L'ingenua illusione di Trump e la dura realtà dello sfaccelo russo

05-06-2025 14:55 -

GD - Roma, 5 mag. 25 - Il presidente USA Donald Trump aveva promesso l’inferno a Gaza se i terroristi di Hamas non avessero liberato gli ostaggi. Poiché non ha ottenuto alcun risultato in Palestina, si è concentrato sull’Ucraina per tentare di moderare il dittatore russo, promettendo quello che di fatto non può garantire, e cioè la resa degli ucraini.
Gli ucraini hanno dimostrato in modo inconfutabile una resilienza che nessuno degli opinionisti ed esperti militari dei Paesi occidentali avrebbe mai immaginato e, nelle ultime settimane, stanno dimostrando anche capacità tecniche all’avanguardia, sia nel costruire droni, sia nei sistemi di difesa e di attacco.
Non solo. Gli ucraini hanno pure dato prova negli ultimi giorni della loro capacità di pianificare ed eseguire con successo sottili azioni mirate contro obiettivi sensibili e strategici dell’aggressore russo.
Putin, incassato il colpo, ora minaccia ritorsioni inimmaginabili. Ma come sempre, i russi si limiteranno a bombardare i condomini e le scuole delle città ucraine, come hanno sin qui fato in questi anni, perché non hanno alcuna vera forza per tentare la conquista dell’Ucraina, né possono utilizzare le armi nucleari. I cinesi hanno ufficialmente diffidato Putin dal commettere questo errore.
Insomma, Trump si è illuso di risolvere il problema palestinese e adesso si “illude” di poter aiutare la Russia nelle sue pretese egemoniche. Lui crede che così facendo la “staccherà” dall’abbraccio con la Cina. Trump e i suoi consiglieri non capiscono che la Cina si è già presa la Russia. Non è ufficiale, non è dichiarato, non si vede, ma è già successo.
Trump crede di poter ancora cambiare lo stato dell’arte offrendo sostegno a Putin nelle sue pretese di conquista e controllo dell’Ucraina, perché vuole evitare la dissoluzione della Russia.
La Cina, invece, punta ad una agonia lenta della Russia, per poterne prendere le spoglie, cosa che in realtà sta già avvenendo. La Cina infatti punta alla dissoluzione della Federazione Russa per acquisire i territori russi, che erano della Cina e che sono stati sottratti dai russi nel XIX secolo, attraverso una serie di trattati ineguali imposti alla debole dinastia Qing. La gran parte di quella che oggi è la regione dell'Estremo Oriente Russo, inclusi il Territorio del Litorale (con il porto di Vladivostok) e l'Oblast' dell'Amur, sono state acquisite dalla Russia e furono formalizzate con il Trattato di Aigun (1858) e la Convenzione di Pechino (1860). Questi accordi spostarono il confine tra i due Paesi lungo i fiumi Amur e Ussuri, cedendo alla Russia “un'enorme porzione di territorio che la Cina considerava propria”.
La strategia di Trump in Ucraina non funzionerà, perché Trump ha trovato sul suo cammino un ostacolo insormontabile che si chiama Volodymyr Zelenskyy. Il presidente ucraino non vuole cedere alle pressioni americane ed accettare di essere accondiscendente alle assurde pretese di Putin. Non solo. Ma anche volendo, Zelensky non potrebbe cedere perché il suo Popolo non lo seguirebbe.
Le varie azioni intimidatorie del duo Trump/Vance hanno ottenuto e continuano ad ottenere l’effetto contrario a quello che la Casa Bianca vuole ottenere dagli ucraini.
In tutto questo si inserisce timidamente anche l’Europa, e ancor più prepotentemente si innesta la Turchia, che ha tutto l’interesse a che la Russia non si espanda in tutto il Mar Nero.
Inoltre, la Turchia non ha alcuna convenienza e alcun vantaggio a mettersi contro le ambizioni cinesi, essendo la Turchia un importante punto di transito per la cosiddetta Via della Seta, mentre ha tutto il vantaggio a mantenere ottime relazioni con la Cina oggi e in prospettiva pure in futuro.
I Paesi europei molto più timidamente sono sospesi tra Atlantismo dichiarato e interessi economici reali, che vedono nella collaborazione ultradecennale con la Cina il successo della globalizzazione mondiale, di cui hanno beneficiato finora tutti: l’Europa con le merci a basso costo e la Cina con lo sviluppo impetuoso e l’uscita di centinaia di milioni di persone dalla povertà.
In questo ampio scenario, i russi che sono “pochi milioni” ma che sono all’80% poverissimi, saranno quelli che soccomberanno, perché non hanno nulla da offrire. Solo tanta boria e illusione di essere una “grande potenza nucleare”.
Potenza nucleare che sarà smantellata in una miriade di staterelli indipendenti com’è già successo alla caduta dell’ex Impero Sovietico (la famosa URSS) e la nascita dei vari “stan” (Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan).
Adesso saranno le repubbliche caucasiche (Cecenia, Daghestan, Inguscezia, Cabardino-Balcaria, Ossezia Settentrionale-Alania, Karačaj-Circassia e Adighezia) che fuggiranno dalla Federazione Russa.
E qui nasce un problema grave: l’implosione della Federazione Russa potrebbe far finire le famose armi nucleari in mano a dittatori locali, tipo il ceceno Kadyrov.
Per questa ragione l’Unione Europea e la NATO devono costituire subito un tavolo tecnico per definire le strategie e le azioni necessarie a mettere in sicurezza l'arsenale nucleare russo. Ovviamente, a questo tavolo devono invitare anche la Cina, piaccia o no a Trump.

Ciro Maddaloni
Esperto di eGovernment internazionale


Fonte: Ciro Maddaloni