Argentina: i 100 anni dell’ambasciata d’Italia a Buenos Aires
18-07-2024 11:44 -
GD – Buenos Aires, 18 lug. 24 - (Report Difesa) - Il 3 luglio 1924, mentre in Italia si stava vivendo il dramma del rapimento del deputato socialista Giacomo Matteotti, a migliaia di chilometri di distanza, a Buenos Aires, la Rappresentanza diplomatica italiana in Argentina, sin lì retta in Regia Legazione, fu elevata al rango di ambasciata. Ne fu nominato primo ambasciatore Luigi Aldrovandi Marescotti, Conte di Viano, il quale dal 6 dicembre dell'anno prima (proveniente dalla Regia Legazione de Il Cairo) si trovava già in servizio nella Capitale porteña quale Inviato Straordinario e Ministro Plenipotenziario con lettere credenziali. L'ambasciata sarebbe stata, poi, completata con un organico di elevato spessore professionale, cui appartenevano funzionari di alto lignaggio, quali il segretario Piero Quaroni, il colonnello Domenico Siciliani, addetto militare distaccato a Rio de Janeiro, il console Giuseppe Serpi, il vice console Luigi Vidau, il commissario consolare Giulio Martinozzi e l'archivista Luigi Zilli. Dalla stessa dipendevano i consolati di Cordoba, La Plata, Mendoza e Rosario, nonché numerose sedi di viceconsolati e agenti consolari. La scelta del Conte Aldrovandi, o meglio la sua promozione ad ambasciatore (intervenuta con Decreto Ministeriale del 29 giugno 1924) non fu certamente casuale, trattandosi, di uno dei più importanti diplomatici italiani d'allora, peraltro perfetto conoscitore del continente sudamericano, ove aveva prestato servizio in epoca precedente. Il Conte era nato a Bologna il 5 ottobre del 1876. Laureato in Giurisprudenza nella stessa città il 5 luglio del 1897, partecipò, in seguito, al relativo concorso per la nomina ad applicato volontario nella carriera consolare, ove fu assunto dal 14 febbraio 1900. Destinato a Costantinopoli il successivo 24 febbraio 1900, fu promosso vice console di 3ͣ classe il 7 aprile 1901. Destinato a San Paolo del Brasile, il 6 aprile 1902, raggiunse poi Campinas, il 28 luglio seguente, mentre il 6 settembre successivo ottenne la promozione a viceconsole di 2ͣ classe. Collocato a disposizione del Ministero degli Esteri, il 23 febbraio 1905, il successivo 14 marzo fu destinato a New York, ove il 14 febbraio dell'anno seguente ottenne la promozione a viceconsole di 1ͣ classe. E, mentre si trovava negli Stati Uniti, grazie alla sua straordinaria professionalità fu nominato, motu proprio da Re Vittorio Emanuele III, il 28 aprile 1907, Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia, mentre il 5 agosto seguente fu la data nella quale fu promosso console di 2ͣ classe e, di conseguenza, trasferito a New Orleans dal 17 ottobre 1907. Dal marzo 1908 al luglio 1909, il conte Aldrovandi resse la Regia Legazione di Caracas, per poi essere trasferito a Filadelfia, il 29 luglio 1909. Chiamato a prestar servizio al ministero degli Affari Esteri il 5 febbraio 1911, fu da questo nominato delegato alla IX Conferenza Internazionale della Croce Rossa Internazionale, la quale si tenne a Washington nel maggio del 1912. Primo segretario di legazione, il 2 febbraio 1913, fu poi segretario della Commissione Internazionale di Parigi per le questioni finanziarie ed economiche relative al nuovo assetto degli Stati balcanici, nel maggio 1913. Consigliere di legazione di 3ͣ classe dal 5 giugno 1913, fu poi insignito della Croce di Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, il 12 giugno 1913 e di Ufficiale della Corona d'Italia, il 28 giugno 1913. Destinato alla regia ambasciata in Vienna, nel novembre 1913, fu poi promosso consigliere di legazione di 2ͣ classe, il 29 giugno 1914. La sua bravura e notorietà, dimostrata nel corso degli anni, gli valsero la nomina a capo di gabinetto del ministro degli Affari Esteri, Sidney Sonnino, carica prestigiosissima che il nobile bolognese esercitò dall'8 novembre 1914 al 29 giugno 1919. In tale veste accompagnò il ministro in Russia, tra il gennaio e il febbraio del 1917, per poi assumere, con il grado di inviato straordinario e ministro plenipotenziario di 2 ͣ classe, la carica di membro della Commissione del dopoguerra per la sezione 22 – A (“emigrazione”). Segretario generale della Delegazione italiana alla Conferenza di Pace a Parigi e segretario per l'Italia del Consiglio Supremo degli Alleati in Parigi, tra il gennaio e il giugno 1919, si meritò motu proprio da parte del Re il conferimento della Croce di Commendatore dei SS . Maurizio e Lazzaro, il 10 novembre 1919. Destinato a Berlino con lettere d'Incaricato d'Affari, resse la regia ambasciata dal 16 gennaio al 18 aprile 1920. Fu poi trasferito a L'Aja, il 19 febbraio 1920 e da qui a Sofia, il 1º settembre 1920. Il 10 marzo 1923 fu a Il Cairo, il 10 marzo 1923 e, infine, a Buenos Aires, ove giunse il 18 novembre 1923. Il 23 febbraio 1926, l'Aldrovandi fu nominato ambasciatore d'Italia a Berlino, ove rimase sino al 14 dicembre del 1929, data nella quale fu posto a disposizione dello stesso Ministero degli Affari Esteri. Durante la sua permanenza a Buenos Aires, il Conte Aldrovandi fu insignito ulteriormente della onorificenza di Grande Ufficiale dell'Ordine Coloniale della Stella d'Italia (motu proprio), il 26 giugno 1924, di Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Corona d'Italia (motu proprio), il 1º luglio 1924 e, infine, di Grande Ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, il 7 febbraio 1926. In seguito, rappresentò l'Italia nella Commissione Internazionale per la Manciuria (1932). Fu Delegato italiano per l'incidente di Ual-Ual (1935), nonché prese parte alle Conferenze di Montreux e Bruxelles. Nominato Senatore del Regno d'Italia, nel 1939, mantenne tale carica sino al 21 ottobre 1944. L'ex diplomatico muore a Roma il 9 luglio 1945. I primi due anni della regia ambasciata d'Italia a Buenos Aires - Torniamo al 1924 per ribadire che in quello stesso frangente storico, l'amicizia tra le due Nazioni fu ulteriormente rafforzata, grazie alla visita che il Principe ereditario, Umberto di Savoia, allora 19enne, avrebbe fatto, nel successivo mese di agosto alla bellissima capitale Argentina, evento preparato scrupolosamente dallo stesso ambasciatore Aldrovandi. Il Principe giunse in Argentina il 6 Agosto, in quella che si presentò come una gelida giornata del già rigido inverno porteño. Il Principe vi giunse a bordo della Regia Nave “San Giorgio”, scortata dalla Regia Nave “San Marco” della stessa Regia Marina da Guerra. Accolto dall'ambasciatore Aldrovandi, dall'intendente (sindaco) di Buenos Aires, ma soprattutto dal presidente argentino, Marcelo Torquato de Alvear, Umberto di Savoia fu ospitato alla “Casa Rosada” (il bellissimo Palazzo presidenziale), dove si tenne un banchetto di gala in suo onore. Nei giorni seguenti, la visita contemplò le tappe di Rosario, Tucumán, Córdoba e Mendoza (dal 7 al 12 agosto), località ove massiccia era ancora la presenza di emigrati italiani. Ebbene, l'istituzione della regia ambasciata d'Italia a Buenos Aires innescò ovviamente l'iter parlamentare che di lì a qualche anno avrebbe consentito anche alla Repubblica Argentina di fare la stessa cosa, riguardo alla propria rappresentanza diplomatica in Italia, rimasta ancora al rango di Legazione. La trasformazione in ambasciata della sede romana si concretizzò il 6 agosto del 1926, data nella quale la approvò la relativa legge. La notizia fu pubblicata sul quotidiano “La Nacion” di Buenos Aires il 10 agosto, la stessa data nella quale il primo consigliere d'Ambasciata, Armando Koch, comunicò ufficialmente la notizia in Italia con un apposito telegramma indirizzato al capo del Governo, Benito Mussolini. Su proposta del ministro degli Esteri argentino, Angelo Gallardo (che a sua volta era stato ministro in Italia) il primo ambasciatore della Repubblica Argentina in Italia fu lo stesso ministro plenipotenziario in carica in quel momento, Fernando Perez, che il 14 giugno del 1923 aveva preso il posto del Gallardo. Da quel momento in avanti, i rapporti tra i due Paesi si rafforzarono ancor di più, tanto che appena l'anno dopo, l'Argentina sarebbe stata la Nazione protagonista alla VIII Fiera Campionaria Internazionale di Milano, preparata in perfetta sintonia da entrambe le Ambasciate. Facciamo un passo indietro per ricordare che il Conte Luigi Aldrovandi Marescotti rimase in Argentina sino al 22 febbraio del 1926, dovendo assumere la carica di ambasciatore d'Italia a Berlino, ove giunse il 1º marzo 1926. In sua sostituzione giunse a Buenos Aires il Conte Alberto Martin Franklin, il quale vi rimase sino al 13 novembre del 1929. L'ambasciata d'Italia a Buenos Aires, che di lì a qualche mese dalla sua elevazione avrebbe acquisito una propria sede demaniale, il prestigioso “Palacio Alvear”, in Avenida Alvear, 3000 (Quartiere Palermo) e con la cancelleria in Calle Las Heras, 1914, ha operato ininterrottamente per questi ultimi 100 anni di storia, assistendo agli eventi che hanno caratterizzato, nel bene e nel male, la vita del Grande Paese del Sud America, ove ancora oggi è fortissima la presenza della italica gens. Dal 26 agosto 2021 rappresenta il nostro Paese in Argentina l'ambasciatore Fabrizio Lucentini, dal quale dipende la rete consolare rappresentata dai consolati generali di Buenos Aires, Bahia Blanca, Cordoba, La Plata, Mendoza e Rosario, dal Consolato di Mar del Plata e dalle Agenzie Consolari do Lomas de Zamora e Moron.
Gerardo Severino Colonnello (Aus) della Guardia di Finanza Storico Militare Membro comitato redazione di “Report Difesa”