India: intervista a amb. Rao: "c'è un enorme potenziale da sviluppare"

13-08-2024 14:39 -

GD - Roma, 13 ago. 24 - Il sito Difesa online ha intervistato l'ambasciatore dell'India in Italia, Vani Sarraju Rao. L'intervista è firmata da Andrea Cucco.
Cosa viene in mente in Italia se si parla di India? Probabilmente molte immagini stereotipate, specialmente se non ci si è mai stati: povertà, sovrappopolazione, spiritualità, caste. Alcuni ricorderanno anche il caso dei due marò. Tuttavia, quel Paese è - e sarà sempre più - anche ben altro: una potenza economica e industriale, un attore geopolitico di primo piano, e una forza militare in crescita.
In Italia, spesso fatichiamo a guardare oltre il nostro orizzonte immediato. Il nostro rinnovato legame con la Cina ne è un esempio: riscriviamo sorridendo accordi senza comprendere appieno le implicazioni a lungo termine, con un "conto alla rovescia" che riecheggia tra laboriosissimi amici ed Alleati in lontananza.
Quando visitai l'India oltre 30 anni fa, ricordo di aver incontrato una giornalista italiana a Bangalore, inviata per un reportage su una nuova area di sviluppo speciale. All'epoca, Bangalore era una tranquilla città di quattro milioni di abitanti. Oggi, con oltre dodici milioni di abitanti, è la "Silicon Valley" dell'India. Ricordo lo stupore nel rivederla dopo 15 anni: le strade polverose si erano trasformate in autostrade e l'orizzonte era punteggiato da grattacieli scintillanti con le insegne dei giganti dell'high tech. Mentre l'India continuava a crescere, in Italia il progresso ha seguito un percorso "diverso".
Oggi, mentre la temperatura globale (e geopolitica) raggiunge nuovi record, molti dei nostri alleati hanno spostato lo sguardo da Pechino a Nuova Delhi. È un segno di lungimiranza, affinità democratica o semplice "saggezza Occidentale"?
Abbiamo chiesto un'intervista a Vani Rao, l'ambasciatore indiano in Italia e San Marino.
D.: L’India sta accrescendo – ed accrescerà sempre più - il suo ruolo geopolitico. In particolare, l'India sembra avere una strategia multilaterale. Nel caso di una guerra globale si dovranno scegliere posizioni definite e chiare. Il suo paese ha una storica relazione di amicizia con una Russia che oggi appare essere stretta alleata della Cina. Cosa avverrà in caso di un nuovo confronto militare fra Cina ed India?
* Amb. Vani Sarraju Rao: «È una domanda complessa. Partiamo dal ruolo geopolitico dell'India. In questo momento, nella regione dell'Indo-Pacifico e dell'Oceano Indiano, l'India è un paese chiave, con un'economia importante in una posizione strategica.
Se osserviamo l'India su una cartina geografica possiamo notare che, con una costa enorme, è alla confluenza di rotte commerciali marittime.
Viviamo di fatto con un “vicinato” complicato, con questioni di sicurezza aperte ai confini con almeno tre Paesi.
L'India nella regione sta cercando pace e stabilità, a favore di una prosperità economica che può avere un impatto positivo sui paesi confinanti. Per la nostra crescita economica e il nostro sviluppo, relazioni pacifiche con i nostri vicini sono dunque fondamentali.
L'India, soprattutto nell’ultimo decennio, sta anche emergendo come partner fondamentale per i paesi nella regione dell'Oceano Indiano, dell'Asia meridionale e della più ampia regione dell'Indo-Pacifico. Stiamo aiutando molte nazioni nelle loro priorità di sicurezza, sviluppo delle capacità e molti altri programmi.
Siamo anche ciò che chiamiamo “primo soccorritore” in caso di crisi, di assistenza umanitaria, di calamità come durante il Covid.
Diamo un'occhiata alle nostre relazioni con la Cina, che ha menzionato. In passato siamo stati in guerra ed avevamo stretto accordi, ancora validi, per mantenere la pace e la stabilità al confine. Negli ultimi quattro anni tali patti sono stati ripetutamente violati, creando una situazione difficile. Stiamo gestendo, attraverso il dialogo diplomatico e militare, l’allentamento delle tensioni per cercare di tornare allo status quo ante».
D.: Le violazioni possono essere state una forma di provocazione della Cina?
* Amb. Vani Sarraju Rao: «Sì, da parte nostra abbiamo chiesto loro di tornare alla situazione precedente l'estate del 2020. Ma non siamo stati in grado di ottenere ciò che volevamo ed hanno mantenuto la propria presenza militare oltre il confine con l'India. Stiamo di riflesso mantenendo la nostra per salvaguardare la nostra sovranità e integrità territoriale. Una linea d'azione che qualsiasi paese intraprenderebbe, se si trovasse ad affrontare tale minaccia.
Naturalmente, questo ha ripercussioni sulle relazioni politiche e sul commercio, abbiamo preso alcune misure per mettere alcuni controlli e verifiche sul tipo di investimento che arriva, alcune app cinesi sono state vietate in India, ci sono, tra i tanti, anche controlli nel settore delle telecomunicazioni.
Parliamo ora delle relazioni dell'India con la Russia. Dalla nostra indipendenza, abbiamo avuto legami con l'ex Unione Sovietica. Nell'era post-indipendenza, l'ex Unione Sovietica ha assistito l'India nei suoi programmi di industrializzazione spaziale e energetico. Parte del nostro processo di industrializzazione è stato possibile grazie all'aiuto dell'ex Unione Sovietica. Oggi, nel nostro programma nucleare civile, la Russia è un partner.
I legami nella Difesa sono stati un aspetto cruciale delle nostre relazioni con la Russia. Nell'era post-indipendenza in India, l'ex Unione Sovietica era uno dei paesi - uno dei pochi - disposto a vendere sistemi di difesa all'India, disposto a trasferire tecnologia per consentire la produzione su licenza e anche fornire supporto post-vendita. Abbiamo acquisito diverse piattaforme ed equipaggiamenti militari dall'ex Unione Sovietica, tra cui velivoli MIG o Sukhoi, mezzi per la nostra artiglieria, per la Marina, ecc.».
D.: E carri armati! Qualcuno dice che negli anni ‘90 avete “salvato” alcune aziende russe con i vostri ordini.
* Amb. Vani Sarraju Rao: «Per quanto riguarda i tank è vero. Nel corso degli anni, la relazione si è trasformata da quella di acquirente/venditore a una con più sfaccettature: abbiamo avviato piani di ricerca congiunti e di co-produzione di alcune piattaforme di origine russa. Sistemi e piattaforme oramai datate hanno bisogno di supporto continuo, manutenzione e interazione con la difesa e gli stabilimenti militari originari. Ci sono anche esercitazioni e altri scambi con la Russia.
Veniamo alle relazioni odierne tra Russia e Cina. Bisogna comprendere il contesto in cui i loro legami si sono rafforzati. Negli ultimi quattro o cinque anni le iniziative di alcuni paesi hanno hanno limitato le forniture alla Russia che, conseguentemente, si è rivolta ad alcuni paesi in Asia per ottenerle. Questo aiuto non implica solo l’aspetto tecnologico, politico ed economico ma anche il rischio di divenire un “Proxy State” (Stato subordinato/satellite, ndd).
Siamo consapevoli delle dinamiche di quella relazione e delle sue conseguenze per l'Asia e per il mondo intero.
Come Paese “terzo”, non vogliamo commentare la dinamica o trarre conclusioni. Ma comprendiamo il contesto è avvenuta».
D.: Un cambiamento radicale è avvenuto anche in Pakistan: 20 anni fa, era in stretti rapporti con gli USA ed oggi è un Paese vassallo della Cina. Prima Lei ha parlato di tre Paesi “difficili” ai confini: uno è sicuramente Cina, il secondo è storicamente il Pakistan. Il terzo?
* Amb. Vani Sarraju Rao: «Con il Pakistan abbiamo una storia di tensioni, infiltrazioni e conflitti, la Cina è il secondo e il Myanmar (Birmania) è il terzo. Abbiamo un confine geografico molto lungo con il Myanmar e un movimento di insorti attraverso il confine. Parliamo di gruppi che operano in India e si rifugiano in Myanmar, che ritornano e causano conflitti.
Dobbiamo mantenere la pace attraverso tutti i confini. Con il Pakistan, le nostre relazioni sono state difficili in passato, e abbiamo preso una posizione molto ferma sul fatto che se non avessero cessato di aiutare e favorire il terrorismo transfrontaliero in India, sarebbe stato difficile per noi avere normali relazioni diplomatiche.
In India, all’interno dell’intera classe politica e anche nell’opinione pubblica, c'è consenso e supporto per questa postura nei confronti del Pakistan e della Cina».
D.: Parliamo della vostra crescita economica. Una crescita iniziata, non ora, ma decenni addietro e merito di politiche e strategie lungimiranti. Lo sviluppo negli ultimi 30 anni dell’area di Bangalore ne è un chiaro esempio.
* Amb. Vani Sarraju Rao: «A partire dagli anni ‘90, a seguito di riforme economiche, l'economia indiana ha cominciato a crescere. Oggi l'India è un'economia da quasi 3,9 trilioni di dollari. Lo scorso anno abbiamo registrato una crescita di oltre il 7%. Quest'anno, di nuovo, manterremo una crescita intorno al 7,7%. È una storia di successo. Il settore dei servizi ha spinto la maggior parte di questa crescita: rappresentano circa il 55% del PIL. Bangalore, centro per il commercio dei servizi, e anche molte altre città in India ne sono un esempio. Il settore agricolo rappresenta circa il 18%.
Il nostro obiettivo nell'ultimo decennio è stato anche quello di rafforzare l'industria e il settore manifatturiero, perché è lì che verranno generati posti di lavoro e sviluppo delle competenze. Abbiamo investito molto nelle infrastrutture. Gli investimenti di capitale sono in crescita e sono sostenuti dall'incremento della riscossione delle imposte.
Andando avanti, l'India dovrà costantemente investire nelle infrastrutture e garantire un aumento della produttività agricola. Dobbiamo concentrarci anche sulla transizione verde: siamo consapevoli dell'impatto del cambiamento climatico. Diamo inoltre molta importanza alla presenza femminile nella forza lavoro.
Queste sono alcune delle nostre priorità. Data la nostra demografia - i giovani in India sotto i 25 anni rappresentano circa il 50% della popolazione - il più recente bilancio del governo si è concentrato sulla creazione di posti di lavoro e sulla formazione.
Ci aspettiamo che anche il settore privato aumenti i suoi investimenti. Dovrebbe portare più ricerca e sviluppo, con una maggiore attenzione all'innovazione».
D.: La prima volta che ho visitato l’India 30 anni fa, ricordo che se chiedevo ai giovani cosa volessero diventare da grandi la risposta più frequente era “medico”. L'ultima volta che ci sono tornato, dodici anni fa, la risposta è cambiata in “ingegnere elettronico”! L'India è oggi uno dei Paesi con il maggior numero di professionisti nei settori tecnologici, tra cui tecnici, ingegneri e informatici.
* Amb. Vani Sarraju Rao: «È vero. E le opzioni 10 anni fa erano minori. Ora ci sono molte nuove aree in cui i giovani vogliono specializzarsi: biotecnologia, elettronica e molti altri settori. Quello spaziale ha registrato una crescita enorme!
Le startup ed il lavoro autonomo sono aumentati notevolmente. Ci sono programmi governativi e prestiti disponibili per coloro che vogliono creare la propria industria, in particolare per le donne.
Il Governo sta incoraggiando perché non tutti gli impieghi lavorativi deriveranno dal settore manifatturiero o dei servizi. Aumenteranno i domini più specializzati, in cui sono indispensabili competenze particolari, come per l’Intelligenza Artificiale, l’apprendimento automatico, la sicurezza informatica, lo spazio. I questi campi in cui vogliamo vedere crescita e partnership con altri paesi, tra cui l'Italia».
D.: Abbiamo assistito ad un cambio di amicizie a livello geopolitico. Come abbiamo detto un tempo era il Pakistan ad essere vicino agli USA. L'India considera oggi la vicinanza degli Stati Uniti strategica per il futuro?
* Amb. Vani Sarraju Rao: «Gli Stati Uniti sono e sono stati uno dei nostri partner più stretti: è una relazione reciproca e multidimensionale. Ci sono molti stakeholder da entrambe le parti che supportano questo rapporto e vogliono vederlo crescere e rafforzarsi. Indipendentemente da chi è o è stato al potere a Washington DC, repubblicani o democratici, hanno sostenuto un supporto bipartisan con l'India: gli Stati Uniti sono uno dei nostri maggiori partner commerciali con circa 200 miliardi di scambi commerciali.
Crescono notevolmente sia gli investimenti statunitensi in India che gli investimenti indiani negli Stati Uniti. Negli ultimi due/tre anni abbiamo riorientato alcuni dei nostri legami commerciali per discutere di nuove questioni come le catene di approvvigionamento, le tecnologie critiche, la collaborazione spaziale. È una relazione molto forte, che ha una base molto solida.
Abbiamo anche un'enorme comunità indo-americana che sta costruendo ponti tra i due Paesi, con un gran numero di studenti negli Stati Uniti, quasi 200.000.
Abbiamo anche convergenze nel modo in cui guardiamo all'Indo-Pacifico nel quadro del Quad [Il Quadrilateral Security Dialogue, è un'alleanza strategica informale tra Stati Uniti, Giappone, India e Australia. Creato per promuovere la cooperazione su temi di sicurezza e strategia nell'area dell'Indo-Pacifico, il QUAD si concentra su questioni come la sicurezza marittima, la risposta ai disastri, la cooperazione economica e la promozione di un ordine internazionale libero e aperto. La sua attività si è intensificata negli ultimi anni in risposta alla crescente influenza della Cina nella regione - ndd]. Gli Stati Uniti, in poche parole, sono un partner molto stretto dell'India».
D.: Il vostro primo ministro, Narendra Modi, sembra avere un buon rapporto con il nostro presidente del consiglio, Giorgia Meloni.
* Amb. Vani Sarraju Rao: «L'India si è impegnata sensibilmente nelle relazioni con l'Europa negli ultimi dieci anni. Il nostro primo ministro ed il ministro degli Esteri hanno visitato molti Paesi perché consideriamo l'Europa un partner chiave nel commercio, nella tecnologia e anche in questioni come la migrazione, l’energia, la mobilità e le questioni emergenti come l’Intelligenza Artificiale.
Abbiamo una crescente diaspora indiana in molti paesi d’Europa e siamo felici che molti paesi europei stiano ricambiando e si stiano concentrando non solo sull'Indo Pacifico ma sull’India creando ampi legami.
Consideriamo l'Italia, all’interno dell’Europa, come un partner molto forte per l'India. Ci sono valori di storia e cultura che legano ed avvicinano anche la gente comune.
Negli ultimi anni l’attenzione dell’Italia, con il suo Mediterraneo Allargato, ha raggiunto l’Indo-Pacifico e l’Oceano Indiano. L’India rappresenta una democrazia stabile ed affidabile nell’area. Vogliamo aumentare ed approfondire le relazioni, oggi principalmente commerciali. C’è un enorme potenziale da sviluppare».
D.: Durante le visite istituzionali si è parlato anche di esercitazioni militari comuni, bilaterali. Speriamo si passi dalle parole ai fatti.
* Amb. Vani Sarraju Rao: «Partecipiamo entrambi a diverse esercitazioni multinazionali e l’India si esercita regolarmente con molti paesi dell’area. Sarebbe utile sviluppare scambi di esperienze o addestramento tra le singole forze armate: Marina, Esercito ed Aeronautica».
D.: Negli ultimi anni, l'India ha potenziato significativamente la sua industria militare ed acquisito molti clienti. L’Armenia è uno degli ultimi.
* Amb. Vani Sarraju Rao: «Il settore della Difesa è cambiato profondamente grazie all’ammodernamento delle produzioni. Negli ultimi quattro anni, anche a causa delle conseguenze logistiche della Pandemia, il paese ha cercato l’indipendenza dai sistemi stranieri e dalle relative catene di approvvigionamento, privilegiando la produzione in loco.
Stiamo investendo in tecnologia ed innovazione, sia nel settore pubblico che privato. Cerchiamo di stringere partnership per diventare parte della catena logistica globale del mercato della Difesa».
D.: Ultima domanda: l'India si presenta come "la più grande democrazia del mondo", tuttavia nella graduatoria di Reporters Without Borders sulla libertà di Stampa, negli ultimi decenni la posizione è crollata ed oggi l’India si trova addirittura dietro al Pakistan. È una questione che vi preoccupa?
* Amb. Vani Sarraju Rao: «L’India è ancora "la più grande democrazia al mondo": abbiamo elezioni indipendenti ed una magistratura indipendente.
Abbiamo un numero enorme di testate giornalistiche ed in svariate lingue! È anche aumentato il numero di canali televisivi e radiofonici.
La carta stampata registra un declino ma i social media si prestano a costanti e vivaci dibattiti e confronti.
I media occidentali giudicano l’India prendendo come riferimento propri standard. Talvolta gli artefici di certe graduatorie dovrebbero preoccuparsi prima dei propri risultati. La libertà di stampa esiste e si sta comunque sviluppando notevolmente. La nostra magistratura, inoltre, la tutela».

Andrea Cucco
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Fonte: Difesa Online