ONU: i giovani protagonisti della pace con modello italiano di Rondine

11-12-2018 10:12 -

GD - New York, 10 dic. 18. - In occasione del 70esimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, l’associazione Rondine Cittadella della Pace ha presentato alle Nazioni Unite l’iniziativa “Leaders for Peace. Rondine youth appeal for human rights”. L’evento, promosso in collaborazione con la Rappresentanza italiana alle Nazioni Unite, è stato co-sponsorizzato dall’Ufficio dell’Inviata ONU per la Gioventù, dall’Alto Commissariato ONU per i Diritti Umani (OHCHR) e dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura (UNESCO).
Presieduto dalla Rappresentante Permanente italiana, Ambasciatrice Mariangela Zappia, e moderato dall’Under Secretary-General ONU per la Comunicazione Globale, Alison Smale, l’evento ha fornito l’occasione per il lancio, nella cornice del Palazzo di Vetro, di un Appello rivolto alla comunità internazionale per la riduzione dei conflitti armati e a sostegno della pace e dei diritti umani. Un giovane israeliano e una giovane palestinese - a nome dei 200 studenti del progetto Rondine – hanno letto insieme l’Appello, chiedendo un impegno concreto per la valorizzazione del ruolo dei giovani e la loro formazione come leader di pace. L’Appello è stato presentato al Presidente della Repubblica Italiana Mattarella il 13 ottobre scorso.
“Viviamo in un mondo con la generazione di giovani più numerosa della storia: 1,8 miliardi di cui il 90% nei paesi in via di sviluppo. Gran parte di loro vive in regioni afflitte da conflitti e instabilità ed è la più colpita da povertà, malattie, abusi, terrorismo ed estremismo violento. Proteggerli è una priorità ma non dobbiamo limitarci a considerarli delle vittime. I giovani sono i leader del futuro, coloro che hanno il potere di plasmarlo. Per promuovere società pacifiche, stabili e prospere è indispensabile riconoscergli il ruolo che gli spetta: quello di protagonisti. I giovani sono i veri motori del cambiamento”, ha commentato Zappia.
“Il modello di Rondine offre un esempio concreto di quanto sia necessario costruire la pace a partire dalle fondamenta: quelle della coesistenza pacifica e della comprensione reciproca. Le attività dell’associazione a sostegno dei processi di riconciliazione in molti paesi del mondo dimostrano la validità di un “approccio dal basso”, che ponga al centro le forze più vitali della società. L’Italia crede molto in questa impostazione: il dialogo e il confronto costruttivo con l’altro, che rappresentano poi il cuore del mestiere della diplomazia, sono la chiave per prevenire i conflitti e consolidare una pace durevole”, ha affermato l’ambasciatrice.
“Il Segretario Generale ha imperniato sul concetto di diplomazia preventiva e consolidamento della pace una riforma profonda di tutto il sistema ONU, che sosteniamo con convinzione. Si tratta di un vero e proprio cambio di paradigma: concentriamoci su come prevenire le crisi, non solo su come risolverle. Investiamo nel futuro, invece di trovarci a rimediare ai danni del passato. Investiamo quindi, e innanzitutto, sui giovani”, ha affermato l’ambasciatrice mettendo in evidenza che l’impegno per la protezione e la promozione dei diritti umani, in particolare di quelli di donne, bambini e giovani, è una priorità dell’azione dell’Italia alle Nazioni Unite, in Consiglio Diritti Umani, dove siederà dal 1 gennaio, come in ogni sede multilaterale e bilaterale, nonché un principio cardine della cooperazione italiana allo sviluppo.
L’amb. Zappia ha ricordato il sostegno all’Inviata ONU per la Gioventù, di cui l’Italia è stato il primo paese a finanziare l’ufficio, all’Agenda Youth 2030 e la partecipazione alla Piattaforma per l’educazione e la formazione in materia di diritti umani.
Nata venti anni fa, l’associazione Rondine Cittadella della Pace accoglie nei suoi villaggi giovani provenienti da Paesi teatro di conflitti armati o in situazioni post-conflittuali e li aiuta, attraverso la convivenza quotidiana e la formazione, a superare la “cultura del nemico” per tornare poi nelle proprie comunità quali promotori attivi del dialogo e della riconciliazione.


Fonte: Redazione