezza alimentare, l'agricoltura e l'ambiente", ha affermato Yunus, "se non cambiamo il nostro modo di pensare, se non lavoriamo in modo diverso, queste questioni non si risolveranno".
L'Alleanza FAO - Premi Nobel per la Pace nasce nel a maggio 2016 con l'obiettivo di rompere il circolo vizioso tra conflitti e fame.
Fame e conflitti sono infatti strettamente interconnessi. Secondo i dati della FAO, il 60% della popolazione colpita dalla fame vive in aree di conflitto. Allo stesso tempo, il numero di conflitti legati al controllo delle risorse naturali per produrre cibo è in costante crescita.
"Non potrà mai esserci sicurezza alimentare senza pace, e non c'è pace duratura senza sicurezza alimentare", ha detto il direttore generale della FAO, José Graziano da Silva, intervenendo all'evento di oggi. "Ogni volta che un conflitto incombe, o la fame minaccia la pace, dobbiamo dare sostegno alle comunità rurali vulnerabili. Per salvare vite, dobbiamo anche salvare i mezzi di sostentamento".
Ricostruire la speranza in Repubblica Centrafricana - L'evento di oggi ha fornito un esempio concreto di un nuovo approccio su come affrontare fame e conflitti. Un progetto pilota in Repubblica Centrafricana coinvolge sia cristiani che musulmani in iniziative di produzione agricola, formazione e sviluppo di iniziative imprenditoriali sociali, oltre a incentivare il dialogo tra le comunità per promuovere la coesione sociale.
L'iniziativa si basa sull'expertise di Yunus in business sociale nel promuovere l'imprenditorialità agricola soprattutto tra i giovani, e su quella della yemenita Tawakkol Karman, attivista per i diritti umani e Premio Nobel per la Pace 2011, per quanto riguarda le iniziative di dialogo inter-religioso.
Il progetto si sviluppa su un'area di proprietà della Chiesa Cattolica vicino alla capitale Bangui, dove vivono 3000 sfollati.
"Gli agricoltori sono ottimi imprenditori", ha sottolineato Yunus, ricordando che il progetto centrafricano è un solido esempio di come l'imprenditorialità agricola possa contribuire a trasformare le comunità e queste a loro volta possono incentivare le persone a fermarsi, invece di cercare migliori opportunità altrove.
Il progetto è stato definito dalla FAO, finanziato dalla Cooperazione italiana, e implementato dall'ONG Cooperazione Internazionale (COOPI).
L'impegno della FAO per la sicurezza alimentare e la pace - L'Alleanza vanta oggi dodici Premi Nobel per la Pace, incluso l'attivista yazida per i diritti umani Nadia Mura, Premio Nobel per la Pace 2018 per il suo impegno contro lo stupro come strumento di guerra e l'ex presidente Juan Manuel Santos, premiato nel 2016 per gli sforzi volti a porre fine alla guerra civile che tormenta la Colombia da oltre 50 anni.
Le conoscenze dell'Alleanza hanno aiutato la FAO a sviluppare un set di politiche per la costruzione della pace a sostegno dell'agenda per lo sviluppo sostenibile, inaugurato lo scorso anno.
La FAO è anche uno dei membri fondatori della Rete Globale contro le Crisi Alimentari (Global Network Against Food Crises) che prepara il Global Food Crises Report e che coordina le azioni per affrontare e prevenire le crisi umanitarie, come i conflitti.
La FAO e il Programma Alimentare Mondiale (WFP) forniscono aggiornamenti periodici al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla situazione alimentare in paesi colpiti da conflitto.
Un lavoro collettivo che contribuisce al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile entro il 2030, incluso il Numero 2: Fame Zero.


Fonte: FAO