IFAD: Quarto Forum Internazionale dei Popoli Indigeni

04-02-2019 17:34 -

GD - Roma, 4 feb. 19 - Sfruttare la conoscenza dei popoli indigeni per un futuro sicuro dal punto di vista alimentare nonostante i cambiamenti climatici. Questo l'obiettivo del Quarto Forum Internazionale dei Popoli Indigeni ospitato dall'IFAD promuove l’utilizzo del sapere e della innovazione delle popolazioni indigene per creare resilienza ai cambiamenti climatici e sviluppo sostenibile. Si terrà dalle ore 9:00 di martedì 12 febbraio alle ore 17:00 di mercoledì 13 febbraio, nella Asede IFAD di Roma, in Via Paolo di Dono 44, nella “Italian Conference Room”.
Vi prenderanno parte Gilbert F.Houngbo, presidente IFAD; Victoria Tauli-Corpuz, relatrice speciale dell'ONU per i Diritti dei Popoli Indigeni; Mirna Cunningham, presidente del CADPI, Centro per l'autonomia e lo sviluppo dei Popoli Indigeni; Joan Carling, vincitrice del prestigioso riconoscimento “UN Environment Champions of the Earth Award” 2018.
Il Forum Internazionale dei Popoli Indigeni è stato istituito nel 2011, è una piattaforma di
dialogo permanente tra i rappresentanti dei popoli indigeni, l’IFAD e i governi internazionali.
Quest’anno il Forum si concentrerà sulla promozione dell’utilizzo delle conoscenze e delle
innovazioni delle popolazioni indigene per permettere di sviluppare resilienza nei confronti del clima e facilitare uno sviluppo sostenibile così da rafforzare i cambiamenti nelle zone rurali.
Nella due giorni di discussione, i partecipanti si focalizzeranno su come rafforzare il ruolo dei popoli indigeni quali custodi della maggior parte della biodiversità del pianeta. Grazie alla loro stretta relazione con l’ambiente, i popoli indigeni sono in una posizione privilegiata per confrontarsi e adattarsi ai cambiamenti climatici; incrementare gli investimenti per supportare le organizzazioni indigene, le istituzioni e le comunità indigene concentrandosi soprattutto sulle conoscenze dei giovani e delle donne per affrontare i cambiamenti climatici e rafforzare la resilienza ad essi; supportare i popoli indigeni nel mettere in sicurezza le loro terre, i territori e le risorse, attraverso un lavoro di mappatura e difesa.
I sistemi di raccolta dell'acqua/irrigazione dei popoli indigeni aumentano le scorte di acqua in ambienti soggetti a stress idrico. In Tunisia, le popolazioni Amazigh usano il sistema degli Jessour, una capillare organizzazione agricolo-territoriale basata su particolari dighe destinate a trattenere sia l'acqua piovana sia i detriti di sbriciolamento delle aride montagne circostanti permettendo la coltivazione di olivi, alberi da frutto e cereali.
La conoscenza dei popoli indigeni è usata per risanare il suolo, adattarlo e permettere di resistere a inondazioni e siccità. In Bangladesh, le comunità che hanno dovuto affrontare le inondazioni coltivano varietà di canne resistenti al sale, frutta e alberi resistenti al sale e alla siccità in modo da ridurre la vulnerabilità alle inondazioni e all’ innalzamento del livello del mare assicurando reddito a lungo termine.
La gestione delle foreste fatta dalle comunità di popoli indigeni permette di definire zone protette, zone per la lavorazione del legno e per la gestione in scala dei bacini idrici, esse hanno un ruolo fondamentale nell’invertire il processo di disboscamento.
I Miskito del Nicaragua mantengono tre tipi di campi (i campi coltivati, quelli dedicati al pascolo e la foresta) mentre sull’isola di Borneo, i Daiacchi usano una terra fatta a mosaico con zone naturali e foresta.
Sarà possibile seguire i lavori in diretta sul web all’indirizzo: https://bit.ly/2S9wJWR
Per accreditarsi al evento scrivere a – ifadnewsroom@ifad.org entro l'8 febbraio.


Fonte: IFAD