La tecnologia può certamente agevolare alcune procedure, ma non può prendere decisioni, valutare situazioni particolari, né tantomeno sostituire la responsabilità istituzionale che ogni sede dovrebbe assumersi nei confronti della propria comunità.
A complicare ulteriormente il quadro vi è un divario generazionale ancora troppo sottovalutato. Migliaia di cittadini italiani anziani si trovano spaesati di fronte a un sistema digitale che non conoscono, privi delle competenze e del supporto necessari per orientarsi. I patronati e gli uffici di assistenza possono offrire un aiuto prezioso, ma non possono e non devono diventare un filtro obbligato tra il cittadino e lo Stato.
Nel frattempo, crescono il malcontento e la frustrazione: cittadini che attendono mesi per un passaporto, famiglie che non riescono a registrare i figli nati all’estero, anziani costretti a rinunciare a un diritto perché incapaci di dialogare con una macchina. Il tutto mentre la politica italiana continua ad annunciare riforme ed emendamenti senza affrontare concretamente il vero nodo: l’organico insufficiente, la formazione inadeguata, la mancanza di una visione umana e inclusiva della pubblica amministrazione, e una burocrazia cieca, priva di empatia verso le difficoltà che i connazionali oltreconfine affrontano ogni giorno nel tentativo di accedere a servizi basilari e fondamentali.
L’aumento dell’organico ha certamente un costo. E ci troviamo in un periodo storico in cui, purtroppo, le priorità di spesa dello Stato sono altre. Senza contare che, anche in Italia, si è costretti a fare i conti con budget sempre più penalizzanti in quasi tutti gli ambiti fondamentali della vita pubblica: istruzione, sanità, welfare, solo per citarne alcuni. Ciononostante, esistiamo anche noi — italiani all’estero — e rappresentiamo una realtà che contribuisce in modo significativo al sistema Italia. La scelta di espatriare, spesso dettata da necessità economiche, lavorative o familiari, non implica una mancanza di amore verso la propria terra d’origine.
L’Italia ha sempre offerto molto sotto molti punti di vista, ma è evidente che, almeno negli ultimi vent’anni, si è assistito a un progressivo impoverimento delle opportunità. Lo conferma il saldo migratorio: anno dopo anno, il numero di connazionali che lasciano il Paese supera quello di chi rientra, e tra coloro che partono troviamo sempre più giovani, professionisti e famiglie intere.
Modernizzare sì, ma con responsabilità. La tecnologia deve essere uno strumento al servizio della comunità, non un ulteriore ostacolo. Perché dietro ogni click mancato, c’è una persona che aspetta risposte.
Flavio Bellinato
Italiani Oltreconfine