I cinesi non hanno gli occhi a mandorla

18-03-2023 12:22 -

GD – Roma, 18 mar. 23 - Negli ultimi mesi e soprattutto nelle ultime settimane si sono intensificate le voci che accusano la Cina di sostenere la guerra di Putin in Ucraina con forniture militari di vario genere.La Cina, secondo le stime più recenti delle Nazioni Unite, al 2021 ha una popolazione di circa 1,44 miliardi di persone. Attualmente è il Paese più popoloso del mondo e rappresenta circa il 18% della popolazione mondiale. Proprio per questa ragione non è possibile escludere in maniera categorica che qualche affarista cinese senza scrupoli possa avere approfittato del conflitto che la Russia ha scatenato in Ucraina per guadagnare tanti soldi. Come nel famoso film del 1974 con Alberto Sordi: “Finché c'è guerra c'è speranza”, che narra la storia di un commerciante romano di pompe idrauliche trapiantato a Milano che, per guadagnare di più e mantenere la propria famiglia nel lusso, si era riconvertito a un più lucroso commercio internazionale di armi, vendendole nei Paesi del Terzo mondo dilaniati dalle guerre civili.
Ufficialmente la Cina ha adottato una posizione di neutralità sulla questione dell'annessione russa della Crimea e sul conflitto in corso in Ucraina orientale, e alla data non ci sono evidenze che la Cina abbia fornito materiale bellico ai russi, fatta eccezione per vestiario e scarpe che probabilmente fanno parte di forniture che la Cina periodicamente fa alla Russia.
Quando si tratta di conflitti internazionali con una rilevanza politica importante, come la guerra in Ucraina, è importante basare le proprie affermazioni su fonti affidabili e attendibili e non farsi influenzare da voci o speculazioni complottiste che almeno fino ad ora non hanno trovato riscontro.
Da sempre la Cina ha mantenuto una politica estera di non interferenza negli affari interni di altri Paesi e tende a evitare di schierarsi apertamente su questioni internazionali e controversie. Questo perché per la dirigenza cinese è fondamentale mantenere buone relazioni internazionali con tutti i Paesi del mondo, essendo la politica internazionale della Cina motivata più dalle relazioni commerciali e dalla possibilità di esportare nel mondo che dalle questioni di geopolitica.
Non possiamo escludere in modo categorico che qualcuno in Cina abbia potuto profittare del conflitto in Ucraina per fare business, ma se il business di questo qualcuno dovesse danneggiare, anche in modo indiretto e marginale, il grande quadro commerciale della Cina nel mondo, i primi a farlo fuori sarebbero i cinesi stessi.
Nessuno in Cina può prevalere sugli interessi generali del sistema Paese. Tutti possono fare business ma sempre e comunque in linea con le strategie nazionali e sempre senza impattare sul macro sistema.
Questa è anche la differenza fondamentale tra la dirigenza politica cinese e la dirigenza politica russa. Putin ha puntato al soddisfacimento del proprio super-ego cominciando una guerra disastrosa che ha rovinato l’Ucraina, il suo Paese e le sue stesse fortune personali, accumulate in decenni di dominio alla guida del Governo russo.
La dirigenza cinese è molto cauta nelle dichiarazioni pubbliche in materia di situazioni internazionali potenzialmente conflittuali ed è assolutamente più cauta nelle azioni portate avanti a livello internazionale proprio per evitare di compromettere la supremazia economica acquisita dal Paese dopo decenni di duro lavoro e sacrifici.
Chiunque ha avuto modo di conoscere i cinesi avrà constatato che loro non hanno gli occhi a mandorla. I cinesi hanno gli occhi a forma di dollaro ($) inclinato di 90 gradi.Questo è il loro unico orizzonte e su quell’orizzonte puntano tutte le loro attenzioni.

Ciro Maddaloni
Esperto di eGovernment internazionale


Fonte: Ciro Maddaloni