In consistente crescita il fatturato estero dei costruttori Made in Italy, +355% dal 2004

05-10-2017 19:13 -

GD - Roma, 5 ott. 2017 - Le imprese italiane di costruzione hanno registrato un boom di crescita del fatturato all´estero nel 2016, con un incremento del 17,8%, il valore più alto degli ultimi 10 anni. È la fotografia scattata dall´ANCE che nel suo Rapporto 2017, presentato alla Farnesina, sottolinea come questo trend positivo sia in atto ormai dal 2004, passando dai 3 miliardi di fatturato estero di allora fino a superare quota 14 miliardi oggi, con un incremento del 355%. Inoltre, per la prima volta c´è stato anche un lieve aumento del fatturato interno, ossia quello ottenuto in Italia (+2,6%). Tuttavia il peso dell´estero continua a essere preponderante sull´attività delle imprese, rappresentando circa il 73% del fatturato totale.
Alla luce della forte crescita di fatturato nell´ultimo anno delle imprese di costruzione italiane nel mondo, il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, ha sottolineato che la Farnesina ha "voglia di andare ancora avanti nel sostenerle", grazie a quella "diplomazia economica che è diventata sempre più un pilastro dell´attività della rete diplomatico-consolare all´estero. Lo ha affermato il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, lodando le aziende italiane di costruzione che "mentre il mercato nazionale è stato a lungo in apnea, hanno avuto la forza di trovare ossigeno all´estero. E non lo trovi se non hai una straordinaria qualità".
Un risultato ottenuto grazie anche all´attività della rete diplomatico-consolare all´estero, ha aggiunto il ministro, citando un rapporto che ha individuato un "nesso scientifico tra il cumulo di gare e contratti vinti all´estero grazie anche all´azione diplomatica". Da qui, l´appello di Alfano alle imprese a "utilizzare al meglio i canali della Farnesina, la diplomazia economica è diventata qualificante, è sempre più un pilastro della diplomazia in generale e gli ambasciatori e i consoli sono pronti a sostenere le imprese".
Come ha ricordato il vice presidente dell´ANCE, Giandomenico Ghella, "le imprese italiane di costruzione sono presenti in 90 Paesi nel mondo" con un ruolo di primo piano del Nord America che e´ al primo posto dei primi dieci mercati 2016, con il 23,8% delle nuove commesse del 2016. La seconda e terza area di espansione risultano essere l´Africa Sub-Sahariana e il Medio Oriente, mentre al quarto posto c´è l´Africa. "C´è una riduzione della presenza storica in Sud America, per il resto ci stiamo riposizionando in particolare sui paesi del G20 e Ocse", ha spiegato Ghella. In particolare, alla fine del 2016 i 22 Paesi Ocse rappresentano con 9,6 miliardi di euro, il 46,3% delle nuove commesse, mentre per i Paesi del G20 il valore è stato di 7,2 miliardi, il secondo valore assoluto di sempre dopo il successo del 2013.
A dominare come tipologia infrastrutturale sono stati i comparti delle strade e autostrade, con 131 cantieri aperti per un totale di 20 miliardi di euro, seguiti dalle opere idrauliche, dal settore ferroviario e da quello delle metropolitane, con una crescita registrata anche nell´edilizia, residenziale e non, e la realizzazione e gestione di ospedali.
Ghella ha anche messo in luce il tema degli aiuti pubblici allo sviluppo: "La percentuale di fondi rispetto al PIL è in crescita", salita allo 0,27% del PIL rispetto allo 0,14% del 2014. Tuttavia, nel confronto europeo l´Italia resta nel gruppo di coda. Di fronte alla crisi dei migranti in corso, per la quale gli Stati europei sono continuamente alla ricerca di soluzioni durature e sostenibili, l´ANCE ha sottolineato il bisogno di un disegno strategico europeo per investire in maniera unitaria nei Paesi di origine dei flussi migratori. In questo senso è estremamente importante il coinvolgimento delle imprese nella progettualità degli interventi di cooperazione e la realizzazione di grandi infrastrutture civili come strumento essenziale di uno sviluppo sostenibile e duraturo.