Palestina: 34 ex ambasciatori scrivono a Meloni, “riconoscere lo Stato”
27-07-2025 16:08 -
GD - Roma, 27 lug. 25 - Ben 34 ex ambasciatori hanno scritto a Giorgia Meloni sollecitandola a “riconoscere lo Stato di Palestina”. “Una iniziativa da assumere con urgenza è l'immediato riconoscimento nazionale dello Stato di Palestina", hanno chiesto con una lettera aperta alla premier Giorgia Meloni. I firmatari chiedono di "sospendere ogni rapporto e cooperazione nel settore militare e della difesa con Israele; sostenere in sede UE ogni iniziativa che preveda sanzioni individuali; unirsi al consenso europeo" per la sospensione temporanea dell'accordo Israele-UE. Questo il testo della lettera che i 34 ex ambasciatori hanno scritto a Giorgia Meloni: «Signora Presidente del Consiglio, ci sono momenti nella storia in cui non sono più possibili ambiguità né collocazioni intermedie. Questo momento è giunto per Gaza. Ormai da molti mesi non ci sono più giustificazioni possibili o argomentazioni convincenti sulla condotta delle operazioni militari israeliane a Gaza. Gli esecrabili attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023 non hanno più alcuna relazione, né quantitativa né qualitativa, con l'orrore perpetrato nella Striscia da Israele nei confronti della stragrande maggioranza di civili inermi, che non ha nulla a che vedere con il diritto di Israele all'autodifesa e che non è affatto improprio qualificare in termini di pulizia etnica, mentre la Corte Internazionale di Giustizia esamina gli estremi del genocidio. Le flagranti violazioni dei diritti umani e della dignità delle persone, che non risparmiano bambini, donne, anziani, ammalati, i crimini contro l'umanità, i crimini di guerra, la costante inosservanza della legalità internazionale e del diritto umanitario - di cui il governo israeliano, come avviene per tutti i governi, dovrà rispondere - minano le stesse fondamenta della comunità internazionale e cancellano conquiste etiche maturate in decenni di consuetudini internazionali. Le inaccettabili restrizioni per l'accesso umanitario a Gaza, la riduzione a livelli minimi inaccettabili, senza reali alternative, delle attività delle organizzazioni internazionali a favore di una sedicente fondazione umanitaria, stanno provocando migliaia di nuove vittime innocenti, che si aggiungono alle decine di migliaia già provocate dai massicci e indiscriminati bombardamenti israeliani in tutta la Striscia. In questi mesi abbiamo assistito a incessanti spostamenti forzati di popolazione da una parte all'altra della Striscia senza che ci fossero delle reali zone di protezione internazionale. Tutto ciò è avvenuto mentre tutte le infrastrutture di Gaza, necessarie anche solo alla sopravvivenza della popolazione, sono state sistematicamente distrutte, a cominciare dagli ospedali, per continuare con le scuole, le università, gli stessi campi profughi. Dinanzi a tutto ciò, non servono più le dichiarazioni, pur necessarie, come quella firmata da 30 Ministri degli Esteri (ed una Commissaria UE) lo scorso 21 luglio, a cui l'Italia meritoriamente si è unita. Servono gesti politico-diplomatici concreti ed efficaci. Dinanzi al ripetersi di eccidi e massacri di civili, chiediamo al Governo di adottare comportamenti conseguenti, in particolare i seguenti: * sospendere ogni rapporto e cooperazione, di qualunque natura, nel settore militare e della difesa con Israele; * sostenere in sede UE ogni iniziativa che preveda sanzioni individuali (restrizioni agli spostamenti internazionali e congelamento delle attività economico-finanziare e dei patrimoni) nei confronti dei Ministri israeliani - come Smotrich e Ben G'vir - che incoraggiano e appoggiano il moltiplicarsi degli insediamenti illegali e le violenze dei coloni in Cisgiordania; * unirsi al consenso europeo per la sospensione temporanea dell'Accordo di associazione tra Israele e l'Unione Europea. L'iniziativa da assumere con urgenza, di altissimo significato politico e tutt'altro che meramente simbolica, è l'immediato riconoscimento nazionale dello Stato di Palestina, in vista della Conferenza internazionale sull'attuazione della soluzione e due Stati. Chiediamo al governo di ripensarci. Questa decisione confermerebbe che da parte italiana la prospettiva di «due popoli, due Stati» non è solo uno slogan privo di senso compiuto e di qualunque credibilità, ma che si tratta di un percorso negoziale da riprendere immediatamente. Le relazioni con Israele devono essere strettamente condizionate a questa prospettiva. L'eventuale annessione in tutto o in parte dei Territori palestinesi, ad esempio, dovrebbe comportare la radicale revisione delle relazioni diplomatiche con Israele. Signora Presidente del Consiglio, i lunghi anni spesi nel servizio diplomatico, tenendo fede alla causa della pace e del dialogo, nello spirito dell'articolo 11 della Costituzione repubblicana, ci hanno spinto a rivolgerle questo appello, non potendo rimanere in silenzio ed inerti dinanzi alla sistematica negazione in atto da parte del governo israeliano di tutto quello in cui abbiamo creduto e per cui abbiamo svolto la professione diplomatica». Firmatari della lettera sono: Aldo Amati; Antonio Armellini; Marco Baccin; Piero Benassi; Mario Boffo; Alberto Bradanini; Giovanni Brauzzi; Rocco Cangelosi; Ino Cassini; Rosanna Coniglio; Antonio D'Andria; Anna Della Croce; Roberto Di Leo; Pasquale Ferrara; Giovanni Ferrero; Giovanni Germano; Luca Giansanti; Aldo Mantovani; Maurizio Melani; Andrea Meloni; Elio Menzione; Laura Mirachian; Enrico Nardi; Ferdinando Nelli Feroci; Claudio Pacifico; Angelo Persiani; Michelangelo Pipan; Cristina Ravaglia; Lucio Alberto Savoia; Stefano Starace Janfolla; Stefano Stefanini; Pasquale Quito Terracciano; Carlo Trezza; Gianfranco Varvesi.