Ambasciata presso Santa Sede: studiosi a confronto su Pirro Ligorio e le "fabbriche" romane di Palazzo Borromeo e Palazzo Lancellotti

13-03-2019 18:26 -

GD - Roma, 13 mar. 19 - Studiosi a contronto all'ambasciata d'Italia presso la Santa Sede sul genio artistico dell'architetto Pirro Logorio che, nella sua molteplice attività artistica, si dedicò a molti edifici romani. Compreso Palazzo Borromeo (o palazzina di Pio IV), storico ed antico edificio posto sulla via Flaminia e con l'ingresso in via delle Belle Arti, che rappresenta un tipico palazzo rinascimentale, progettato nel 1561 proprio dall'architetto Ligorio per il papa Pio IV. Ora ospita l'ambasciata d'Italia presso la Santa Sede, dove furono sottoscritti, l'11 febbraio 1929, i Patti Lateranensi, gli accordi di mutuo riconoscimento tra il Regno d'Italia e la Santa Sede con i quali per la prima volta dall'Unità d'Italia furono stabilite regolari relazioni bilaterali tra Italia e Santa Sede.
Su iniziativa dell'ambasciatore Pietro Sebastiani, che con varie iniziative sta impreziosendo questo edificio e promuovendo convegni e incontri di notevole spessore culturale ma anche artistico e sociale, si è svolta una conferenza dell'arch. Enzo Pinci, affiancato dalle acute e interessanti analisi di esperti del calibro del prof. Christoph Luitpold Frommel, prof. Claudio Strinati, prof. Daria Borghese e arch. Francesca Migliorato.
Il palazzo sorge in quella che era la cosiddetta "vigna vecchia". Tale vigna, come allora venivano chiamate le ville, insieme alla vigna del porto e alla vigna Del Monte, costituiva la residenza estiva di papa Giulio III. Sull'area delle tre vigne sorgono attualmente oltre che il palazzo Borromeo anche villa Giulia, con il museo etrusco, e villa Poniatowski. Poco oltre c’è la Galleria Nazionale d'Arte Moderna. Insomma, un'area culturalmente e artisticamente molto ricca e stimolante.
Nel 1557 papa Paolo IV Carafa rivendicò la proprietà delle vigne alla Santa Sede (perché acquistate con i mezzi della Chiesa). Successivamente lo stesso pontefice donò l'edificio sorto sulla vigna e incompleto ai suoi amati nipoti: il conte Federico Borromeo e suo fratello il cardinale Carlo Borromeo. Il palazzo fu costruito a ridosso, inglobandola, di una preesistente fontana (detta di Papa Giulio III), capolavoro di Bartolomeo Ammannati che ancora si affaccia all'incrocio tra via Flaminia e via di Villa Giulia. E da allora l'edificio e cresciuto impreziosendosi.
Pirro nacque a Napoli dalla nobile famiglia Ligorio, e come da consuetudine delle famiglie nobili ricevette un'istruzione, anche artistica, in casa, senza compiere dirette esperienze in botteghe artigiane. Nel 1534 si trasferì a Roma, dove cominciò la propria carriera artistica dipingendo decorazioni a monocromo, in facciate di diversi palazzi.
Di fronte un selezionato pubblico interessato, introdotti dallo stesso amb. Sebastiani, i relatori hanno compiuto un approfondito percorso artistico, storico ed anche urbanistico mettendo in risalto i pregi del Palazzo Borromeo e della sua evoluzione. E svelando aspetti e curiosità che hanno così arricchito nei presenti la conoscenza del Palazzo Borromeo.


Fonte: Redazione