Geopolitica della cura: da Tirana agenda di nuova pace scritta dalle donne
06-11-2025 14:21 -
GD - Tirana, 6 nov. 25 - Per qualche giorno Tirana è diventata un punto d’incontro discreto ma decisivo della diplomazia della pace. Nella capitale albanese si sono riuniti rappresentanti di 33 Paesi, invitati dalla Women’s Federation for World Peace WFWP e dalla Global Women’s Peace Network GWPN, per condividere esperienze e proposte su pace, dialogo interreligioso e leadership femminile. In un tempo segnato da conflitti e polarizzazioni, il messaggio che arriva da Tirana è chiaro: la pace non è solo equilibrio di forze, ma responsabilità di cura, e senza le donne al centro di questo processo la sicurezza resta fragile. L’Albania, con la sua storia di convivenza tra musulmani, cattolici, ortodossi e altre comunità di fede, ha offerto lo sfondo ideale per riflettere su come la religione possa diventare ponte e non barriera. Su questo scenario si inserisce l’intervento di Tirzi Martin, autrice e senior adviser di WFWP in Francia, che in “Words Before War – Dialogue as a Path to Peace in the Middle East” ha ricordato come ogni guerra inizi molto prima delle armi, nelle parole che disumanizzano l’altro, se la scelta del dialogo venisse presa sul serio fin dall’inizio, molti conflitti non raggiungerebbero il punto di non ritorno. Il caso albanese è stato più volte citato come esempio concreto di armonia interreligiosa nei Balcani, moschee, chiese cattoliche e ortodosse, insieme ai centri della comunità bektashi, condividono lo stesso spazio urbano e le famiglie in cui convivono fedi diverse fanno parte della normalità quotidiana. È stato ricordato il lavoro congiunto delle principali comunità religiose e delle istituzioni nel promuovere il dialogo, il sostegno alle fasce più vulnerabili e percorsi di reintegrazione per chi rientra da aree di conflitto. Tra le voci albanesi, la prof. Eva Cipi, attiva nella Universal Peace Federation UPF in Albania, ha sottolineato come la pace inizia nelle case, nelle parole e nei gesti che i bambini respirano fin da piccoli. Nel ringraziamento finale al comitato organizzatore è stato valorizzato anche il contributo di Katarzyna Minollari che da anni lavora per intrecciare dialogo religioso, educazione e iniziative di pace sul territorio. Su questo terreno si inserisce la visione di Moriko Hori, presidente internazionale di WFWP, che ha richiamato le radici spirituali dell’organizzazione fondata dal dott. Hak Ja Han Moon e dal reverendo Sun Myung Moon. Al centro della loro missione vi è la “logica dell’amore”: superare le divisioni etniche, nazionali e religiose attraverso relazioni di rispetto e responsabilità reciproca. Le testimonianze arrivate da Europa, Asia, Africa, Americhe e Medio Oriente hanno mostrato, con linguaggi diversi, lo stesso passaggio: dalla diffidenza alla collaborazione. L’elemento religioso, a Tirana, non è stato vissuto come tema separato dalla diplomazia, ma come dimensione che la rafforza. Quando le comunità di fede lavorano insieme, la pace guadagna una base sociale profonda, che va oltre i calendari politici. In questo processo, le donne sono apparse come protagoniste naturali: leader, mediatrici, educatrici, custodi della memoria e del tessuto sociale. La presenza di figure politiche di alto profilo, come Anneli Jäätteenmäki, già Primo Ministro della Finlandia, ha confermato che le reti femminili nella vita pubblica non sono un elemento accessorio, ma una risorsa strategica per la stabilità democratica e la prevenzione dei conflitti. Tra i momenti più intensi della conferenza spicca la cerimonia del “Bridge of Peace”, iniziativa simbolica nata negli anni Novanta per sanare ferite storiche tra popoli. Due persone, spesso provenienti da contesti segnati da diffidenza o dolore, si incontrano su un ponte reale e simbolico, guidate da quattro parole: responsabilità, rispetto, pentimento, impegno. A Tirana questo gesto ha risuonato come un messaggio alla comunità internazionale: non c’è riconciliazione autentica senza il coraggio di guardare al passato, chiedere perdono, accettare di cambiare. La dimensione religiosa, civile e istituzionale si è intrecciata con una forte apertura alla cooperazione concreta tra Stati. I 33 Paesi presenti hanno portato progetti educativi, programmi di sostegno alle donne nei contesti di guerra, iniziative con i giovani, esperienze nate dal basso che oggi orientano politiche nazionali e internazionali. In più interventi si è visto come la collaborazione tra governi, organizzazioni non governative e reti femminili possa generare percorsi di pace dove, fino a poco tempo fa, c’erano solo diffidenza e rassegnazione. La sessione conclusiva ha dato un volto a questa “geopolitica della cura”. Il Global Women Peace Ambassador Award è stato conferito a Vicenta Fernandes, di Capo Verde, per il suo impegno nella costruzione della pace e dello sviluppo comunitario. A chiudere i lavori è stata Mitty Tohma, Presidente di WFWP per Europa e Medio Oriente, che ha riassunto lo spirito dell’incontro in tre impegni essenziali: togliere l’ignoranza, ridurre la povertà, mettere da parte l’ego, un richiamo rivolto in particolare a chi ha responsabilità politiche e diplomatiche. Tirana ha mostrato che è possibile parlare di cessate il fuoco, riconciliazione, sicurezza condivisa e sviluppo sostenibile partendo da un linguaggio diverso, quello della cura, della fede che unisce, dell’ascolto reciproco tra culture e nazioni. Le donne leader religiose, ex capi di governo, accademiche, attiviste, professioniste non sono state una presenza “simbolica”, ma protagoniste nella scrittura di una nuova agenda di pace. Se la diplomazia vorrà essere all’altezza delle sfide del nostro tempo, dovrà riconoscere sempre di più il valore di questo lavoro silenzioso, che unisce dimensione spirituale, politica e umana. È proprio lì, nella capacità di creare fiducia tra persone, comunità e popoli diversi, che la geopolitica della cura può diventare una reale speranza di pace.
Dott.ssa Klarida Rrapaj Psychologist, vriminologist, victimologist Director for Women’s Rights – International Police Organization (IPO)