Morto Gianni De Michelis, esponente di punta del PSI, già ministro anche degli Esteri

11-05-2019 15:27 -

GD - Roma, 11 mag. 19 - È morto nella notte Gianni de Michelis, esponente di spicco del PSI di Craxi e per molti anni ministro in diversi dicasteri, compreso quello degli Esteri. Nato a Venezia il 26 novembre del 1940, era malato da tempo. I funerali si terranno nel capoluogo veneto in forma strettamente privata. Unanime il cordoglio da parte di tutto il mondo politico che gli ha riconosciuto le notevoli capacità intellettuali e politiche che gli consentivano uno sguardo di ampio e intelligente respiro sull'orizzonte delle vicende italiane ed internazionali.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha dichiarato: «Scompare con la morte di Gianni De Michelis uno dei protagonisti della attività di governo dell'ultima parte del Novecento. Intelligente e appassionato esponente della causa socialista ha segnato con la sua azione una significativa stagione della politica estera del nostro Paese, nella fase che faceva seguito al venir meno del contrasto est/ovest. Le sue intuizioni e il suo impegno sulla vicenda europea, dei Balcani, del Medio Oriente e del Mediterraneo, hanno consolidato il ruolo internazionale dell'Italia e contribuito alla causa della pace e della cooperazione internazionale.».
Nella sua lunga carriera politica è stato deputato dal '76 al '94 e più volte ministro negli anni '80 e '90, alle Partecipazioni statali, al Lavoro, agli Esteri. Dall'88 all'89 è stato anche vicepresidente del Consiglio. Componente dei governi Cossiga, Forlani, Spadolini, Fanfani, Craxi, De Mita e Andreotti, è stato sicuramente uno dei protagonisti della Prima Repubblica.
La sua ultima esperienza nelle istituzioni risale al 2004, quando venne eletto eurodeputato nella lista Socialisti uniti per l'Europa. Ma la sua carriera politica di De Michelis cominciò formalmente, dopo le esperienze studentesche, a fine degli anni '60 con l'ingresso nella Direzione del PSI, dove divenne anche responsabile dell'organizzazione. La svolta arrivò poi con l'ascesa di Bettino Craxi: De Michelis, che allora militava in un'altra corrente, lo appoggiò nella corsa alla segreteria del '76 nel 'ribaltone' contro la vecchia classe dirigente socialista. Una volta passato nella maggioranza, fu uno degli uomini più vicini a Craxi, per conservando una sua cifra. Da ministro, De Michelis si è trovato al centro delle più 'calde' stagioni italiane nel corso degli anni '80.
Era ministro del Lavoro nel periodo del taglio dei punti della scala mobile e dello scontro tra PSI e PCI. Ma è stato sopratutto alla Farnesina che De Michelis è stato protagonista: è stato ministro degli Esteri negli anni della caduta del muro di Berlino, della prima guerra del Golfo, della dissoluzione dell'Unione Sovietica. Sempre alla guida della Farnesina, si applicò, seguendo il suo europeismo convinto, nel processo di unificazione continentale dei primi anni '90, anche grazie alla storica presidenza italiana del Consiglio Europeo della seconda metà del 1990.
Erano gli anni del Trattato di Maastricht, di cui De Michelis è stato uno dei firmatari nel '92. Ma è passata alle cronache, anche grazie ad alcune celebri fotografie, la sua passione per le discoteche. Passione che ha poi spinto De Michelis a scrivere il manuale “Dove andiamo a ballare stasera?”, una «guida a 250 discoteche raccomandabili, frequentabili, a cui poter rivolgersi con sicurezza per passare bene il proprio tempo e per spendere bene il proprio denaro», pubblicata nell'87.
Anche lui venne travolto da Tangentopoli, trovandosi a dover fronteggiare 35 procedimenti a partire dal '92. Oltre ad alcune assoluzioni, venne condannato per l'inchiesta sulle tangenti per le autostrade del Veneto e per lo scandalo Enimont.
Finita la sua esperienza nelle istituzioni, aveva messo a frutto la sua intelligenza e conoscenze nella sviluppo delle relazioni internazionali, in particolare in quelle con la Cina, che cominciava ad affacciarsi sulla scena mondiale come potenza economica.
Gli ultimi anni di vita di De Michelis sono stati profondamente segnati da una malattia degenerativa con cui combatteva da tempo e che lo ha portato alla morte.


Fonte: Redazione