Russia: Lavrov ristupisce con affermazioni a dir poco lunari e irreali

29-09-2025 10:08 -

GD - Roma, 29 set. 25 - Il Ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov stupisce ancora con affermazioni a dir poco lunari, sempre più distanti dalla realtà. Le dichiarazione del Ministro degli Affari Esteri della Federazione Russa Sergey Lavrov durante il dibattito generale della 79ª sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, a New York del 28 settembre 2024, hanno infatti veramente del surreale! Nel suo intervento all'Assemblea Generale dell'ONU ha usato queste testuali parole:
«Vorrei ricordare ai colleghi del Segretariato delle Nazioni Unite, tra gli altri, che la Carta non riguarda solo l'integrità territoriale. Il primo capitolo della Carta proclama l'obbligo di rispettare il principio di uguaglianza e autodeterminazione dei popoli. Ciò ha costituito la base giuridica internazionale per il processo di decolonizzazione (che è ancora in corso, nonostante l'opposizione di Francia, Regno Unito e altre ex potenze coloniali). E nel 1970 l'Assemblea Generale ha deciso all'unanimità nella sua Dichiarazione che tutti devono rispettare l'integrità territoriale degli Stati i cui governi rispettano il diritto dei popoli all'autodeterminazione e rappresentano quindi l'intera popolazione che vive nel territorio interessato. Vorrei sottolineare che si è trattato di una decisione unanime dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite dopo molti anni di discussioni complesse. Non c'è bisogno di dimostrare che i neonazisti ucraini, che hanno preso il potere a Kiev nel febbraio 2014 dopo un sanguinoso colpo di Stato sostenuto dagli Stati Uniti e dai loro alleati, non hanno mai rappresentato la popolazione russa della Crimea, del Donbass e della Novorossiy».
I rapporti o dichiarazioni delle Nazioni Unite, specialmente quelli relativi al periodo prima dell'invasione su vasta scala del 24 febbraio 2022, hanno tutti smentito l'affermazione russa secondo cui in Ucraina fosse in atto una persecuzione o un genocidio sistematico contro la popolazione russofona; che è stata una delle giustificazioni usate dalla Russia per motivare la sua aggressione contro l'Ucraina. Diverse analisi e dichiarazioni (come quelle citate anche da analisti che hanno commentato i rapporti ONU) hanno sempre confermato che la narrazione della "persecuzione o genocidio" dei russofoni, usata come pretesto dalla Russia, non era supportata dai dati e dai rapporti sul campo. Gli organismi per i diritti umani delle Nazioni Unite, che monitoravano la situazione nelle regioni dove si erano sviluppate le tensioni, hanno sempre smentito le affermazioni del Governo russo.
Il Ministro Lavrov ha portato nel dibattito in Assemblea Generale la sua stanca narrazione che accusa sempre gli Stati Uniti di complottare contro la Russia.
Ha richiamato il Vertice mondiale del 2005 e l'impegno assunto a instaurare una pace giusta in conformità con gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite, affermando che «questo sacro impegno non ha impedito agli Stati Uniti e ai loro alleati di incoraggiare l'allora leader della Georgia Mikheil Saakashvili a lanciare un'aggressione armata contro il popolo dell'Ossezia del Sud e le forze di pace russe nel 2008. Tre anni dopo, la NATO ha orchestrato un intervento militare in Libia che ha distrutto la sua sovranità e minato la stabilità dei paesi vicini».
Ha continuato dicendo che «nel 2015, il Vertice delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile ha adottato piani grandiosi per combattere la povertà e la disuguaglianza. Alla fine, si sono rivelate promesse vuote di fronte alla riluttanza dei paesi occidentali a rinunciare alle loro pratiche neo-coloniali di sottrarre le ricchezze del mondo a proprio vantaggio. Basta guardare le statistiche per vedere quante promesse di finanziare lo sviluppo nel sud del mondo e trasferire tecnologie rispettose dell'ambiente siano state effettivamente mantenute».
Ha quindi lamentato le sanzioni imposte dai Paesi occidentali non solo alla Russia, ma contro più della metà, se non la maggioranza, dei Paesi del mondo. Ha detto che Cuba è soggetta a un blocco commerciale da oltre sessant'anni, mentre la stragrande maggioranza dei membri della comunità internazionale ne ha chiesto la revoca. Ha accusato Washington di bloccare il normale lavoro dell'Organizzazione Mondiale per il Commercio (OMC) volto a risolvere le controversie e a riformare le istituzioni di Bretton Woods, la cui struttura ha da tempo smesso di riflettere il reale equilibrio di potere nell'economia e nella finanza mondiale. E quindi ha accusato l'ONU di voler trasformare l'Occidente in uno strumento per promuovere i propri fini egoistici, affermando che «quando il Segretario Generale chiede un nuovo approccio alla cooperazione globale, il Segretariato deve promuovere idee unificanti, proporre opzioni di compromesso, piuttosto che trovare scuse per integrare narrazioni filo-occidentali nel lavoro delle Nazioni Unite».
Ovviamente se non fosse tragico sarebbe veramente comico che un Paese come la Russia che negli ultimi 25 anni ha lanciato ben 6 guerre: 1-guerra cecena; 2-guerra russo-georgiana dell'Ossezia del Sud; 3-annessione della Crimea; 4-conflitto nel Donbass; 5-intervento militare in Siria; 6-invasione su larga scala dell'Ucraina; senza contare i vari focolai di guerra attivati, attraverso l'uso di mercenari, in Africa.
La cosa che sorprende è che nessun rappresentante dei Paesi occidentali ha pensato di abbandonare l'aula quando ha parlato il ministro Lavrov, cosa che hanno invece fatto in modo eclatante, quando ha parlato Netanyahu i rappresentanti dei Paesi in disaccordo con Israele per le azioni militari a Gaza.
Anche la coreografia ha la sua importanza e forse da questo punto di vista i Paesi democratici hanno molto da imparare da quei paesi che spesso democratici non sono.
Il discorso integrale di Lavrov è visibile al link:https://mid.ru/en/foreign_policy/news/1972774/
Nota: La Conferenza di Helsinki, firmata nel 1975, sancisce l'inviolabilità dei confini dei paesi dell'Europa Centro Orientale, USSR inclusa.
La Russia di oggi ripete tutti i criteri di accusa fatti valere contro la Germania nazista: aver provocato una guerra di aggressione per contrastare le persecuzione di minoranze etniche di origine tedesca nel terrritorio dei Sudeti.
Putin non sta facendo nulla di diverso e per questo la sua politica e le sue azioni possono legittimamente definirsi “nazisti”.
Si ricorda che nel periodo di governo tra Eltsin e Putin la Duma emanò una legge per cui la Russia aveva il diritto di intervento militare là dove una minoranza russa si sentisse minacciata.
La Comunità internazionale dovrebbe tener conto di questa realtà per confermare invece il rispetto delle regole sancite nei trattati internazionali vigenti.

CiroMaddaloni
Esperto di eGovernment internazionale


Fonte: Ciro Maddaloni