Riflessioni per aiutare veramente l’Africa, ma se l'EU vuole davvero
31-03-2023 11:33 -
GD – Roma, 31 mar. 23 - Sviluppare l'Africa è una sfida complessa, ma non è una sfida impossibile. Il Governo italiano si è fatto promotore di un'iniziativa denominata “Piano Mattei” che si ispira al piano di sviluppo energetico e industriale varato dal Governo italiano nel 1953 e guidato dall'imprenditore Enrico Mattei; iniziativa che ha rappresentato un importante passo avanti per l'industrializzazione e lo sviluppo economico dell'Italia nel secondo dopoguerra. Il nuovo Governo, che si è insediato il 21 ottobre dell’anno scorso, ha dichiarato che tra i piani di sviluppo del Paese si vuole puntare a creare in Italia un hub energetico europeo per incrementare l’import di idrocarburi dall’Algeria e dalla Libia. L’idea è di estendere a tutto il Mediterraneo, con l'aiuto di ENI, l’importazione da tutti i Paesi produttori di gas, come ad esempio l’Egitto; e dall'Asia l'Azerbaigian, Paese che è già fornitore per l’Italia attraverso il gasdotto TAP. Queste azioni proposte dal Governo italiano mirano anche ad aiutare, con azioni concrete, i Paesi del Nord Africa ad intraprendere la via dello sviluppo con un approccio integrato che, attraverso accordi politici da stipulare con i Paesi partner, coinvolga tutti i settori dell’economia, la società e l'ambiente. Ci sono molte azioni che l’Italia può proporre all’Unione Europea per aiutare veramente i Paesi africani, come ad esempio:
la promozione dell'agricoltura e della sicurezza alimentare: l'agricoltura rappresenta oggi la principale fonte di reddito e di lavoro in Africa. Investire nello sviluppo agricolo può aiutare molti Paesi africani a raggiungere, come primo obiettivo, l’autosufficienza alimentare tanto auspicata e ancora da realizzare. Una vera politica di sviluppo agricolo può contribuire alla creazione di posti di lavoro e alla riduzione della povertà e può rappresentare per molti imprenditori del settore agricolo europeo un'opportunità di investimento per incrementare le loro attività. Non ultimo avviare produzioni agricole che concorrano a migliorare la produzione alimentare interna.
Riforestazione delle aree che sono state devastate dal disboscamento selvaggio, dagli incendi e dalle guerre. La forestazione per la produzione di alberi e legname può rappresentare uno dei motori per lo sviluppo dell’Africa Centrale e allo stesso tempo proteggere l’ambiente.
Investimenti nella formazione e nell'istruzione: è fondamentale per migliorare le competenze e per contribuire alla crescita economica e allo sviluppo sociale dei Paesi africani.
Promozione dell'imprenditoria e dell'innovazione: creazione di nuove imprese locali, anche in partnership con imprese europee, per realizzare quei prodotti e servizi che mancano sul mercato africano e che sono necessari per soddisfare i bisogni locali.
Investimenti in infrastrutture: la costruzione di infrastrutture per andare incontro alle esigenze primarie della popolazione, come ad esempio acquedotti, piccole centrali elettriche; infrastrutture essenziali per lo sviluppo economico del territorio: strade, ferrovie, porti e aeroporti per realizzare quella connettività che consenta la più agevole circolazione delle merci. Queste iniziative per lo sviluppo economico e sociale devono essere supportate da un’azione politica forte da parte dell’Unione Europea per aiutare i Paesi africani a combattere la corruzione e il crimine organizzato, problemi che rappresentano un freno per lo sviluppo dell'Africa.
Un’azione politica decisa per risolvere questi problemi è fondamentale per migliorare la fiducia degli investitori, la stabilità e lo sviluppo sostenibile dei Paesi africani. Quando si saranno migliorate le condizioni di sicurezza e si sarà raggiunto quel minimo necessario di sviluppo sociale sarà possibile incrementare altre forme di investimenti che creano sviluppo, come ad esempio il turismo che può essere una fonte importante di reddito e di lavoro per l'Africa. Queste sono solo alcune delle possibili azioni che il piano proposto dall’Italia potrebbe facilitare per contribuire in modo concreto allo sviluppo dell'Africa. Tutto questo sarà realizzabile se l’Unione Europea comprenderà l’importanza della proposta italiana e deciderà di contribuire alla sua realizzazione, con un approccio coordinato e condiviso che tenga conto delle esigenze e delle sfide specifiche di ogni Paese del Continente africano. Il coordinamento degli aiuti e delle iniziative dei Paesi europei in Africa è essenziale per avviare finalmente il tanto auspicato sviluppo dell’Africa e per mitigare il problema delle migrazioni dei giovani dai loro Paesi verso l’Europa per cercare fortuna. I giovani sono risorse essenziali per creare sviluppo in Africa e possono rappresentare le future classi dirigenti in molti Paesi africani. Dovranno essere gli europei a “migrare” senza velleità da colonizzatori, o peggio conquistatori, in Africa per portare capitali e know-how utili a sviluppare i Paesi africani: la cooperazione di tutti i Paesi europei può contribuire allo sviluppo dell'Africa attraverso la condivisione di conoscenze, risorse e tecnologie. Il nostro Governo ha posto questo importantissimo tema all’attenzione dell’Unione Europea. Adesso è il momento di convincere e se necessario “costringere” i nostri partner europei che questa è l’unica opzione disponibile per creare sviluppo e stabilità in Africa ed anche per proteggere l’Europa, l’ambiente e il futuro dei nostri giovani.