Quirinale: tradizionale cerimonia per scambio auguri di fine anno con principali istituzioni

19-12-2018 18:03 -

GD - Roma, 19 dic. 18 - Festa augurale di fine d'anno alla Presidenza della Repubblica. Si è svolta questo pomeriggio al Palazzo del Quirinale la tradizionale cerimonia per lo scambio degli auguri di fine anno del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con i rappresentanti delle principali istituzioni, delle forze politiche e della società civile.
Alla cerimonia, nel Salone dei Corazzieri, hanno presenziato il presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano; il presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani; il presidente del Senato della Repubblica, Maria Elisabetta Alberti Casellati; il presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico; il presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte; il presidente della Corte Costituzionale, Giorgio Lattanzi.
Dopo l'indirizzo di saluto del presidente del Senato Alberti Casellati, il presidente Mattarella ha rivolto un discorso ai presenti.
Il premier Giuseppe Conte è stato protagonista del brindisi che ha seguito la cerimonia per lo scambio degli auguri al Quirinale. Il presidente del Consiglio, infatti, è stato assediato oltre che dai cronisti, con i quali si è trattenuto a conversare, da diversi esponenti politici e della società civile che gli hanno fatto i complimenti per la conclusione positiva della trattativa con l'UE sulla manovra. Tra questi anche il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, che ha voluto stringergli la mano e fare i suoi "complimenti".
A Conte si è pure avvicinato anche l'ex premier Mario Monti. "Mancavano i due dioscuri ma ha brillato di luce propria", si è sbilanciato Monti nel suo tipico humour un po' british. Gelo invece da parte di Silvio Berlusconi al quale Conte si è avvicinato per salutare ma il Cavaliere si è sottratto con poco garbo.
Pluralismo è la base dello Stato democratico, la parole chiave, ripetuta più volte da Sergio Mattarella nella cerimonia di auguri alle alte cariche dello Stato, un discorso tradizionalmente di bilancio rivolto alla classe dirigente del Paese, a pochi giorni dal discorso di Fine anno rivolto invece ai cittadini.
Davanti a un dibattito politico-culturale che vira verso il pensiero unico e il conflitto verso l'altro, il presidente ha richiamato all'importanza fondamentale della diversità, del rispetto, della coesione. Innanzitutto il Capo dello Stato ha voluto fare una sottolineatura quasi metodologica per la vita pubblica e istituzionale del Paese, alla vigilia dell'ultimo passaggio della manovra alle Camere. Pur evitando troppi riferimenti alla contingenza, Mattarella ha ricordato che "al Parlamento,espressione e interprete della sovranità popolare, è affidato il ruolo centrale nella democrazia disegnata dalla Costituzione" e dunque esso, rappresentante della vera sovranità, "va rispettato e preservato".
Ricordando la lunga fase di costituzione del governo Conte, il presidente della Repubblica ha ribadito che esso è nato per non rendere "vano il voto espresso dai cittadini". Ora pertanto tocca al Governo tutto "adempiere al proprio mandato con il rispetto dei limiti del potere che la nostra Carta indica a chi è chiamato a esercitarlo".
Ma soprattutto la Costituzione ha tra i suoi valori fondanti quello del pluralismo. Con un artificio retorico, che i linguisti definiscono 'anafora', Mattarella ha ripetuto per ben cinque volte il concetto, spiegando che il pluralismo va tutelato "nell'assetto dell'ordine istituzionale", "nell'assetto della società civile" e delle rappresentanze sociali, "nel dovere di assoluto rispetto della libertà dell'arte e della scienza; dell'autonomia delle università e delle altre realtà attraverso cui si esprimono", "nella libertà riconosciuta al mondo dell'informazione e alle molteplici voci che ne costituiscono espressione", che sono "presidio irrinunciabile dello Stato democratico", "nella libera iniziativa economica che garantisce solidità, innovazione e ulteriore sviluppo al tessuto imprenditoriale che fa, tra l'altro, dell'Italia il secondo Paese manifatturiero d'Europa".
In questo pluralismo ognuno ha i suoi compiti: il Governo definisce "l'orizzonte progettuale e i relativi indirizzi politici, per perseguire gli interessi generali della collettivita'". Ma "le organizzazioni della società civile, per parte loro, devono essere sempre consapevoli della loro corresponsabilità nel perseguire gli interessi generali".
Alzando lo sguardo oltre l'orizzonte nazionale, si scorge l'Europa, che deve affrontare nuove sfide e dovrebbe evitare "il rischio di un cortocircuito tra l'urgenza di fornire risposte veloci, sollecitate dall'emotività che disorientamento e comprensibili timori provocano nella pubblica opinione, e la necessità di tempi più lunghi, necessari alla definizione di soluzioni efficaci, durature e sostenibili".
Mattarella ha ricordato che i giovani sono l'obiettivo ultimo delle politiche di oggi e nonostante il dibattito di questi mesi i dati di Eurobarometro dicono che è forte il sentimento europeista in Italia e nei Paesi dell'Unione.
Il nostro Paese dunque deve essere "protagonista" in Europa e nei processi di miglioramento delle sue istituzioni. Per il Capo dello Stato "l'Europa non è un 'vincolo esterno' ma piuttosto un moltiplicatore della nostra influenza internazionale, della nostra capacità di espansione economica e commerciale, oltre che della preziosa libertà di movimento, particolarmente per i nostri giovani".
Nel suo discorso il Capo dello Stato, dopo mesi di preoccupazione e moral suasion sulla manovra, ha tratto un giudizio, "molto positivo", sulla scelta del Governo "di avviare un dialogo costruttivo con la Commissione Europea, che ha agito con spirito collaborativo, sulla manovra di bilancio per giungere a soluzioni condivise, raggiunte in questi giorni".
E il contributo dell'Italia consiste anche nei valori di cui essa è portatrice. Per questo, mentre si registra un crescente sentimento di delusione e paura nel Paese, si deve evitare la contrapposizione tra gruppi, territori e persone diversi. Per le istituzioni è dunque "una necessità oltre che un dovere ricercare coesione nel tessuto sociale".
"Il contrasto degli interessi e la competizione delle idee non devono spingersi fino a generare ostilità, delegittimazione, intolleranza perché la democrazia non teme la diversità, al contrario, ne ha bisogno, ma va sempre coltivato e difeso il senso del futuro comune", ha ammonito Mattarella.
E in questa cornice "in una fase di rallentamento dell'economia, il lavoro resta, come sempre, la priorità dell'impegno pubblico" perché il tasso di occupazione "è inferiore alla media europea, e particolarmente penalizzati sono il lavoro femminile e quello dei giovani". "E' doveroso pensare al futuro e non limitare il nostro sguardo al presente" ha ribadito.
Ricordando gli episodi più tristi che hanno segnato il 2018, il presidente della Repubblica ha fatto notare che ora "il ponte di Genova è una grande questione nazionale: dalla sua ricostruzione dipende un collegamento vitale per la città e anche una parte della nostra credibilità internazionale".
Mattarella, che domani sarà ai funerali del cronista trentino Antonio Megalizzi, caduto sotto i colpi del terrorismo a Strasburgo, ha ribadito il suo "no" a chi "vorrebbe instaurare nel mondo un clima di paura, di odio, di fanatismo". Ed ha auspicato di poter riavere presto in Italia la giovane Silvia Romano, rapita in Kenya.


Fonte: Quirinale