GD - Roma, 17 dic. 25 - Come nelle favole di un tempo, “la bella addormentata si rigirava pigramente nel letto, fino a quando un bullo irriverente ha cominciato a prendere a calci il suo comodo giaciglio. Tanti sbadigli e tanta confusione, ma finalmente la bella addormentata si è svegliata e ha cominciato a rimettere in riga il bullo e a rispondere per le rime anche alla gang che terrorizza i timidi e pacifici nanetti”. Finalmente l’Europa ha preso coscienza della sua forza e determinazione ed ha cominciato a imporre le condizioni per contrastare l’aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina. Non una resa incondizionata dell’Ucraina, come da sempre propone il Cremlino e come inizialmente aveva accettato anche l’Amministrazione americana. La proposta europea è lungi dal riconoscere concessioni territoriali all’esercito che ha tentato, senza successo, di invadere prima l’intera Ucraina e poi le regioni di confine del Donetsk e Donbass. Durante i colloqui di Berlino (15-16 dicembre 2025), i leader europei hanno consegnato agli inviati statunitensi una proposta che rappresenta una pietra miliare per porre fine alla guerra in Ucraina. Questa proposta fa parte di una più ampia iniziativa volta ad allineare la nuova amministrazione Trump, gli alleati europei e Kiev su un quadro di pace realizzabile e che dia solide garanzie all’Ucraina per il futuro. La dichiarazione congiunta firmata da Regno Unito, Francia, Germania, Italia e altre sette nazioni si concentra sulle "garanzie di sicurezza" come prerequisito per qualsiasi accordo di pace. La proposta europea prevede la creazione di una forza multinazionale in Ucraina (MFU Multinational Force in Ukraine) che rappresenta il fulcro di una "coalizione di volenterosi" guidata dall'Europa che verrebbe dispiegata all'interno dell'Ucraina per proteggere il Paese da futuri tentativi di invasione da parte dei russi. Questa forza contribuirebbe a rigenerare le truppe ucraine, a garantire la sicurezza dei cieli (no fly zone) e a sostenere la sicurezza marittima sul Mar Nero per permettere ai traffici commerciali dell’Ucraina di riprendere le loro attività in totale sicurezza. Si tratta in pratica, come più volte proposto dal presidente Giorgia Meloni, di formulare garanzie di sicurezza "speculari all'articolo 5" del trattato della NATO, ancorché l’Ucraina non entrerebbe a far parte della Coalizione Nord Atlantica. La proposta europea include un “impegno giuridicamente vincolante ad adottare misure, anche con l'uso della forza armata, per ripristinare la pace se l'Ucraina dovesse essere nuovamente attaccata in futuro”. I Paesi europei guiderebbero la forza di terra, mentre gli Stati Uniti guiderebbero il sistema di monitoraggio e verifica del cessate il fuoco per fornire un preallarme su eventuali movimenti russi. L'esercito ucraino sarebbe mantenuto anche in periodo di pace con un contingente di 800.000 soldati per assicurare la deterrenza necessaria a contrastare eventuali recrudescenze del conflitto con la Russia. Infine, i leader europei hanno confermato agli alleati USA l’intenzione di avviare tutte le procedure richieste per l'adesione accelerata dell'Ucraina all'UE, con alcune fonti che suggeriscono un obiettivo già definito e che si deve concretizzare già a gennaio 2027.
Nonostante i negoziatori statunitensi - Steve Witkoff e Jared Kushner - affermino che "il 90% delle questioni" sia stato risolto, permangono ostacoli importanti. La prima tra tutte quella sul controllo dei territori ucraini che la Russia pretende di annettere, compresi quelli su cui i suoi uomini non hanno ancora messo i loro scarponi. I negoziatori americani hanno proposto "zone economiche libere" nelle aree occupate, ma il presidente Zelensky ha ribadito che l'Ucraina non cederà ufficialmente il proprio territorio sovrano. Ulteriore punto che bisogna imporre alla Russia è la presenza di forze europee in Ucraina, una delle tante "linee rosse" che il Cremlino ritiene invalicabili. Per quanto riguarda, invece, i finanziamenti per la ricostruzione dell’Ucraina, la UE ha proposto di coprire fino a due terzi del fabbisogno finanziario dell'Ucraina per i prossimi due anni (circa 90 miliardi di euro). La riunione dei Paesi europei a Berlino, con i negoziatori americani, riporta l’Europa in primo piano su una trattativa da cui è stata esclusa per troppo tempo. Allo stesso tempo i leader europei hanno trovato il modo per mantenere il coinvolgimento degli Stati Uniti nella fase post bellica assegnando loro il ruolo di monitoraggio della pace e fornendo al contempo all'Ucraina la sicurezza necessaria anche senza un'adesione immediata alla NATO. Questi documenti saranno presentati al Cremlino nei prossimi giorni e a quel punto si vedrà quali sono le reali intenzioni della Russia per tirarsi fuori dal vicolo cieco in cui si è inspiegabilmente infilata circa 4 anni fa. La Russia non ha infatti ottenuto nessuno dei suoi “obiettivi strategici” e allo stesso tempo ha depauperato il suo arsenale bellico e messo in ginocchio l’economia del Paese. Probabilmente la vera svolta dovrà venire proprio dalla Russia perché solo “eliminando la causa del problema” si può sperare di risolverlo. Altrimenti la guerra continuerà e aumenteranno solo i danni e le perdite non solo per l’Ucraina ma anche per i russi e, in fondo, per il mondo intero.