Italia-Cina: testimonianze del Master in Cultural Diplomacy ALMED dell'Università Cattolica

20-12-2018 13:44 -

GD - Roma, 20 dic. 18 - Studiare Diplomazia della Cultura e Digital Diplomacy significa comprendere l'influenza delle arti, della cultura e dei digital media nelle relazioni internazionali. Il Master in Cultural Diplomacy – ALMED, Università Cattolica, attraverso il linguaggio universale delle Arti, mette al centro la capacità di costruire progetti per la reputazione globale di un Paese, ma anche di identificare iniziative di Riconciliazione fra popolazioni.
Il nostro Master ha trovato già dal primo anno di vita un grande riconoscimento da parte dell’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia, che ha offerto ai nostri studenti la permanenza di una settimana in Cina, di cui siamo molto grati.
Il viaggio a Pechino e Xi’an sulla ”Nuova Via della Seta”, è stato messo a disposizione del nostro Master dall’Ambasciata cinese a Roma per permettere agli studenti di conoscere direttamente alcuni dei più importanti e iconici siti storici della Cina.
La Grande Muraglia, la Città Proibita, l’Esercito di Terracotta, il Tempio del Cielo e gli altri siti visitati sono tra i più rappresentativi del Patrimonio culturale della Cina e per questo cardini della percezione dell’identità culturale del Paese a livello globale.
Oltre al patrimonio storico è stato possibile per la classe dei nostro studenti conoscere più da vicino la Cina di oggi: la Cina dell’innovazione tecnologica. Un Paese che guarda al futuro senza dimenticare il suo passato. Questo generoso dono dell’Ambasciata di Cina ha avuto un importante impatto sul nostro Programma e sugli studenti consentendo un esercizio concreto di osservazione e riflessione sulle reali strategie di Diplomazia della Cultura.

di Federica Olivares - Direttore, Programma in Cultural Diplomacy dell'Università Cattolica del Sacro Cuore

Il viaggio in Cina è stato un'esperienza unica per entrare in contatto con una delle culture più antiche e ricche di tutto il mondo. La delegazione del Master in Cultural Diplomacy dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di cui ho fatto parte è stata accolta a braccia aperte da un Paese binomio allo stesso tempo di tradizione e innovazione. Ripercorrendo l’antica Via della Seta se, da un lato, abbiamo avuto modo di visitare i luoghi simbolo della antica Cina come le Tombe della dinastia Mig, la Grande Muraglia, la Città Proibita e l’Esercito di Terracotta, dall’altro abbiamo interagito anche con la nuova Cina e la sua cultura dell’innovazione. Appena arrivati a Pechino abbiamo visitato infatti il quartier generale di Huawei che sta lavorando da tempo per un “mondo smart e completamente connesso" con evolute infrastrutture ICT e tecnologie 5G. Un vero e proprio salto nel futuro, che in Cina è già presente. Ma non ci può essere futuro senza delle tradizioni solide. La cultura millenaria cinese è alla base di tutto.
La Grande Muraglia rappresenta sicuramente una pietra d’angolo del Soft Power del Paese ed è uno dei luoghi che mi ha colpito di più. Persone di tutte le nazionalità e tutte le età che si incontrano per contemplare una delle sette meraviglie del mondo. Lo stupore misto a emozione hanno preso il sopravvento di fronte alla muraglia che riempie l’orizzonte e unisce non solo un Paese ma tante culture diverse grazie alle migliaia di turisti che ogni giorno visitano il sito culturale.
Altrettanto di rilievo e di grande impatto è stata la visita a Xi’an. Non dimenticherò mai l’escursione in tandem sulla cinta muraria dell’antica capitale cinese e il suo panorama. I grattacieli delle big companies insieme alle lanterne rosse e ai tetti spioventi delle abitazioni tradizionali. Un mix sorprendente quanto armonioso. Dal punto di vista urbanistico la "Cina verticale" dello sviluppo e dell'innovazione si integra perfettamente alla "Cina orizzontale" dalla storia e cultura millenaria. Che dire dell’Esercito di Terracotta, semplicemente incredibile. Testimonianza della grandezza cinese.
In Occidente le descrizioni riguardo la Cina a volte rischiano di includere stereotipi e luoghi comuni che poi non corrispondono alla realtà. Il viaggio mi ha sicuramente permesso di “toccare con mano” e anche rimettere in discussione convinzioni sul Paese. In primis sulla sua presunta limitata apertura verso il resto del mondo. La visita a Radio China International, parte di China Media Group, ha completamente smentito quest'idea. La radio ha una portata fortemente internazionale, con più di 50 sezioni dedicate a diversi Paesi. La volontà di rinforzare il dialogo sulla arena globale è elevata.
La presenza cinese anche in Europa sarà sempre più forte, di conseguenza risulta indispensabile instaurare un dialogo continuo per creare "vicinanza culturale" e iniziare un percorso di conoscenza reciproca basato su ascolto e comprensione. La lingua rappresenta una barriera abbattibile grazie dall'azione dei rispettivi Istituti di Cultura che operano attraverso corsi ed eventi di formazione e informazione culturale.

di Agnese Pozzovivo


Fonte: Redazione