Nord Corea: Vaticano smentisce mediazione, ma Papa lavora per mondo senza nucleare

30-10-2017 12:55 -

GD - Città del Vaticano, 30 ott. 17 - Non ci sono mediazioni del Vaticano per tentare di risolvere l´incandescente scenario creatosi nel Nord Corea. "Il Santo Padre lavora con determinazione per promuovere le condizioni necessarie per un mondo senza armi nucleari", ha affermato Greg Burke, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, il quale ha ribadito che "è falso parlare di mediazione da parte della Santa Sede".
Burke ha poi ricordato quanto ha affermato Papa Francesco, nel marzo scorso, con il suo "messaggio alla conferenza dell´Onu, finalizzata a negoziare uno strumento giuridicamente vincolante sulla proibizione delle armi nucleari, che conduca alla loro totale eliminazione"´.
Burke ha inoltre reso noto che "proprio per questo la prossima settimana ci sarà un importante convegno, intitolato ´Perspectives for a World Free from Nuclear Weapons and for Integral Development´, organizzato dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. Ma è falso parlare di una mediazione da parte della Santa Sede", ha ribadito.
Nel suo messaggio alla conferenza dell´Onu, finalizzata a negoziare uno strumento giuridicamente vincolante sulla proibizione delle armi nucleari, che conduca alla loro totale eliminazione, del marzo scorso, Papa Francesco allora scriveva che "l´obiettivo finale dell´eliminazione totale delle armi nucleari diventa sia una sfida sia un imperativo morale e umanitario. Un approccio concreto dovrebbe promuovere una riflessione su un´etica della pace e della sicurezza cooperativa multilaterale che vada al di là della ´paura´ e dell´´isolazionismo´ che prevale oggi in numerosi dibattiti".
"Il conseguimento di un mondo senza armi nucleari richiede processi di lungo periodo", sottolineava ancora il Pontefice, "basati sulla consapevolezza che ´tutto è connesso´, in un´ottica di ecologia integrale. Il destino condiviso dell´umanità richiede di rafforzare, con realismo, il dialogo e costruire e consolidare meccanismi di fiducia e di cooperazione, capaci di creare le condizioni per un mondo senza armi nucleari. La crescente interdipendenza e la globalizzazione significano che qualunque risposta diamo alla minaccia delle armi nucleari, essa debba essere collettiva e concertata, basata sulla fiducia reciproca. Quest´ultima può essere costruita solo attraverso un dialogo che sia sinceramente orientato verso il bene comune e non verso la tutela di interessi velati o particolari; questo dialogo dovrebbe essere il più inclusivo possibile di tutti: Stati nucleari, Paesi non possessori di armi nucleari, settore militare e quello privato, comunità religiose, società civile, Organizzazioni internazionali".
Il pontefice concludeva rilevando che "in questo sforzo dobbiamo evitare quelle forme di recriminazione reciproca e di polarizzazione che intralciano il dialogo invece di incoraggiarlo. L´umanità ha la capacità di lavorare insieme per costruire la nostra casa comune; abbiamo la libertà, l´intelligenza e la capacità di guidare e dirigere la tecnologia, così come di limitare il nostro potere, e di metterli al servizio di un altro tipo di progresso: più umano, più sociale e più integrale".


Fonte: Redazione