Anche i vini Made in Italy risentono (-3,3%) della fase di stallo dell'import USA

06-11-2018 17:58 -

GD - New York, 6 nov. 18 - Anche i vini Made in Italy risentono (-3,3%) della fase di stallo in atto nell'import vinicolo del mercato USA. Continua infatti la fase di contrazione delle importazioni americane di vini da tavola (vini fermi) che, nei primi primi nove mesi dell'anno in corso, sono diminuite di oltre mezzo milione di ettolitri, secondo quanto reso oggi noto da Lucio Caputo, presidente del prestigioso Italian Wine & Food Institute, di New York (www.iwfinews.com).
Oltre alle importazioni complessive USA, scese del 7,9%, hanno perso terreno ben cinque dei sette principali paesi fornitori del mercato americano: Italia -3,3%, Australia -18,5%, Cile -12,4%, Argentina -14,7% e Spagna -17%, Paesi che complessivamente forniscono il 68,3% del totale delle importazioni vinicole americane.
Unica eccezione, in questo quadro abbastanza negativo, la Francia che continua la scalata ai vertici della classifica e che ha fatto registrare un salutare aumento in controcorrente del +9,5% seguita dal più modesto +3% della Nuova Zelanda.
Fatta eccezione per la Francia - che abbina, al consistente aumento in quantità, un ancora più rilevante aumento del +19,7% in valore - risultano di limitata rilevanza i modesti incrementi in valore, dovuti ad aumenti di prezzi o a variazioni di cambio, degli altri sopraddetti Paesi fornitori: +4,1% dell’Italia, +3,8% della Nuova Zelanda e +1,4% della Spagna.
In questo mercato, che sta affrontando una fase di recessione, emergono tuttavia alcuni elementi di notevole interesse come il diffuso espandersi dei vini Rosé. I quattro principali paesi esportatori verso il mercato USA (Italia, Francia, Australia e Cile) hanno fatto tutti registrare notevoli incrementi nelle esportazioni di vini Rosé, complessivamente passati da 341.230 ettolitri, per un valore di $204.725.000, dei primi nove mesi del 2017 a 436.530 ettolitri, per un valore di $ 289.681.000, dell’anno in corso con un aumento del +30% in quantità e del +41,5 in valore. Al contempo gli stessi paesi hanno fatto registrare delle contrazioni nelle esportazioni di vini rossi complessivamente ridottisi in quantità del -5,6%.
L'elaborazione, predisposta dall’Italian Wine & Food Institute sulla base dei dati dell’US Department of Commerce, fornisce un accurato e completo quadro della situazione, per quanto specificatamente concerne le importazioni dei vini da tavola (vini fermi).
La costante complessiva contrazione delle importazioni vinicole americane, incluse quelle dall’Italia, che da diversi mesi ormai segna il passo, crea un certo allarme secondo Lucio Caputo, presidente dell''Italian Wine & Food Institute, che da tempo sottolinea i rischi e le conseguenze che potranno derivare da una tale non adeguatamente contrastata tendenza negativa.
Dopo un lungo periodo di pressoché costante crescita l’Italia è infatti entrata in una fase di rallentamento che negli ultimi mesi ha praticamente bloccato la lunga precedente fase di espansione delle esportazioni italiane (con una riduzione di ben 6.344.000 litri di vini italiani nei primi nove mesi dell’anno).
Particolarmente pericolosa, secondo Caputo, la rimonta dei vini francesi che, notevolmente distanziati negli anni passati, stanno compiendo una incredibile scalata nella classifica dei paesi fornitori del mercato USA e si apprestano a superare l’Italia ponendo fine a decenni di supremazia italiana con tutte le conseguenze sul piano dell’immagine e commerciale che ne deriveranno.
Purtroppo da parte italiana, nonostante i notevoli fondi pubblici stanziati per la promozione del vino italiano sul mercato statunitense, non si è riusciti a varare una campagna promozionale che permettesse di dare la necessaria svolta al mercato.
Esaminando in dettaglio i dati dei primi nove mesi dell'anno in corso, le importazioni statunitensi, secondo la nota odierna dell'IWFI, sono ammontate a 6.496.970 ettolitri, per un valore di $3.308.015.000 contro i 7.054.620 ettolitri, per un valore di $3.148.554.000 dei primi nove mesi del 2017.
Sempre nei primi nove mesi dell'anno in corso, le importazioni dall’Italia sono ammontate a 1.849.780 ettolitri, per un valore di $1.037.931.000, contro i 1.913.220 ettolitri, per un valore di $996.625.000, dei primi nove mesi del 2017. Nello stesso periodo la quota del mercato di importazione dei vini italiani è scesa al 28,4% in quantità ed al 31,3% in valore contro il 29,2% in quantità ed il 33,7% in valore dell’anno precedente.
Le importazioni dalla Francia - secondo Paese fornitore del mercato statunitense in quantità e in valore - sono ammontate, sempre nello stesso periodo, a 1.037.550 ettolitri, per un valore di $981.947.000, contro i 947.500 ettolitri, per un valore di $819.836.000, dell’anno precedente.
Sempre secondo la nota dell’Italian Wine & Food Institute, le importazioni dall’Australia - terzo Paese fornitore del mercato statunitense in quantità ed in valore - sono risultate, sempre nel periodo in esame, pari a 1.025.550 ettolitri, per un valore di 216.843.000, contro i 1.258.940 ettolitri, per un valore di $258.046.000, del 2017.
La nota dell’Italian Wine & Food Institute mette poi in risalto la sempre positiva situazione delle esportazioni di spumanti italiani e del Moscato che ne costituisce la parte principale. Nei primi nove mesi dell'anno in corso tali esportazioni sono ammontate a 550.980 ettolitri, per un valore di $315.906.000, contro i 478.760 ettolitri, per un valore di $257.676.000, del corrispondente periodo del 2017, con un incremento del +15,1% in quantità e del +22,6% in valore. Da sottolineare che nello stesso periodo del 2016 rispetto al 2015 gli incrementi erano stati rispettivamente del +22,5% e del +30,2%.


Fonte: Redazione