L'Iraq è sull’orlo di una guerra civile

01-09-2022 09:35 -

GD - Roma, 1 set. 22 - L’Iraq continua a non avere pace. Dopo una feroce guerriglia per le strade di Baghdad tra i supporter del leader sciita, Muqtada al-Sadr, le forze militari irachene e miliziani filo-iraniani che hanno causato la morte di almeno 30 persone e il ferimento di oltre 400 uomini dei due schieramenti contrapposti, sono stati dichiarati tre giorni di tregua per lutti nazionale.
I supporter di al-Sard sono stati in grado di sfondare la ‘Green zone’, sede dei palazzi governativi, e ad occuparli durante gli scontri. Ora, tutto sembra rientrato, ma gli osservatori internazionali dubitano che questa tregua armata possa durare a lungo e credono sia molto probabile che vi siano nuovi scontri tra le fazioni in campo.
In una telefonata al premier iracheno, Mustafa Al-Kadhimi, dopo le violenze dei giorni scorsi, il presidente degli USA, Joe Biden, ha espresso le proprie condoglianze per i numerosi morti ed ha chiesto «a tutti i leader iracheni di impegnarsi nel dialogo nazionale per forgiare una via comune coerente con la costituzione e le leggi dell'Iraq». I due leader, fanno sapere dalla Casa Bianca, «hanno dato il benvenuto al ritorno della sicurezza nelle strade» e il presidente americano ha offerto «pieno supporto» agli sforzi del premier iracheno per «ridurre la tensione nella regione attraverso il dialogo e la diplomazia».
L’Iraq è sempre più dilaniato dalla contesa che nasce dalle elezioni federali del 2021 che hanno visto vincere i sadristi, ma senza raggiungere una percentuale sufficiente a garantire la formazione di un Governo monocolore e ciò ha portato ad uno stallo che permane da oltre 10 mesi. La preoccupazione che questa situazione sfoci in una guerra civile è sempre più alta secondo i maggiori esperti e sarebbe una possibilità non esclusa neanche dall’attuale presidente dell’Iraq: Barham Saleh.
al-Sadr, che vanta discendenze dirette dal profeta islamico Maometto, è stato a lungo a capo delle milizie anti-americane nell’Iraq post-Saddam, ma nel corso degli anni ha preso sempre più le distanze dal vicino Iran. Posizione che si è tramutata in un ampliamento della base di consenso fino al recente successo elettorale con cui pensava di poter piazzare uomini di fiducia nelle posizioni chiave del potere nel paese, ma la mancanza dei numeri necessari in Parlamento lo ha spinto alla richiesta dello scioglimento della Camera. Mossa che è stata uno dei fattori incendiari della guerriglia scatenatasi negli ultimi giorni nella Capitale.

Andrea Cantelmo
Analista di geopolitica


Fonte: Andrea Cantelmo