Nord Corea: a Farnesina non risultano richieste all'Italia di asilo politico di alto diplomatico, ma Sud Corea conferma

03-01-2019 12:07 -

GD - Roma, 3 gen. 19 - Al Ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale "non risulta" che un alto diplomatico della Nord Corea abbia chiesto asilo politico in Italia nelle scorse settimane. Lo rende noto lo stesso ministero.
Secondo fonti della Farnesina, a suo tempo per via diplomatica era stata comunicato al ministero degli Esteri italiano l'avvicendamento dei funzionari nell'ambasciata nordcoreana a Roma.
Tuttavia la Corea del Sud ha confermato che un alto diplomatico nordcoreano in Italia ha disertato, come ha riferito un deputato di Seul al termine di un'audizione a porte chiuse con uomini dell'intelligence sudcoreana.
"Il mandato dell'ambasciatore facente funzione a Roma, Jo Song Gil, scadeva alla fine di novembre ed egli è fuggito dall'ambasciata ai primi di novembre con la moglie, Kim Min-ki", ha infatti detto il parlamentare ai giornalisti.
L'incontro a porte chiuse tra i deputati sudcoreani e i servizi di intelligence a Seul è avvenuto dopo che un quotidiano sudcoreano, citando fonti diplomatiche, aveva rivelato che Jo Song Il ha chiesto asilo con la famiglia il mese scorso e che le autorità italiane gli hanno offerto asilo in una località protetta.
Jo, 48 anni, era ambasciatore facente funzioni in Italia dall'ottobre del 2017, quando aveva preso il posto dell'ambasciatore Mun Jong Nam, espulso da Roma in segno di protesta per i test nucleari condotti da Pyongyang.
Secondo la stampa sudcoreana, è il figlio o il genero di "uno dei più elevati dirigenti del regime nordcoreano". Si trovava a Roma in servizio alla missione diplomatica nordcoreana dal 2015. L'ultimo rappresentante nordcoreano di alto livello a disertare era stato nel 2016 l'ambasciatore a Londra, Thae Yong Ho.
Quella in Italia è considerata una delle più importanti missioni della rete diplomatica nordcoreana perché tiene i rapporti tra Pyongyang e la FAO, l'Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura delle Nazioni Unite, che aiuta la Corea del Nord a far fronte alle regolari carenze alimentari. Di solito i diplomatici nordcoreani devono lasciare a casa i familiari, spesso i figli, il che evidentemente scoraggia la loro eventuale fuga una volta che sono all'estero. Forse per via dei suoi rapporti con gli alti 'papaveri' del regime, Jo era invece arrivato a Roma, nel maggio 2015, con moglie e figli.
"Jo Song Gil aveva chiesto asilo con la famiglia all'inizio del mese scorso", ha riferito una fonte diplomatica al quotidiano. Secondo il giornale, Jo Song-gil, ha chiesto l'aiuto delle autorità italiana dopo che gli era stato chiesto di tornare a Pyongyang e il governo di Roma, nonostante il caso costituisca "un grattacapo", "lo protegge in un luogo sicuro".


Fonte: Ministero degli Esteri