Riflessioni di un diplomatico sul pensiero islamico
14-07-2025 15:46 -
GD - Roma, 14 lug. 25 - I principi ai quali l'Islam si riferisce nella sua visione di Governo e autorità temporale sono stati elaborati nel corso della conferenza “Governo islamico e democrazia: differenze, similitudini e possibilità di coesistenza”, che si è svolta ad Amman nel 2004. I punti salienti sostengono che: 1) “Il governo islamico si caratterizza in primo luogo per essere basato sulla sacra legge islamica dalla quale deriva la sua legittimità (sharia), in secondo luogo considera che la sovranità appartiene ad Allah e poi alla nazione islamica (ummah) ed in terzo mira a stabilire la giustizia sociale, diffondere misericordia e carità tar gli uomini e proteggere i loro interessi”. 2) “L'Islam è stata la prima civiltà a concepire il concetto di una legge costituzionale che non può cambiare per volontà e desiderio dei legislatori, indipendentemente dalla maggioranza di cui possono disporre. Inoltre richiede a tutte le altre legislazioni di attenervisi”. 3) “II potere umano fondato sulla sola ragione non è in grado di stabilire una giustizia perfetta tra gli uomini. Pertanto l'umanità ha bisogno di un sistema legislativo su guida e luce divine, etica e benevolenza, nel rispetto e difesa della verità”. 4) “Nella sharia (legge sacra islamica) ci sono due tipi di leggi: quelle basate su principi immutabili, non sottoponibili al ragionamento giuridico (istihad) e consultazioni (shura). Quelle che non lo sono, in quanto basate sulla protezione di interessi pubblici e pertanto suscettibili di cambiamenti di parte di studiosi e istituzioni islamiche”. 5) “L'Islam non discrimina tra uomo e donna. Ambedue sono onorati da Allah. L'Islam ha riconosciuto il diritto alla donna di partecipare al diritto pubblico, senza distinzione tra uomo e donna, salvo quello derivante dalle loro nature biologiche e fisiche“. Inoltre il profeta Maometto ha detto: “prendete buona cura delle donne, esse sono sorelle degli uomini”. 6) “Il pluralismo religioso nell'Islam si basa sul rispetto della propria religione nonché nel dimostrare magnanimità ai credenti di altre religioni. I musulmani non hanno mai imposto a nessuno di convertirsi all'Islam. I non musulmani hanno vissuto pacificamente sotto la protezione dello stato islamico. Essi hanno goduto degli stessi diritti dei musulmani e hanno assunto i loro stessi doveri”. 7) “L'Islam riconosce le diversità etniche senza discriminare nulla rispetto all'altra. Incoraggia la conoscenza dei diversi popoli in amicizia e collaborazione per Dio. Solamente la pietà e la devozione distingue un popolo dall'altro”. 8) “Ci sono ancora molte questione ambigue attinenti al pensiero islamico e alla legge costituzionale in questi campi sono i meno sviluppati nella giurisprudenza islamica. Il concetto di sistema di governo islamico è stato finora relativamente poco discusso dai giuristi islamici mentre è stato approfondito in studi politici e letterari”. Tale peana giaculatorio richiama alla mente il detto cominformista già applicato negli ex Paesi comunisti che recitava “se i fatti non suffragano il teorema tanto peggio per i fatti”. Al riguardo rimandiamo per tutti alla Sura VIII verso 12 che tra l'altro recita: 12. E quando il tuo Signore ispirò agli angeli: «Invero sono con voi: rafforzate coloro che credono. Getterò il terrore nei cuori dei miscredenti: colpiteli tra capo e collo, colpiteli su tutte le falangi! Il tentativo di emettere “fatwe” (editto religioso presupposto di ogni attentato terroristico nonché infedeli), attribuendolo esclusivamente a un gremio di “otto saggi”, già effettuato nei decenni scorsi da re Abdallah di Giordania, è stato bocciato successivamente dalla conferenza dei 57 Paesi islamici anche in sede ONU (da Arabia Saudita in particolare). Va rilevato anche che la proposta del Sovrano hashemita di inviare a suo tempo in Italia degli imam “preparati e coscienziosi”, per individuare quelli fondamentalisti attivi in Italia, fu offerta a suo tempo a due ministri degli Esteri italiani (uno asseritamente di destra, l'altro inequivocabilmente di sinistra) fu respinta dai predetti sostenendo ambedue perché “non ci sono soldi”. Sua Maestà mi confidò, quando ero ambasciatore ad Amman, che il problema più serio per il Regno era rappresentato da “duemila imam rozzi e senza conoscenze”, aggiungendo che il nostro comune nemico andava individuato nei fratelli musulmani. Ma, ahimè, si trattò di una delle rare posizioni arabe del mondo musulmano. Sembrerebbe opportuno ricordare altresì che Amir Taheri, musulmano iraniano esiliato, editore di «Politique Internationale» a Parigi, politologo che vive a Londra, affermava sin dal 2001: “Oggi i musulmani hanno bisogno di riflettere criticamente a come la loro fede viene insegnata, vissuta, praticata… Dire che Osama Bin Laden non ha niente a che fare con l'Islam è un bel salto nell'immaginario”. Egli aggiungeva: “Oggi per la prima volta la mia fede - che è stata costruttrice di civiltà - si impone come una mera forza di terrore, di repressione e di distruzione. Il punto è che voi occidentali date voce solo alle tendenze peggiori. In USA ed Europa i governi hanno sempre preferito avere come interlocutori gli integralisti, siano talebani o wahabiti (sauditi), anziché i modernizzatori. Peggio ancora hanno fatto le sinistre europee”. Analogamente mi fu argomentato dalla Corte Reale hashemita che l'ex Ministro degli Esteri Massimo D'Alema, dopo essere stato ricevuto da Sua Maestà, si recò in Libano dagli Hezbollah?! Tali appelli e affermazioni da parte moderata islamica sono stati colpevolmente ignorati da parte occidentale e lo sono tuttora. Tanto più che le direttive musulmane affermano che “le minoranze islamiche nei Paesi occidentali dovrebbero essere incoraggiate a rafforzare la loro presenza politica aderendo ai partiti politici dei rispettivi Paesi, impegnandosi nel sociale, esercitando la libertà d'espressione, contribuendo a rafforzare la libertà pluralistica nelle loro istituzioni al fine di diffondere un modello sociale islamico che sarà ammirato e rispettato da altri”. A fronte delle irresponsabili continue aperture alla penetrazione islamica nel mondo occidentale ritorna in mente l'allarme per la sottomissione alla religione di Maometto lanciato già nel secolo scorso – in particolare da Oriana Fallaci in Italia e Houllbeck in Francia – ma anche quelli più recenti di difensori della Fede e dell'identità cristiana europea, in particolare il cardinale Athanasius Scheider, dichiarava che “il fenomeno della cosiddetta immigrazione clandestina rappresenta un piano orchestrato e preparato a lungo da poteri internazionali per cambiare radicalmente l'identità cristiana e nazionale dei popoli europei. Questi poteri usano l'enorme potenziale morale della Chiesa e le sue strutture per conseguire più efficacemente il loro obiettivo anti-cristiano e anti-europeo. A tale scopo si abusa del vero concetto dell'Umanesimo e persino del comandamento cristiano della carità”. I successivi sviluppi confermarono purtroppo tali previsioni rimaste perlopiù inascoltate. Analogamente le pubbliche dichiarazioni di parte arabo-musulmana in argomento, così come le pubbliche dichiarazioni di parte ufficiale arabo-musulmana che ci annunciavano: “noi vi invaderemo con le pance delle nostre donne e grazie alla vostre leggi democratiche”. Re Abdallah di Giordania, nell'indicarmi che “il fondamentalismo islamico è il nostro comune nemico”, precisava che cercare il dialogo con organizzazioni terroristiche (Fratelli Musulmani) viene considerato come segno di debolezza della parte proponente. Dal canto suo il Ministro dell'Interno giordano dichiarava che le moschee “non erano spesso le case di Dio ma platee per comizi politici” e le omelie ispirate al fondamentalismo islamico “erano un chiaro incoraggiamento al terrorismo”.
Infatti molti imam, nelle preghiere del venerdì, invocano l'aiuto “di Allah per eliminare crociati ed ebrei e tutti gli infedeli di ogni età, compresi espressamente bambini cristiani ed ebrei.” Per quanto riguarda più specificamente l'Italia, in Medio Oriente circola ancora il detto “è tutta colpa degli italiani”, intendendo che il nostro “tradimento” durante la Seconda Guerra Mondiale avrebbe impedito ai tedeschi di portare a termine la “soluzione finale”. Da parte arabo-musulmana non si manca neppure di ricordare come Maometto affermasse che Roma sarebbe stata la terza capitale del Califfato! Ciononostante condividiamo l'affermazione di un anonimo secondo cui “l'Islam è una religione diabolica, ma anche tra i musulmani ci sono brave persone.” Ed io fortunatamente ne ho conosciute molte.