Carlin, vicepresidente UCOI, alla 82ª Mostra Cinematografica di Venezia
09-09-2025 16:19 -
GD - Venezia, 9 set. 25 - Il prof. Mattia Carlin, vicepresidente UCOI Unione Consoli Onorari Italiani, ha partecipato alla 82ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Questa una sua riflessione. La 82ª edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia ha rappresentato, ancora una volta, uno spazio privilegiato di dialogo tra linguaggi artistici, impegno civile e visione globale. In questo contesto, ha preso parte con autorevolezza Mattia Carlin, vicepresidente dell’Unione dei Consoli Onorari in Italia UCOI, punto di riferimento istituzionale per la diplomazia consolare italiana. Oltre all’impegno diplomatico, il prof. Carlin svolge un’intensa attività accademica all’Università Meier di Milano, dove ricopre i ruoli di Professore di Estetica, responsabile delle Relazioni Internazionali e direttore del Dipartimento Turismo, Arte e Cultura. La sua presenza alla Mostra ha simboleggiato l’incontro tra cultura, formazione e relazioni internazionali, in un momento storico in cui il linguaggio artistico, e in particolare quello cinematografico, assume una funzione sempre più strategica nella costruzione del dialogo tra i popoli. La cerimonia di chiusura del festival ha premiato opere di grande impatto artistico e umano. Il Leone d’Oro per il Miglior Film è stato assegnato a "Father Mother Sister Brother" del regista USA Jim Jarmusch, un’intima narrazione sulle dinamiche familiari che si sviluppano tra Stati Uniti, Irlanda e Francia. Il film ha colpito pubblico e critica per il suo linguaggio misurato e poetico, capace di esprimere l’universalità dei legami umani con sensibilità e profondità. Accanto a questa opera, ha ricevuto un importante riconoscimento "The Voice of Hind Rajab", diretto dalla regista tunisina Kaouther Ben Hania, premiato con il Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria. Il film, basato su una tragica storia reale avvenuta a Gaza, ha emozionato la sala con una narrazione potente, diretta, che restituisce voce e dignità a una vicenda altrimenti destinata al silenzio. La sua proiezione ha suscitato una lunga standing ovation, a testimonianza dell’urgenza e della forza di una testimonianza visiva che trascende i confini dell’arte per farsi impegno e memoria. Carlin, interpellato al termine della cerimonia, ha espresso il suo apprezzamento per le scelte della giuria, sottolineando come i film premiati interpretino con chiarezza il ruolo attivo del cinema nella società contemporanea. “Il Leone d’Oro a Jarmusch conferma che la semplicità narrativa, se guidata da autenticità e coerenza, è ancora oggi uno dei veicoli più potenti per raccontare l’umano. È un cinema che accoglie, che non impone, e che sa toccare profondamente chi guarda”, ha dichiarato. Riguardo a "The Voice of Hind Rajab", ha aggiunto: “In un mondo attraversato da conflitti e disumanizzazione, il cinema ha il dovere morale di farsi testimone. Questa opera ci ricorda che ogni voce, anche la più fragile, ha il diritto di essere ascoltata. È un atto di responsabilità e di consapevolezza”. La partecipazione di Carlin alla Biennale si inserisce nel solco di un impegno culturale e istituzionale orientato alla valorizzazione delle relazioni interculturali attraverso l’arte e la formazione. Il suo ruolo all’interno dell’UCOI, con sede al Circolo degli Affari Esteri, rafforza quotidianamente la collaborazione tra i consolati onorari in Italia e le realtà territoriali, promuovendo scambi in ambito economico, culturale e accademico, in una visione diplomatica di prossimità sempre più necessaria. All’Università Meier, istituzione fortemente impegnata nei processi di innovazione educativa e proiezione internazionale, Carlin guida un dipartimento strategico che integra turismo, cultura e arte, sviluppando progetti in grado di connettere estetica e diplomazia, teoria e applicazione, didattica e impatto sociale. In questo contesto, la Mostra del Cinema si conferma un laboratorio fertile in cui queste competenze si incontrano e si potenziano. In un tempo in cui il cinema non è più solo intrattenimento ma anche linguaggio critico, educativo e politico, la figura di Mattia Carlin rappresenta un punto di convergenza tra mondo accademico e istituzioni, capace di interpretare i bisogni del presente con uno sguardo ampio, responsabile e umanistico. “Venezia è da sempre crocevia di culture. La Biennale è uno dei luoghi simbolo dove le storie individuali si intrecciano con i destini collettivi, e dove l’arte cinematografica diventa ponte tra civiltà. È compito delle istituzioni sostenere e proteggere questi spazi, affinché possano continuare a generare bellezza, consapevolezza e pace”, ha concluso Carlin con un messaggio che sintetizza l’anima più profonda della sua visione culturale e diplomatica.