ISIA: Dal Mediterraneo al Mar Caspio: la visione italiana per l’Asia

04-05-2025 17:13 -

GD - Roma, 4 mag. 25 - Intervista del periodico ORE 12 al Presidente dell'ISIA Istituto Italiano per l'Asia, on. Mario Morgoni. In un'epoca segnata da instabilità geopolitica, guerre commerciali e crescente protezionismo, le relazioni tra Europa e Asia assumono un'importanza strategica senza precedenti. L'Italia, ponte naturale tra Occidente e Oriente, si trova oggi nella posizione di poter svolgere un ruolo di primo piano nella costruzione di nuovi equilibri internazionali. Il recente rallentamento della globalizzazione e le politiche restrittive di alcuni grandi Paesi, come gli Stati Uniti, impongono all'Unione Europea una riflessione profonda sulla propria politica estera e commerciale. In questo contesto, l'Asia – con la sua pluralità di culture, economie emergenti e risorse strategiche – rappresenta una direzione privilegiata per costruire partnership di lungo termine.
Su questi scenari che si sono creati, abbiamo intervistato il presidente dell'Istituto Italiano per l'Asia, on. Mario Morgoni per comprendere come l'Europa e l'Italia possano rafforzare il proprio ruolo in questo dialogo euro-asiatico, valorizzando non solo le relazioni commerciali ma anche settori chiave come la cultura, le tecnologie industriali, la difesa e la diplomazia economica.
D.: Presidente Morgoni, dopo i nuovi dazi imposti dall'amministrazione Trump verso numerosi paesi, quale potrebbe essere la posizione strategica dell'Europa, e in particolare dell'Italia, nel panorama commerciale e nel contesto geopolitico che si è creato?
* Mario Morgoni: «Le politiche aggressive scatenate dal Presidente americano stanno scombussolando non solo il commercio internazionale, quanto soprattutto l'assetto geopolitico globale. L'Europa si trova oggi in una posizione di potenziale mediatore. Mentre gli Stati Uniti adottano politiche sempre più protezionistiche, l'UE può presentarsi come partner commerciale affidabile per l'Asia. L'Italia, con la sua tradizione diplomatica e la sua posizione geografica strategica nel Mediterraneo, può svolgere un ruolo cruciale in questo contesto. Storicamente, siamo sempre stati un ponte naturale tra Oriente e Occidente. In proposito, vorrei ricordare la teoria dei tre mari (Mediterraneo, Nero e Caspio) che anche solo geograficamente indicano dei corridoi e delle vie storiche. Oggi questa vocazione può tradursi in opportunità concrete per il nostro sistema economico».
D.: Quali sono, a suo parere, i mercati asiatici che offrono, in questo momento, le maggiori opportunità per le imprese italiane ed europee ?
* Mario Morgoni: «Senza dimenticare i mercati già consolidati come Giappone e Corea del Sud, vediamo enormi potenzialità nell'India, che sta vivendo una fase di forte espansione economica, e nei paesi dell'ASEAN come Malesia, Vietnam, Indonesia e Filippine, che rappresentano economie in rapida crescita con una classe media emergente. La Cina, nonostante le complessità geopolitiche, rimane un partner commerciale fondamentale come ha recentemente affermato a Roma nella nostra ultima Conferenza Internazionale l'Ambasciatore vicario, nel suo elegante italiano, Li Xiaoyong. In questo momento stiamo dedicando la massima attenzione ai mercati dell'Asia centrale ex-sovietica, in quei paesi ricchi di risorse intorno al Caspio dove l'Italia può offrire competenze nei settori dell'energia, delle infrastrutture e dell'agroindustria. Anche qui alcuni hanno rapporti già strutturati ed organizzati con l'Italia, come il Kazakistan e l'Azerbaijan. Altri si stanno aprendo in maniera interessante verso il nostro Paese come l'Uzbekistan (che ha già un record turistico essendo il paese di Samarkanda e di Buchara), il Kirghizistan e il Turkmenistan, che non solo è ricco di risorse ma che sta letteralmente aprendo i suoi confini. Una particolare attenzione, poi, meritano i corridoi umanitari, culturali ed economici – alcuni già in fase di realizzazione, altri ancora in progettazione – perché rappresentano uno strumento strategico che si adatta bene alle caratteristiche dell'Italia, chiamata ad offrire un suo contributo incisivo e originale».
D.: Quali caratteristiche e potenzialità offrono i Paesi dell'area del Mar Caspio, e quale ruolo potrebbero giocare nei futuri rapporti tra Italia e Asia?
* Mario Morgoni: «I Paesi che gravitano intorno al Mar Caspio – come Azerbaigian, Uzbekistan, Kazakistan, Turkmenistan, ma anche Georgia e Iran – rappresentano un'area di crescente rilevanza strategica, non solo per l'interscambio energetico ma per il potenziale di collaborazione in settori ad alto valore aggiunto. Questi Paesi si stanno aprendo con maggiore determinazione ai mercati europei, e l'Italia ha tutto l'interesse a rafforzare con essi rapporti stabili e multidimensionali. L'Istituto intende intensificare le relazioni con questi partner, non solo in ambito commerciale, ma anche nei settori della cultura, dell'arte, della ricerca e dello sviluppo di tecnologie avanzate, incluse quelle per la difesa e la sicurezza. Il Caspio può diventare uno snodo chiave tra Europa e Asia, e l'Italia deve essere presente, costruendo alleanze fondate sulla fiducia reciproca e sulla cooperazione concreta».
D.: In quali settori l'Italia può giocare un ruolo da protagonista nelle relazioni commerciali con l'Asia centrale?
* Mario Morgoni: «L'Italia eccelle in diversi settori che sono molto apprezzati in Asia. Il made in Italy tradizionale – moda, design, agroalimentare – continua ad avere un grande successo. Ma abbiamo anche eccellenze meno conosciute nel campo delle infrastrutture, delle tecnologie verdi, della meccanica di precisione e delle tecnologie medicali. Un altro settore strategico è quello educativo e culturale: le università e gli istituti di formazione italiani potrebbero attrarre molti più studenti asiatici, creando legami duraturi che si tradurranno in future relazioni commerciali».
D.: La Via della Seta è stata un'iniziativa controversa per l'Italia. Come valuta oggi le prospettive di collaborazione con la Cina al di fuori di quel quadro negoziale?
* Mario Morgoni: «La nostra uscita dal memorandum sulla Belt and Road Initiative è stata una scelta di riallineamento con le politiche europee, ma questo non significa che dobbiamo rinunciare a relazioni costruttive con la Cina. Dobbiamo perseguire una “terza via” che eviti sia la contrapposizione frontale che la subordinazione economica. Possiamo sviluppare accordi bilaterali in settori specifici dove ci sia un reale vantaggio reciproco, mantenendo sempre un coordinamento a livello europeo. La chiave è costruire relazioni equilibrate, pragmatiche e basate su regole chiare».
D.: L'India viene spesso descritta come la prossima grande potenza economica. Come può l'Italia posizionarsi in modo strategico in questo mercato?
* Mario Morgoni: «L'India rappresenta un'opportunità straordinaria, con una popolazione giovane, una classe media in crescita e ambizioni di modernizzazione infrastrutturale. L'Italia può offrire competenze in settori come l'energia rinnovabile, la gestione delle risorse idriche, la meccanica di precisione e la trasformazione alimentare. Abbiamo già collaborazioni importanti nel settore della difesa, ma il potenziale è molto più ampio. È fondamentale un approccio di sistema: le piccole e medie imprese italiane possono avere successo in India solo se supportate da una strategia nazionale coordinata che faciliti l'accesso al mercato e la protezione della proprietà intellettuale».
D.: Quali sono le maggiori barriere che le imprese italiane incontrano nell'espansione verso i mercati asiatici?
* Mario Morgoni: «Le barriere sono di diversa natura. Ci sono ostacoli culturali e linguistici, che richiedono investimenti in formazione e comprensione dei contesti locali. Ci sono barriere regolamentari, con quadri normativi molto diversi dai nostri. E poi c'è il problema delle dimensioni: molte Piccole e Medie Imprese italiane hanno difficoltà a raggiungere la scala necessaria per affrontare mercati così vasti. L'Istituto lavora proprio per abbattere queste barriere, creando piattaforme di supporto, formando esperti di mercato e facilitando la creazione di consorzi che permettano anche alle imprese più piccole di presentarsi con una massa critica adeguata».
D.: In che modo la diplomazia culturale può supportare le relazioni economiche con l'Asia?* Mario Morgoni: «La diplomazia culturale è un asset fondamentale per l'Italia. Il nostro patrimonio culturale è riconosciuto e ammirato in tutta l'Asia. Questo ci permette di costruire relazioni basate su rispetto e ammirazione reciproca, che poi facilitano anche i rapporti commerciali. La cultura è la nostra “porta d'ingresso” privilegiata nei mercati asiatici. L'Istituto promuove attivamente scambi culturali, programmi di studio congiunti e collaborazioni artistiche che creano un terreno fertile per successive relazioni economiche. La cultura non è solo un fine in sé, ma anche un potente strumento di soft power».
D.: Quali lezioni possiamo trarre dalle esperienze passate nei rapporti con l'Asia?
* Mario Morgoni: «La lezione principale è che dobbiamo evitare approcci episodici o puramente opportunistici. Le relazioni con l'Asia richiedono pazienza, costanza e visione di lungo periodo. Un'altra lezione importante riguarda la necessità di comprendere profondamente le culture e le società asiatiche, evitando di proiettare le nostre categorie occidentali. Infine, abbiamo imparato che è fondamentale costruire relazioni a più livelli: non solo economiche, ma anche culturali, scientifiche e interpersonali. Sono questi legami multidimensionali che creano partnerships durature e resistenti alle fluttuazioni geopolitiche».
D.: Come valuta il ruolo delle istituzioni europee nel facilitare le relazioni con l'Asia? Cosa potrebbe fare di più l'Unione Europea?
* Mario Morgoni: «L'UE ha fatto progressi significativi con accordi di libero scambio come quelli con Giappone, Singapore e Vietnam, ma serve una strategia più coesa e ambiziosa. L'Europa deve parlare con una voce unica sui temi commerciali, pur rispettando le specificità nazionali. Sarebbe importante che l'UE investisse di più in infrastrutture di connettività con l'Asia, come alternative concrete alla Belt and Road cinese. Inoltre, l'UE dovrebbe facilitare maggiormente la mobilità di studenti e professionisti tra i due continenti, creando programmi di scambio più ambiziosi e accessibili».
D.: Mentre tutti ci auguriamo una tregua e un definitivo accordo di pace per queste due guerre in corso, quali sono le sue previsioni per il futuro delle relazioni Europa-Asia nei prossimi anni, e quale ruolo specifico vede per l'Italia?
* Mario Morgoni: «Credo che assisteremo a un progressivo riequilibrio delle relazioni globali, con l'Asia che assumerà un ruolo sempre più centrale. L'Europa dovrà trovare un suo posizionamento autonomo, sviluppando partnership strategiche con i paesi asiatici senza dover necessariamente scegliere tra USA e Cina. In questo contesto, l'Italia può giocare un ruolo da protagonista come facilitatore di dialogo, grazie alla sua tradizione diplomatica e alla sua capacità di costruire ponti. Il nostro futuro economico dipenderà in larga misura dalla nostra abilità di inserirci nei flussi commerciali e culturali euro-asiatici. Non è solo una questione di opportunità economiche, ma di rilevanza geopolitica del nostro paese in un mondo che noi abbiamo il dovere di pacificare, perché le guerre e le politiche aggressive sono sempre una sconfitta per tutti».

Michele Rutigliano

Fonte: Ore 12