Made in Italy: Caputo (IW&FI), "Dannose ripercussioni all'estero dell'inchiesta sul vino italiano"

06-02-2019 17:23 -

GD - New York, 6 feb. 19 - Notevole preoccupazione è stata espressa da Lucio Caputo, presidente dell’Italian Wine & Food Institute di New York, per gli articoli che stanno cominciando ad essere pubblicati sulla stampa internazionale e statunitense in particolare, in merito all’indagine in corso in varie province italiane relativa a numerose aziende che avrebbero immesso sul mercato notevoli quantitativi di vino senza aver rispettato le norme previste dai disciplinari di tali vini. Per Caputo "il rischio è che, specialmente all’estero, l’indagine venga strumentalizzata a danno di tutta la produzione vinicola italiana".
Caputo ha pertanto auspicato che "vengano al più presto chiariti e definiti i termini dell’inchiesta in corso evitando che la meritoria azione delle forze dell’ordine possa essere utilizzata per complessivamente danneggiare l’immagine del vino italiano penalizzando tutte quelle aziende che con grande serietà e competenza, nello scrupoloso rispetto delle norme in vigore, producono vini di grande qualità dando immagine e prestigio al vino italiano".
Analoga preoccupazione è stata espressa dalla autorevole Associazione Nazionale degli Importatori di bevande Alcoliche - NABI che teme le ripercussioni che potranno avere le notizie provenienti dall’Italia sulle esportazioni italiane verso il mercato statunitense.
Come è noto numerose aziende vinicole italiane italiane dislocate nelle aree produttive di Pordenone, Udine, Treviso, Venezia, Padova, Reggio Emilia, Modena, Ravenna, Firenze, Livorno, Napoli e in diverse città della Puglia incluse aziende imbottigliatrici, sarebbero sotto investigazione per non aver rispettato le norme dei disciplinari DOC, IGP e DOP. L’indagine coinvolgerebbe anche gli ispettori che non avrebbero effettuati i relativi controlli.
Sulla stampa internazionale viene sottolineato che ancora non sono stati resi noti i nominativi delle aziende sotto investigazione e che la maggior parte del vino falsificato sarebbe stato esportato ed alcune testate ricordano i precedenti scandali, ultimo quello del 2014.


Fonte: Redazione