Russia: sull'Ucraina intervista troppo morbida all’amb. Paramonov

23-07-2025 14:27 -

GD - Roma, 23 lug. 25 - L’Agenzia di Stampa Nova ha intervistato l’ambasciatore della Federazione Russa in Italia, Alexey Paramonov. Certamente un’opportunità unica per porre domande mirate sulle intenzioni reali della Federazione Russa, che ha avviato “l'operazione speciale” in Ucraina, e per cercare di capire cosa bisogna fare per fermare questa sanguinosa guerra che dura ormai da oltre 3 anni e mezzo.
Nella prima domanda di rito il giornalista chiede come mai il ministro degli Esteri Sergej Lavrov accusi l’Europa di aver scatenato una guerra contro la Russia. È una domanda che fornisce un assist all’ambasciatore di Mosca per sciorinare una serie di affermazioni circa la “guerra ibrida” dell’Occidente contro la Russia iniziata nel 2014. A questo punto il giornalista avrebbe potuto chiedere, ad esempio, come mai nel 2014? Cosa è cambiato? Appunto cosa è cambiato? l’Europa acquistava idrocarburi dalla Russia e li pagava. Non c’era stata alcuna azione dell’Europa, né dei Paesi occidentali per modificare i rapporti commerciali con la Russia.
C’era stata, semmai, l’invasione cruenta della Russia in Crimea nel 2014. Ecco cosa era cambiato! Allora evidentemente il punto per il diplomatico di Mosca è: la Russia ha invaso la Crimea, che è territorio ucraino, e voi dovevate farvi i fatti vostri e basta.
Prosegue quindi la litania che da quasi 20 anni l’Occidente ha avviato una politica di contenimento geopolitico della Russia, per completare l’opera insieme alla NATO, per annientare il nostro Paese, come un tempo sognavano, invano, Hitler e Mussolini.
Il cronista avrebbe avuto gioco facile a chiedere: “quali azioni abbia fatto la NATO per minacciare la Russia?” Ma così non è stato. Quanto all’allargamento della NATO ai Paesi Baltici, Polonia, Romania, Bulgaria, Repubblica Ceca e Slovacchia, bastava dire che sono stati quei Paesi a chiedere di aderire alla NATO! Semmai la domanda avrebbe potuto essere: ma perché i Paesi che erano nell’area di influenza della Russia si sono affrettati a chiedere di aderire alla NATO, cosa che comunque comporta costi non trascurabili? sarebbe stato interessante sentire la risposta dell’Ambasciatore, che comunque rassicura il cronista che la Russia non ha mai avuto, né ha ora, piani aggressivi contro i Paesi della NATO o della UE.
Altra occasione mancata per chiedere “come potrebbe mai la Russia sostenere una guerra su larga scala contro la UE e la NATO?”. Dalla guerra in Ucraina abbiamo infatti avuto ben evidenza che l’esercito russo non è in grado di garantire i rifornimenti alle proprie prime linee del fronte, oltre i cento chilometri dal proprio confine. L’aviazione russa, così come la marina, non sono capaci di competere con i sistemi di difesa anti-aerei e marittimi della NATO.
E quindi porre la domanda delle domande: la Russia si prepara ad usare le armi nucleari contro l’Europa?. Perché è giusto chiedere quali siano veramente le loro intenzioni, e se sono consapevoli di voler correre questo rischio.
Anche se l’ambasciatore ha affermato che la Russia non ha mai voluto costruire nuove “cortine di ferro”, la realtà purtroppo è esattamente opposta. La Russia ha costruito una barriera con i Paesi occidentali che non sarà facile eliminare in tempi brevi.
Ma l’affermazione a dir poco “singolare” dell’ambasciatore di Mosca riguarda l’appello ai Paesi occidentali affinché convincano Zelensky a fermarsi, ad accettare di cedere le regioni ucraine da Lugansk, Donetsk, Kherson e Zaporozhye, regioni che i russi non riescono in alcun modo a conquistare.
Secondo l’ambasciatore la Russia ha dichiarato che quelle regioni sono le loro, quindi l’Ucraina deve accettare di abbandonare e cedere quelle regioni! Certamente è un modo di ragionare “singolare”. Non si capisce nemmeno come qualcuno possa pretendere di “trattare” con queste condizioni.
L’intervistatore avrebbe potuto ricordare che se la Russia avesse davvero il controllo effettivo della situazione, l’Ucraina sarebbe già stata cacciata a calci dalle famose regioni contese. Ma non è così.
Questa sproporzione tra minacce e risultati reali sul teatro di guerra comincia a far rumore. Anche in Russia dove si sta concretizzando. Eppure in Italia molti non hanno capito che, in realtà, Mosca si sta già comportando da perdente. Solo chi sta perdendo infatti pretende che l’altro si "ritiri". Un vincente non chiede: impone!. E lo fa con la forza e questo comincia ad essere evidente anche tra i russi.
Altra richiesta russa riguarda “la demilitarizzazione dell’Ucraina, il suo status neutrale, fuori da blocchi militari e senza armi nucleari, l’adozione da parte del Parlamento ucraino di una legge che vieti l’ideologia nazista in ogni sua forma, il ritiro di tutte le denunce legali”.
Si può certo capire la richiesta sul ritiro delle denunce legali perché è chiaro che la Russia sarà chiamata a risarcire i danni di guerra, ma le altre richieste? Esiste un altro esempio di un Paese che decide come si deve comportare un altro Stato sovrano?
Infine, la domanda sugli esiti della Сonferenza internazionale di Roma sulla ricostruzione dell’Ucraina: l’ambasciatore russo li valuta negativamente perché, secondo lui, “serve solo a incoraggiare i leader di Kiev a proseguire la loro politica criminale, che ha già portato il Paese al collasso economico, sociale, culturale e demografico e allontana la prospettiva di una composizione del conflitto”. E ha aggiunto: "Parlare di ricostruzione in una fase di azioni belliche attive e senza definire parametri per il futuro dell’Ucraina, che di fatto è uno Stato fallito, appare privo di senso”.
Ancora una volta il cronista avrebbe potuto chiedere: come mai allora la Russia non ferma il conflitto e accetta di negoziare sulla ricostruzione? Anche questa un’occasione mancata per porre una domanda mirata a comprendere le reali intenzioni russe, prima che la discussione deviasse su Iran, Hamas e altro che, anche in questo caso, sono argomenti che vengono utilizzati per distogliere l’attenzione dalla guerra che la Russia ha già perso in Ucraina.
Insomma, una intervista evidentemente morbida, ma soprattutto dalla parte di un intervistato da non molestare, anziché stimolare e stanare. Ci aspettavamo dal diplomatico un briciolo di realismo!
Restano alcuni interrogativi nodali: a che titolo la Russia ha occupato uno Stato sovrano? Perché sterminare migliaia e migliaia di civili? Che cosa se ne farebbe la Russia di un Paese raso al suolo? E dopo l’Ucraina a chi toccherebbe nei piani di Putin? Insomma tutti questi orrori a cosa sono valsi?

Ciro Maddaloni
Esperto di eGovernment internazionale


Fonte: Ciro Maddaloni