Con “Backdrop Switzerland” la Svizzera vista attraverso i film

03-12-2018 19:26 -

GD - Roma, 3 dic. 18 - Da domani, al Teatro Dioscuri di Roma, va in scena “Backdrop Switzerland”, una mostra di foto e materiale d’archivio sulla Svizzera vista attraverso un secolo di film stranieri. Basata sull’omonimo libro di Cornelius Schregle, la mostra offre uno spaccato della Svizzera e dei suoi clichés attraverso lo sguardo del cinema internazionale, mostrando sfondi di film — sia reali che ricreati — scelti da produttori e registi lungo tutto il 1900, come il duo americano Stanlio e Ollio (Laurel & Hardy) fino al contemporaneo Paolo Sorrentino.
Storicamente, il backdrop è stato definito come “un grande pezzo di stoffa dipinta e appesa sul retro del palcoscenico”. All’inizio del 1900 gli sfondi venivano ricreati con dipinti, mentre oggi è la scenografia reale o ricreata (sound stage) che raffigura, rispetto alla Svizzera, luoghi comuni come i caveaux delle banche, gli chalet di montagna, le romantiche rive di un lago, e che diffonde sullo schermo l’essenza del paesaggio. Il film Rhapsody (1954) con Vittorio Gassman ed Elizabeth Taylor, ad esempio, combina esterni originali zurighesi e set hollywoodiani. James Bond invece, mette in mostra le sue abilità sciistiche su diverse piste e vette terrificanti.
Attraverso una selezione di fotografie, film e poster che comprendono oltre un secolo di storia del cinema, il pubblico scopre o riscopre la Svizzera attraverso immagini iconiche riprese da artisti e registi, italiani e stranieri; da paesaggi alpini innevati ai laghi ameni, fino ai distretti finanziari: un mosaico di possibili identità per un piccolo paese, in qualche modo esotico; un backdrop fittizio adatto a sostenere tanto il genere drammatico quanto i film d’azione.
L’esposizione sarà accompagnata, a gennaio 2019, da un ricco programma di proiezioni e conferenze. In collaborazione con Istituto Luce-Cinecittà, MIBAC Ministero per I Beni e le Attività culturali, RSI Radiotelevisione Svizzera Italiana, SRG SSR – Società Svizzera di Radiotelevisione, Cinémathèque suisse, Comune di Minusio e il Teatro Dioscuri.


Fonte: Carlo Rebecchi