La lettera indirizzata a Trump è stata firmata da Wałęsa insieme ad altri 38 cittadini polacchi che erano stati perseguitati e imprigionati dal regime comunista. I firmatari della lettera [tra cui l'attivista democratico e storico Adam Michnik, il giornalista Seweryn Blumsztajn e il politico Władysław Frasyniuk] hanno affermato che il modo di fare del presidente Trump nei confronti del popolo ucraino e del presidente Zelensky li aveva riempiti «di orrore e disgusto», modi di fare che hanno ricordato loro la violenza degli interrogatori che venivano organizzati dai servizi della polizia segreta nelle aule dei tribunali dell’ex Unione Sovietica.
I firmatari della lettera hanno ulteriormente ricordato che «i pubblici ministeri e i giudici, incaricati dalla onnipotente polizia politica comunista, ci spiegavano anche che avevano tutte le carte in mano e noi nessuna», mimando in modo puntuale il commento del presidente Donald Trump, secondo cui il presidente ucraino Volodymyr Zelensky non era in alcun modo in grado di negoziare e doveva semplicemente accettare. Purtroppo è esattamente quello che Trump ha detto a duro muso a Zelensky: «In questo momento non hai le carte giuste».
Wałęsa e gli altri firmatari hanno condannato come "offensiva" la richiesta di Trump e del b vicepresidente J.D. Vance che Zelensky esprimesse maggiore gratitudine per l'assistenza materiale fornita dagli Stati Uniti all'Ucraina mentre si difende dall'invasione russa.
Wałęsa e gli altri firmatari nella loro missiva indirizzata al presidente degli Stati Uniti, hanno dichiarato che «la gratitudine deve andare agli eroici soldati ucraini che hanno versato il loro sangue in difesa dei valori del mondo libero. Sono loro che stanno morendo in prima linea», hanno affermato. «Non capiamo come il leader di un Paese che è il simbolo del mondo libero non riesca a rendersene conto».
Wałęsa conosce sulla sua pelle gli orrori dell’oppressione comunista essendo stato uno dei fondatori del movimento democratico polacco Solidarność, quando era operaio nei cantieri navali della città portuale di Danzica. E ricorda che nel 1981 fu dichiarata la legge marziale e lui fu imprigionato per 11 mesi. Nel 1989 negoziò con il regime comunista sostenuto da Mosca affinché la Polonia tenesse le elezioni parlamentari, che alla fine portarono alla pacifica destituzione del comunismo dal Paese.
Nel 1983 gli fu assegnato il Premio Nobel per la Pace e durante il suo mandato presidenziale, dal 1990 al 1995, guidò la transizione del Paese verso una democrazia liberale di libero mercato.
Wałęsa ricorda il riconoscimento del Popolo polacco a Ronald Reagan la cui statua si trova a Varsavia sull'Aleje Ujazdowskie (Viale Ujazdów), nel quartiere Śródmieście (Centro Città), di fronte all'Ambasciata degli Stati Uniti d'America.
Questo per marcare ulteriormente il riconoscimento del popolo polacco al presidente Reagan, che ha aiutato il Paese a liberarsi dall’oppressione comunista e nella transizione verso la democrazia.
In estate in Polonia è frequente vedere per strada ragazzi che indossano la maglietta con l’immagine di Ronald Reagan, proprio a marcare il ricordo e il rispetto del popolo polacco per chi li ha aiutati a liberarsi dall’oppressione Sovietica.
Il presidente Trump potrebbe facilmente ottenere lo stesso riconoscimento da parte dei cittadini ucraini. Se vuole. questo lo può ottenere di sicuro.
Ciro Maddaloni
Esperto e eGovernment internazionale