Tanti misteri nella gestione del conflitto israelo-iraniano
21-06-2025 13:45 -
GD - Roma, 21 giu. 25 - Cosa sta succedendo nel conflitto israelo-iraniano? Il comportamento tenuto dalla presidenza degli USA, riguardo al conflitto tra Israele ed Iran, è sinceramente incomprensibile. In un primo momento, la presidenza USA aveva affermato di voler fornire il supporto necessario per neutralizzare i siti iraniani sotterranei dove si stanno conducendo le attività di arricchimento dell'uranio. Nei giorni successivi, lo zar Putin ha avuto un colloquio telefonico con il presidente USA e questi ha deciso di non intervenire, ovvero di rimandare di due settimane la sua decisione di supportare, o meno, il tentativo di Israele di sradicare il sistema missilistico e di proliferazione nucleare iraniano. Se è vero che due indizi non fanno una prova, fanno nascere comunque il dubbio che il dittatore russo abbia leve molto potenti per far cambiare idea e programmi alla presidenza della Casa Bianca, se non altro per guadagnare tempo. Qualunque sia la decisione della presidenza USA, Israele va avanti con la sua azione militare e, molto probabilmente, riuscirà comunque a neutralizzare la potenziale minaccia nucleare iraniana, con o senza il supporto degli americani. Inoltre, approfittando della confusione generata nelle sfere degli oligarchi iraniani dal conflitto con Israele, pur consapevole di andare incontro alle ritorsioni feroci del regime, l'opposizione interna comincia a rialzare la testa e questo è comunque un segno di speranza per il glorioso popolo iraniano. Ma perché la Russia, che è impegnata in un conflitto senza via d'uscita in Ucraina, si preoccupa così tanto dell'Iran che non ha alcun legame sociale, storico o culturale con la Russia? Perché dopo l'umiliazione subita in Siria dove le forze armate russe, che erano dispiegate a difesa del dittatore Assad, sono dovute scappare nottetempo sotto la pressione dei ribelli siriani, una ulteriore “sconfitta”, dopo poche settimane, in Iran rappresenta un danno di immagine enorme. Tra la Russia e l’Iran esiste un "accordo di cooperazione di difesa comune", basato su un “trattato di partenariato strategico globale”, che include disposizioni significative per la cooperazione militare, i trasferimenti di armi e le esercitazioni congiunte. Questo accordo più che ventennale mira a rafforzare i legami politici, militari ed economici tra i due paesi. L'accordo è stato rinnovato con la firma di un nuovo trattato all'inizio del 2025. Il nuovo trattato è stato ratificato dai parlamenti di entrambi i Paesi (la Duma russa l'8 aprile e il Consiglio della Federazione il 16 aprile, il Parlamento iraniano il 21 maggio e il Consiglio dei Guardiani l'11 giugno). Per queste ragioni la sconfitta totale del regime iraniano da parte di Israele, ancor più se con il supporto americano, diventa insopportabile per il regime di Mosca, che dovrà in qualche modo “giustificare” questa evenienza all'opinione pubblica russa. Bisognerà giustificare come mai la "potentissima Russia" non sia intervenuta a difendere l'alleato iraniano che tanto si è prodigato negli ultimi 3 anni a fornire armi alla Russia per condurre l'aggressione contro l'Ucraina. In questo momento di totale confusione e imprevedibilità delle decisioni da parte della presidenza americana dovrebbe essere l'Europa ad assumere un ruolo guida e a far sentire la propria voce tra le parti in conflitto, chiarendo inequivocabilmente che l'Europa è al fianco delle democrazie e condanna il mancato rispetto dei trattati internazionali vigenti, siano essi riguardanti il “riconoscimento e tutela dei confini di uno stato”, siano essi riguardanti gli accordi di “non proliferazione degli armamenti nucleari”. Il principio è semplice ma come sempre l'Europa si distingue per la sua “eterogeneità” di posizioni, che ne minano "ab origine" la credibilità. Infatti, mentre il cancelliere tedesco Merz non ha esitato a dichiarare che Israele sta facendo "il lavoro sporco" per conto di tutto il mondo, il presidente francese Macron condanna Israele per l'attacco ai siti energetici dell'Iran. Come mai il presidente francese non ha fatto dichiarazioni simili per la distruzione totale, da parte dei russi, delle infrastrutture energetiche ucraine?
Semplice: per la Francia vengono prima i propri "interessi di bottega", piuttosto che la pace o il disarmo nucleare dell'Iran. Le aziende francesi sono molto attive in Iran dal 1979, cioè da quando la Francia ha favorito il colpo di stato religioso di Khomeini e, quindi, prima vengono comunque gli interessi francesi e poi si potrà anche discutere di tutto il resto. Forse sarebbe ora che qualche Parlamentare europeo richiamasse a Strasburgo la Francia per rispondere a questa scomoda verità.