Italia-Francia: nel nome di Leonardo Macron e Mattarella giovedì assieme ad Amboise

30-04-2019 19:18 -

GD – Parigi. 30 apr. 19 – Le discusse e animate relazioni tra Francia e Italia stanno compiendo passi verso una normalizzazione. Così, in attesa della visita di Stato che dovrà sancire il superamento definitivo delle tensioni scoppiate tra i due Paesi, i rispettivi Presidenti della Repubblica, Emmanuel Macron e Sergio Mattarella, si ritroveranno giovedì 2 maggio per celebrare il 500/mo anniversario della morte di Leonardo da Vinci. Si sono dati appuntamento è ad Amboise, paese ove il genio italiano fu invitato da Francesco I nel 1516, divenendone “primo pittore, ingegnere e architetto” e dove poi morì il 2 maggio di tre anni dopo nel Castello di Clos Lucè.
Qui Macron ospiterà a pranzo Mattarella, dopo la visita al Castello reale e la sosta sulla tomba di Leonardo. L'incontro tra i due Capi di Stato sarà soprattutto dedicato ad approfondire quei legami «storici e culturali» che uniscono Francia e Italia, insieme a quelli «economici e umani», come venne sottolineato nella telefonata del 12 febbraio scorso tra Eliseo e Quirinale, che sancì la ritrovata sintonia tra i due Paesi. Ma è inevitabile che nei colloqui tra i due Presidenti trovino spazio anche temi più politici, alla luce dell'evoluzione dei rapporti dopo l'incidente diplomatico dell'inverno scorso e non solo.
«I nostri rapporti di lavoro non hanno subito lacerazioni», aveva recentemente assicurato Mattarella in una intervista rilasciata a Richard Heuzé del “Politique Internationale”, intitolata «Francia-Italia: una relazione indistruttibile», dove tra l’altro esprime la convinzione «che i nostri due Paesi sapranno trovare un accordo su una questione delicata come quella delle estradizioni» dei terroristi italiani.
Tuttavia, al di là di vicende come l'incontro del vicepremier Luigi Di Maio con i gilet gialli che hanno creato non pochi problemi nelle relazioni franco-italiane, è evidente che sono numerose le questioni che vanno chiarite ed approfondite, anche nell'ottica del rilancio dell'Unione europea. Obiettivo che, come affermato da Mattarella nella stessa intervista, poneva la necessità di respingere «senza esitazione velleità di 'direttorio’» che «di tanto in tanto, tornano a galla».
Un rischio che potrebbe però profilarsi di fronte al consolidarsi del rapporto diretto tra Germania e Francia, sancito dal recente Trattato di Aquisgrana, mentre non si è ancora arrivati a suggellare quello tra i cugini d'Oltralpe e il nostro Paese, annunciato all'inizio del 2018 in occasione di un vertice bilaterale tra Macron e l'allora premier Paolo Gentiloni.
«Non pensiamo neanche per un attimo che la riaffermazione di quel rapporto rispecchi la minima tentazione egemonica o prefiguri l'instaurazione di un direttorio ai vertici dell'Unione», ha comunque assicurato il Capo dello Stato italiano, ma inevitabilmente qualche preoccupazione può derivare da episodi come il recente vertice sui Balcani promosso dalla cancelliera tedesca, Angela Merkel, e da Macron senza la partecipazione dell'Italia.
Per quanto riguarda le iniziative di giovedì, Macron e Mattarella, dopo la partecipazione alla presentazione di 50 progetti inseriti nel programma «Viva Leonardo da Vinci! 500 anni di Rinascimento Centre-Val de Loire», si trasferiranno nel Castello di Chambord, che Leonardo progettò ma non realizzò, che naturalmente conserva in ogni caso il suo stile, come dimostra ad esempio lo scalone a doppia elica al centro dell'edificio, composto da due scale a chiocciola rotanti nello stesso senso che non si incrociano mai.
I due Capi di Stato incontreranno 500 giovani francesi ed italiani impegnati in laboratori di architettura, letteratura, spazio, fisica e scienza, guidati, rispettivamente, da Renzo Piano, Alessandro Baricco, Samantha Cristoforetti e Thomas Pesquet, Fabiola Gianotti e Gabriel Chardin.
Un esempio del legame e della collaborazione culturali tra i due Paesi, su cui però nelle ultime ore grava l'ombra del caso sollevato dalla Società degli italianisti francesi nell'insegnamento superiore, che lamentano il continuo taglio nel corso degli anni da parte del ministero dell'Educazione delle cattedre di italiano nelle medie e nei licei della Francia. Un grido d'allarme raccolto anche da alcuni intellettuali come Luciano Canfora, Dacia Maraini e Andrea Camilleri, che hanno aderito ad una petizione per «salvare l'insegnamento dell'italiano in Francia» che ha già raccolto settemila firme.


Fonte: Redazione