Quando disinformazione e confusione prevalgono su ragione e buonsenso
01-08-2025 15:24 -
GD - Roma, 1 ago. 25 - Quando la disinformazione e la confusione prevalgono sulla ragione e il buonsenso. Mai come in questi giorni si è avuta tanta attenzione su quello che succede in Medio Oriente e sulle notizie di distruzione e di morte che purtroppo continuano ad arrivare. Non è qualcosa di nuovo, ma una storia che si ripete da decenni, perché i poveri Palestinesi, i “Gazawi”, non riescono a liberarsi da questi parassiti che li hanno portati alla rovina. Questo non succede adesso con Hamas, ma è sempre successo, già da quando a gestire la sorte dei Palestinesi era il Premio Nobel per la Pace Yasser Arafat. Fu lui per primo a teorizzare che "un giovane morto ogni giorno terrà viva l'attenzione sulla causa palestinese". Arafat si riferiva a quei ragazzi che mandava tutti i giorni ad aggredire la polizia israeliana e che venivano uccisi o fatti prigionieri dagli israeliani.
Questo concetto è stato ripreso da Yahya Ibrahim Hassan Sinwar, che lo ha elevato a un livello ancora superiore. Sinwar affermava che "tutte queste donne, questi vecchi, questi bambini morti giovano alla causa palestinese contro Israele". I terroristi di Hamas, che tengono in ostaggio il popolo palestinese “vecchi donne e bambini” li usano come carne sacrificabile per sostenere la loro propaganda. Sanno bene che Israele prima di bombardare avvisa la popolazione civile e Hamas ne approfitta per concentrare di proposito in quell’area quanti più civili riesce ad ammassare, e quei civili che tentano di fuggire dal fuoco israeliano in arrivo, vengono abbattuti dai terroristi di Hamas. Intanto molti Paesi, anche alcuni dell’Unione Europea, si affrettano a dire che bisogna riconoscere lo Stato palestinese. Il presidente Emmanuel Macron “non può non sapere che riconoscendo uno Stato si riconosce pure il suo "governo". Lo stesso vale per i molti appelli che continuano a susseguirsi da personaggi politici, anche di primissimo piano, affinché l’Italia riconosca lo Stato palestinese, pur senza specificare “quali territori si intendono appartenere allo Stato palestinese”.
Questi appelli dovrebbero essere meglio dettagliati sia per definire i territori “palestinesi”, sia per stabilire quale “autorità” riconoscere come governo del Paese che si propone di riconoscere. Questi autorevoli esperti, personaggi pubblici, politici e capi di Stato non possono ignorare la realtà fattuale sul campo, ne possono trasformare i loro appelli in un mix di populismo, geopolitica alternativa, accuse alle élite occidentali e visioni del mondo che, purtroppo, non hanno riscontro nella vita reale. Perché, se per Stato palestinese si intende la Striscia di Gaza, non si può non considerare che, attualmente, la Striscia di Gaza è in pugno ai terroristi di Hamas.
Hamas, dopo aver sconfitto il suo rivale politico Fatah (il partito dominante nell'ANP) nelle elezioni del 2006 e una successiva presa di potere violenta nel 2007, ha esercitato il controllo totale sulla Striscia di Gaza. Quando si pongono queste domande puntuali a questi autoproclamati “esperti”, opinionisti, politici, si riceve la classica risposta della scena muta. Perché fin dal 1948 nessuno è stato in grado di trovare la soluzione per questo problema: i presidenti USA Nixon, Ford, Carter, Reagan, Bush, Clinton, Trump, ma a partire da Harry Truman, hanno provato in tutti i modi a trovare una soluzione per i palestinesi presi in ostaggio da chi li vuole morti pur di vedere morire Israele. Perché questa è la vera domanda che dovrebbe essere posta: Israele può restare come Stato in Medio Oriente? L'Organizzazione per la Liberazione della Palestina OLP e i suoi leader, in primis Yasser Arafat, fin dalla sua fondazione nel 1964 hanno avuto come obiettivo la “liberazione di tutta la Palestina storica”, il che implicitamente significa non riconoscere lo Stato di Israele. La Carta Nazionale Palestinese, adottata dall'OLP, conteneva articoli che negavano il diritto di Israele all'esistenza. Le cose erano cambiate con i negoziati di Oslo del 1993, dove ci fu il riconoscimento reciproco tra l'OLP e lo Stato di Israele: Yasser Arafat, a nome dell'OLP, riconobbe il diritto di Israele a esistere in pace e sicurezza; e in cambio, Israele riconobbe l'OLP come il legittimo rappresentante del popolo palestinese. Questo riconoscimento reciproco fu la base per i successivi negoziati e per la creazione dell'Autorità Nazionale Palestinese ANP come ente di autogoverno nelle aree palestinesi. Purtroppo i buoni propositi sono naufragati quando Hamas è giunta al potere nel 2007 sconfiggendo l’ANP. Cosa si può fare? Non molto a meno che il popolo palestinese non dichiari, attraverso le sue istituzioni legalmente stabilite, Hamas fuori legge. Questo è quello che fece la Germania con il National-sozialistische deutsche Arbeiterpartei, NSDAP (Partito Nazista) e l’Italia con il Partito Nazionale Fascista (PNF).
L’Autorità Palestinese di Ramallah è la sola che può portare avanti questa azione ed è l’unica autorità strutturata che dovrebbe succedere ad Hamas alla guida della Striscia di Gaza. Altrimenti è inutile riconoscere lo Stato palestinese, o intraprendere trattative di pacificazione tra lo Stato israeliano e i palestinesi, se non saranno i palestinesi stessi a liberarsi dei terroristi di Hamas e riprendere il controllo delle loro vite.