Carabinieri NTP recuperano reperti rubati e resi a Iran e Ecuador
09-09-2025 16:06 -
GD - Udine, 9 set. 25 - I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Udine hanno riconsegnato reperti alle ambasciate di Ecuador e Iran, dopo tre indagini contro il traffico illecito. Tra i beni anche una brocca del Luristan dell’Età del Ferro, sequestrata in Trentino. Si tratta di un colpo assestato al mercato nero dell’arte. I Carabinieri TPC hanno restituito all’Iran e all’Ecuador reperti archeologici di grande valore storico. Non solo vasellame raffinato e figurine antiche, ma anche un manufatto del II–I millennio a.C., finito in Trentino dopo scavi clandestini. I reperti destinati all’Iran – vasellame di epoche e culture differenti – erano nella disponibilità di un collezionista friulano che li aveva acquistati sul “mercato nero”. Nella circostanza sono stati restituiti dodici manufatti antichi (bottiglie, ciotole, brocche e piatti in ceramica decorata) riferibili alle produzioni Qajar (XIX secolo), Nishabur (X secolo), Tabrestan (X–XI secolo), Zarin Fam (VII secolo), Kashan (XII–XIII secolo), Kashan/Gorgan (XII–XIII secolo) e Mina’i, produzione Rey (XIII secolo). Nel medesimo contesto sono in corso ulteriori restituzioni per altri oggetti provenienti da diversi Paesi. All’Ecuador sono tornati tre reperti di grande valore storico e culturale: due vasi in ceramica della cultura Jambelí (300 a.C.–800 d.C.) e una statuetta in ceramica raffigurante una figura zooantropomorfa seduta, attribuita alla cultura Manteño (800 a.C.–1530 d.C.). Anche questi beni erano stati accumulati nel tempo da un collezionista privato durante periodi di permanenza all’estero; autenticità e rilievo culturale sono stati confermati dalle autorità scientifiche dei Paesi interessati tramite le rispettive ambasciate a Roma. Tra i beni restituiti all’ambasciata iraniana figura una grande brocca in ceramica nera con versatoio “a becco”, databile al II–I millennio a.C. (Età del Ferro) e originaria del Luristan (aree Pish-Kuh e Posht-Kuh). Il manufatto, sequestrato in provincia di Trento nel 2022 insieme ad altri beni esteri nell’ambito di un distinto procedimento della Procura trentina, è risultato provento di scavi clandestini in Iran e di successiva esportazione illecita verso l’Italia. Analoga a esemplari conservati al British Museum, la brocca era stata acquistata come “souvenir non convenzionale” da un collezionista trentino e, dopo il suo decesso, ereditata dal figlio, ignaro del valore culturale e dell’origine illecita. Il rientro dei reperti rappresenta un passo importante nella tutela e valorizzazione del patrimonio storico dei Paesi coinvolti. Le restituzioni confermano il ruolo dell’Italia e del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale in prima linea contro il traffico internazionale di beni culturali, un fenomeno che alimenta mercati illeciti e sottrae ai popoli testimonianze fondamentali della propria identità.