Italia-Cina: l'interscambio commerciale oltre 50 miliardi di dollari, 190 mila dipendenti coinvolti

26-02-2019 22:50 -

GD - Trieste, 26 feb. 19 – La Cina è sempre più vicina e ormai sono quotidiani gli incontri bilaterali per analizzare non solo le relazioni, siano esse culturali, economiche, commerciali, imprenditoriali, finanziarie, tecnologiche. Nel Palazzo dei Congressi della Stazione Marittima di Trieste si è svolto il forum “The China-Italy business relationship – partnerships building the future”, promosso dalla Fondazione Italia Cina e dal Gruppo Costa Crociere, in collaborazione con PwC Italia.
Al centro del dibattito le relazioni commerciali sull’asse Italia-Cina e le partnership strategiche quale modello di sviluppo vincente per entrambi i Paesi. I dati parlano chiaro: nel periodo 2000-2017 il Paese del Dragone ha investito in Italia 13,7 miliardi di euro posizionandoci al terzo posto quale nazione europea di destinazione delle risorse cinesi dopo UK e Germania. Non solo. Secondo i dati elaborati dalla Fondazione Italia Cina sono oltre 600 le aziende italiane a capitale cinese principalmente attive nei settori chiave del Made in Italy. Queste aziende generano quasi 18 miliardi di euro di fatturato e impiegano più di 30 mila dipendenti.
Ma ben superiori sono le aziende cinesi a capitale italiano: oltre 2000 per un totale di 160.000 dipendenti in Cina e giro d’affari complessivo di 25 miliardi di euro. Non vanno poi sottovalutati i benefici derivanti dall’interscambio commerciale tra i due Paesi, consolidato ormai sopra la soglia dei 50 miliardi di dollari annui e contraddistinto da un trend di crescita delle esportazioni italiane maggiore rispetto all’aumento delle importazioni dalla Cina.
"Nelle relazioni internazionali il primo fondamento è conoscersi. Questi incontri, basati sulle relazioni tra l'economia italiana e un'economia di un paese che vale un continente significa mettere in cantiere enormi potenzialità", ha detto il sottosegretario agli Esteri, Manlio Di Stefano, a chiusura della tavola rotonda 'Italia-Cina'. Rilevando che “l'Italia può essere un ponte in Europa ed anche un mediatore con altre potenze ostili alla Cina".
Di Stefano ha poi elencato i cinque settori prioritari della cooperazione tra i due Paesi: "Energie verdi e sostenibile, agricoltura e sicurezza alimentazione, urbanizzazione, farmaceutica e sanità, aviazione e aerospazio. Dobbiamo pensare che tutto ciò è importante, ma va inquadrato anche nella relazione di piani strategici tra l'Unione Europea e la Cina. Ogni sindaco e ogni regione dirà che le opportunità sono fondamentali per l'area di interesse locale. La verità è che questi rapporti sono una possibilità di crescita per tutto il Paese. Vogliamo giocare a carte scoperte perché' storicamente l'Italia ha sempre recitato un ruolo di ponte tra diverse culture, al di là delle partnership diplomatiche europee e Atlantiche. In Italia troverete sempre una porta aperta", ha concluso Di Stefano.
Nel suo intervento Andrea Manchelli, partner di PwC Italia e membro del PwC China Desk, ha sottolineato che “quello che notiamo è che stanno assumendo sempre maggiore rilievo gli accordi di partnership commerciale sotto varie forme incluse le joint venture strategiche. Ne sono un esempio gli accordi siglati a novembre 2018 al China International Import Expo dove erano presenti le nostre istituzioni e quasi 200 campioni nazionali del Made in Italy. Per cogliere al meglio le grandi opportunità che offre la Cina oltre a mettere in risalto il sistema Italia è essenziale valorizzare l’esperienza e la capacità di fare squadra delle nostre eccellenze italiane che con successo stanno già lavorando in Cina”.
Da parte sua Vincenzo Petrone, direttore generale Fondazione Italia Cina, ha messo in evidenza che “la nuova Via della Seta costituisce la sfida sistemica più ambiziosa in termini di raccordi intercontinentali, connettività euroasiatica, investimenti, produttività ed efficienza logistica. L’industria italiana ha tutte le qualità per affrontarla in maniera positiva, investendo, competendo e approfittando dei nuovi scenari economici che la Cina, la sua industria e i suoi consumatori propongono. Per far sì che le aziende italiane possano realizzare al massimo il proprio potenziale, soprattutto in un progetto che, come questo, ha il suo cuore nel Mediterraneo, occorre che il settore privato e quello pubblico agiscano in modo sinergico. Si tratta di un’occasione epocale di sviluppo per fare del nostro Paese il crocevia infrastrutturale e logistico, che non possiamo perdere”.
Tra i mercati a maggiore crescita in Cina c’è quello turistico. In particolare, il settore crocieristico ha vissuto in un arco di tempo ravvicinato una crescita ingente e velocissima. Al punto che la Cina ha tutte le carte in regola per diventare il polo più importante al mondo, con ben 20 milioni di passeggeri nel 2030, pari a 10 volte o quasi quelli attuali. Strategico in tal senso il ruolo di Costa Crociere, sbarcata per prima in assoluto nel Paese del Dragone. Correva l’anno 2006 e l’azienda, che fa capo a Carnival Corporation, compiva con Costa Allegra il suo primo viaggio da Shangai.
Michael Thamm, amministratore delegato del Gruppo Costa e Carnival Asia, ha affermato che “il mercato delle crociere in Cina ha cominciato a svilupparsi dal 2006, grazie all'arrivo di Costa. Una azienda espressione dell’eccellenza italiana che da allora ha contribuito a una notevole crescita: nel 2018 ci sono stati 2,5 milioni di cinesi in crociera. Il potenziale di sviluppo futuro è ancora enorme: i crocieristi in Cina rappresentano al momento meno del 2% dei cinesi che fanno vacanze all'estero”.
Ora bisogna fare un salto ulteriore per raggiungere il target, costruendo navi su misura per il mercato cinese, come Costa Venezia, l’ultimo gioiello di Costa costruita da Fincantieri nello stabilimento di Monfalcone. Una nave che offrirà il meglio dell’Italia alla clientela cinese, rafforzando la leadership di Costa in Cina. Rientra nel piano di espansione anche la recente partnership siglata tra Carnival e China State Shipbuilding Corporation, una delle più grandi aziende cinesi di costruzioni navali. Obiettivo: creare un nuovo brand di crociere che opererà in Cina. Come spiega Michael Thamm: «La joint venture che abbiamo siglato ha un'importanza strategica per tutte le parti coinvolte: rafforzerà ulteriormente la presenza di Costa sul mercato, genererà un impatto economico significativo per l’Italia, con il coinvolgimento di altre realtà imprenditoriali di eccellenza quali nostri partner, ad esempio per la costruzione di nuove navi, e creerà opportunità per accrescere i legami economici fra Italia e Cina creando un ecosistema globale».
Lei Fanpei, chairman di China State Shipbuilding Corporation, ha sottolineato che “l’ingresso di CSSC nel settore delle crociere in partnership con Carnival Corporation/Gruppo Costa e Fincantieri è una decisione strategica che ha ricevuto particolare attenzione e un forte sostegno dai leader del governo cinese e italiano”. Poi ha aggiunti che “attraverso le partnership con aziende internazionali leader come queste, costruiamo una intera catena industriale che include il design e le costruzioni navali, operazioni e supply chain, e promuoviamo insieme una crescita del sistema industriale creando un ecosistema virtuoso per una crescita sostenibile del settore crocieristico”.


Fonte: Redazione